Le accuse riguardano le comunali 2019 a Bari e a Valenzano – fonte: Chiara Spagnolo – quotidiano.repubblica.it
Le elezioni comunali di Bari e quelle di Valenzano del 2019 sarebbero state alterate da voto di scambio e corruzione elettorale. È questo il primo punto fermo che è stato messo dalla giudice Anna Perrelli al termine dell’inchiesta della Dda che nel novembre 2022 portò in carcere l’ex consigliera comunale barese Francesca Ferri e il compagno Filippo Dentamaro. Sono stati rinviati a giudizio, insieme con l’imprenditore ( ex consigliere regionale e comunale e attuale presidente del Foggia Calcio) Nicola Canonico nonché altre sedici persone. Il processo comincerà il 20 settembre. In quella sede, gli avvocati difensori potranno di nuovo tentare di ribaltare le accuse, anche con l’aiuto di una serie di testimoni. Le uniche persone completamente prosciolte dalle accuse sono due “portatori di voti” — Luciano Marinelli (difeso dall’avvocato Massimo Chiusolo), Carmine Pastore — e Carlo Alberto Baresi, accusato di aver fatto da mediatore per l’acquisto di una partita di hashish da 150 chili.
Le accuse cadute
Il proscioglimento riguarda Ferri e Dentamaro soltanto in relazione a due accuse , vvero lo scambio elettorale politico- mafioso con il clan di Salvatore Buscemi di Valenzano ( ritenuto vicino al clan Parisi e che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato) in vista delle elezioni di Bari, alle quali la donna era candidata con la lista civica Sport Bari— Di Rella sindaco, a sostegno del centrodestra. Per quelle amministrative resta in piedi però l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, di cui devono rispondere anche Canonico e diversi portatori di voti. Tra i quali un ex sindaco di Grumo, Michele D’Atri. Per quanto riguarda invece le elezioni comunali di Valenzano, Ferri e Dentamaro sono stati prosciolti dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale ma saranno processati per voto di scambio politico- mafioso. In questo caso, la giudice ha ritenuto possibile che la coppia abbia accettato i “ voti della malavita”, ovvero quelli procurati dal presunto capoclan Buscemi, al quale avrebbero promesso varie utilità, tra cui la possibilità di rendere edificabili alcuni terreni di sua proprietà in vista del nuovo Piano regolatore.
Cosa rischiano
La speranza dei difensori dei due principali imputati, di veder cadere in udienza preliminare l’accusa più grave — ovvero quella di voto di scambio politico-mafioso — si è realizzata soltanto in parte. Il proscioglimento da una parte del capo di imputazione numero 79, tuttavia, non elimina per Ferri e Dentamaro il rischio di pene molto alte in caso di eventuale condanna. Il Codice indica che, nel peggiore dei casi, potrebbero arrivare fino a dieci anni. Ed è per questo che prima dell’udienza preliminare erano stati fatti tentativi di raggiungere un punto di incontro con i pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero per presentare al gup una richiesta di patteggiamento. Per ottenere il si a pene non troppo alte, però, i due ex compagni avrebbero dovuto liberarsi dell’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Ma sul punto la Procura è stata irremovibile e alla fine il patteggiamento è saltato. A processo si andrà dunque con tutte le imputazioni iniziali, perché il proscioglimento decretato per due ipotesi di reato modifica soltanto in parte il quadro complessivo e non incide sulla sostanza delle accuse contestate. Nonché sulle eventuali pene da applicare al termine del dibattimento.
I voti comprati
È questa l’ipotesi che ha avuto un primo placet dal gup e ora i difensori dovranno smontare in dibattimento: che Canonico (fondatore della lista civica Sport Bari), Ferri e Dentamaro avrebbero organizzato un’associazione per delinquere finalizzata a far eleggere Francesca Ferri. Per aumentare il numero delle preferenze da lei ottenute, le avrebbero comprate pagandole da 25 a 50 euro. Il progetto sarebbe stato elaborato e portato avanti tramite incontri periodici nell’ufficio di Canonico a Modugno e, soprattutto, tramite l’individuazione dei cosiddetti portatori di voti, che rappresentavano il collante tra gli elettori e il gruppo. Sedici di loro saranno processati con l’accusa di voto di scambio.
Le intercettazioni
Nel corso delle indagini — che sono state condotte da polizia, carabinieri e guardia di finanza — sono stati fondamentali gli ascolti degli indagati. Alcune frasi per i pm rappresentano plasticamente le accuse. « Io tendenzialmente sono di destra — diceva per esempio Buscemi — ma poi non me ne frega se devo sostenere uno di destra o di sinistra, basta che è la coalizione vincente ». Altre intercettazioni che sono state ritenute fondamentali nella costruzione dell’accusa sono quelle che hanno avuto per protagonista Canonico. Il quale — nel maggio 2019, quando sponsorizzava la Ferri al Consiglio comunale — diceva: « Io in dieci minuti faccio un’operazione da 300 voti». Di soldi parlava invece spesso la ex consigliera. A un portatore di voti, per esempio, ricordava: « Qua ho messo 20mila euro, i 700 voti che hai dato non sono i mille promessi».