Fatta la legge, trovata la calamità

Fatta la legge, trovata la calamità

  

nelle foto: palazzine in via Aldo Fontana – Molfetta

Pubblichiamo la versione integrale di una vera e propria denuncia politica, avanzata da Matteo d'Ingeo, in merito all'avvilente vicenda legata alle palazzine ubicate a Molfetta in via Aldo Fontana (nella foto). Manufatti destinati alla demolizione nonostante la recente realizzazione,  determinando situazioni critiche, in molti casi drammatiche, a tutte quelle famiglie o singoli cittadini che hanno investito i propri risparmi nell'acquisto di quegli appartamenti.  Gran parte della stampa locale ne ha riportato solo alcuni stralci.

In questi giorni a Molfetta, in provincia di Bari, si sta consumando l'ultimo atto di una lunga storia cominciata negli anni '80.

E' mai possibile che cinque palazzine, con 50 appartamenti, vengano abbattute senza uno straccio di ordinanza sindacale di demolizione? Anche la demolizione di un vano tecnico abusivo, in un qualsiasi comune del nostro Paese, viene eseguita con un’ordinanza di demolizione. Nella nostra città, invece, questa assunzione di responsabilità di un Sindaco, o di chi per lui, è un optional. Tutto questo avviene nel più totale disinteresse e silenzio delle forze politiche sia di destra che di sinistra, sia di maggioranza che di opposizione. 

Da tre anni chi scrive ha prodotto articoli su giornali locali che sono stati dei veri e propri atti di accusa nei confronti di amministratori locali, Senatori, dirigenti comunali e imprenditori. Un proprietario di questi immobili, l'unico ad opporsi alla loro demolizione, ha prodotto decine di esposti presso le forze dell'ordine e presso la Procura. Sono stati presentati anche dei dossier ma nulla ancora oggi è accaduto. Sembra quasi che si abbia paura di affrontare la questione, perché troppo scottante, o perché compromettente per più amministrazioni comunali.  

Ma potrebbe anche esserci qualcosa di più importante da tutelare: un Senatore della Repubblica. E' bene ricordare che queste palazzine stanno cadendo sotto i colpi di una pala meccanica in virtù di una Legge dello Stato, la n. 376/2003 – Finanziamenti di interventi per opere pubbliche.  

Con la delibera di Giunta Comunale n. 224 del 5.6.2003 il Sindaco Tommaso Minervini e gli assessori presenti (Magarelli, Visaggio, Brattoli, Uva, Ancona e Tammacco) chiedono al Presidente del Consiglio Berlusconi il riconoscimento dello stato di emergenza per calamità naturale in favore delle Palazzine in via Aldo Fontana.  

Tale richiesta fu inoltrata ai sensi dell'Art. 2 della legge n.225/1992 – Istituzione del Servizio di Protezione Civile. – che distingue gli eventi in:  

– eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;
– eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni componenti in via ordinaria;
calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. 
  

I nostri amministratori decidono bene di scegliere la terza ipotesi, pur consapevoli che gli eventi in atto nei fabbricati di Via Aldo Fontana erano e restano connessi all'attività umana. Omettono anche di riportare le conclusioni cui giungono i periti tecnici :  

"Dall'esame dei risultati delle analisi effettuate si può trarre che la causa principale dello stato di degrado strutturale debba individuarsi nella contaminazione del calcestruzzo per elevato tenore di ioni cloruro, dovuto alla contaminazione del calcestruzzo durante la miscelazione  

Ciò trova conferma nell'ammissione fatta al C.T.U. dal direttore dei lavori, ing. Leonardo de Gennaro: 

“Il confezionamento del calcestruzzo è stato eseguito in cantiere dall'Impresa costruttrice utilizzando acqua emunta da pozzo trivellato in sito."   

In seguito a tale richiesta, il Ministero delle Infrastrutture ed opere pubbliche nel dicembre 2003, all'interno della L.376, stanzia per le Palazzine "A. Fontana" 4.500.000,00 Euro  

Ma in Parlamento sicuramente non si ha ben presente cosa siano le Palazzine " A. Fontana", da non confondersi con le palazzine ITALCO-C.E.R. di edilizia sperimentale. Queste ultime sorgono sul prolungamento di Via A. Fontana, già destinatarie di un contributo statale di £. 1.450.000.000, con decreto Ministeriale n. 1580 del 27.4.1989 

Tra l'altro questa strana "opera pubblica" è inserita in un elenco di oltre cento vere e proprie opere pubbliche. Possiamo parlare di truffa ai danni dello Stato? Io direi proprio di sì.   

Mi confortano anche gli interventi fatti alla Camera quando è andato in discussione questo provvedimento. Basterebbe citare l'intervento dell'On. Giovanni Russo Spena di (Rif.Com) che diceva:   

Signor Presidente, noi voteremo contro questo provvedimento che riteniamo sconcertante (questo è l'aggettivo che desidero usare). Un provvedimento che risponde, come è stato già detto, più alle necessità del collegio di alcuni parlamentari della maggioranza che a reali necessità. Non conosciamo il criterio utilizzato per la selezione delle opere, ad esempio, per quanto riguarda i comuni: perché in alcuni comuni sì e in altri no, se non, magari in relazione alle maggioranze politiche di quei comuni. Ciò è intuibile. Non sappiamo nemmeno se gli stanziamenti decisi siano in quanto tali sufficienti. A volte le opere iniziano per ragioni propagandistiche, populistiche, magari per una tornata elettorale imminente e poi non sono concluse perché non vengono dati finanziamenti sufficienti o, perlomeno, gli scaglioni degli stessi non sono programmati. Quindi, questo Governo e questa maggioranza impongono provvedimenti che incidono sulla spesa pubblica con criteri privatistici, elettoralistici e demagogici, di fronte, invece, al bisogno di interventi strategici in materia di difesa del suolo, di dissesto idrogeologico, di messa in sicurezza del territorio e di infrastrutture per lo sviluppo del Mezzogiorno”.   

E' anche interessante leggere l’intervento dell’On. di Forza Italia, Gabriella Mondello, la quale prima del voto diceva:   

”Tale testo è stato visto sotto un duplice aspetto. Potrebbe essere giudicato come il tipico intervento a pioggia o clientelare, com'è stato definito. Ma, per lunga esperienza, sappiamo che si definiscono clientelari quei provvedimenti che soddisfano le esigenze di parecchie comunità e di moltissime persone. Ritengo, invece, che questo provvedimento rientri a pieno titolo nell'impegno programmatico del Governo Berlusconi, vale a dire la realizzazione di opere pubbliche che, da moltissimi anni, non vengono attuate in moltissime zone del nostro paese. Credo che le opere comprese in questo elenco siano tutte di grande importanza e rientrino soprattutto in quattro filoni. Mi riferisco alla messa in sicurezza di strade già esistenti che, in tal modo, acquisteranno una valenza molto più importante. Non si tratta, come è stato detto, di cattedrali nel deserto. Si tratta in gran parte di strade e collegamenti esistenti, che verranno messi in sicurezza e migliorati per l'utilizzo da parte delle comunità cui sono rivolti. Vi sono poi interventi di notevole attualità, come l'arginatura di corsi d'acqua: sappiamo infatti che i mutamenti climatici producono spesso eventi meteorologici dannosi, ed è questa la fattispecie alla quale si riferiscono tali interventi. Altri interventi prevedono il riutilizzo di strutture ormai obsolete, come la trasformazione di sedi ferroviarie in piste ciclabili, particolarmente rilevanti in quanto fruibili da parte dei residenti e dei turisti, visti i luoghi in cui si trovano. C'è un'ulteriore tipologia di interventi, riguardanti il potenziamento di strutture con rilevanti finalizzazioni di carattere sociale, come le sedi dei vigili del fuoco e altri tipi di strutture. Ritengo pertanto che l'astensione di alcuni gruppi sia motivata, in quanto si è compreso che siamo di fronte ad opere concrete, che vanno a soddisfare esigenze manifestate da molti anni. Per tali motivi il gruppo di Forza Italia, il gruppo del "fare", esprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame".  

Lascio a voi indovinare, in quale dei 4 citati filoni si colloca la straordinaria “opera pubblica molfettese”. L'aspetto più sconcertante di questa vicenda è la struttura machiavellica con cui si è preparato il terreno per ottenere il finanziamento e distrarre danaro pubblico per riparare un danno procurato da un imprenditore ad altri privati cittadini.  

Qualche forza politica e qualche Senatore per favorire dei privati, anche parenti di segretario di partito, mette su questa bella messinscena. Per rendere più credibile la richiesta di finanziamenti pubblici, nel carteggio inviato con la già citata delibera n. 224 del 5.6.2003, si dichiara che i fabbricati, pur essendo stati realizzati appena dieci anni fa, sono stati interessati da" invecchiamento" precoce (catastrofe o calamità?), tanto da costituire "un fenomeno di assoluta eccezionalità e straordinarietà mai osservato prima in nessuna parte del mondo".  

In virtù di questa eccezionalità e straordinarietà invito tutti i giornalisti d'Italia a recarsi a Molfetta per fotografare ed immortalare questo fenomeno unico al mondo. Inoltre invito la Magistratura ad avviare le dovute indagini, perché di tempo ne è trascorso anche troppo, per individuare possibili responsabilità penali e/o amministrative a carico di politici, tecnici e/o privati cittadini, che stanno utilizzando finanziamenti statali, destinati a costruire opere pubbliche, per abbattere e ricostruire degli alloggi privati.  

Matteo d’Ingeo

Una risposta a “Fatta la legge, trovata la calamità”

  1. OT: segnalo il blog aperto http://www.primumvivere.splinder.com, di cui riporto il Manifesto, Chiunque lo condivida è invitato a diffonderlo e a seguire il blog; nel caso sia anche interessato a parteciparvi, può contattarmi su splinder.

    MANIFESTO

    Sul primo numero di Micromega del 2006 c’è un editoriale che, nel celebrare il ventesimo anniversario della fondazione della rivista, invita all’impegno civile tutti coloro che si riconoscono in una Sinistra che non ha scordato le sue Ragioni, e che intende riproporle alla sinistra dei partiti e degli apparati come armi per vincere la sfida elettorale e far rinascere la democrazia in Italia.

    Abbiamo fatto nostro questo appello, lo abbiamo adattato al nostro comune sentire, volere, pensare.

    Siamo una comunità di inguaribili dissidenti la cui bussola di valori è la coerenza del laicismo, l’intransigenza per la legalità e per i diritti di chi è Altro, la radicalità del pensiero politico e il primato democratico del dissenso su ogni sirena di pensiero unico, a partire da quello che ha portato a una globalizzazione sempre meno civile e sempre più infestata da crociati di Dio e di Mammona. Siamo persone che intendono coltivare – ciascuno a suo modo – l’impazienza della ragione, della libertà, della giustizia, dell’eguaglianza.

    Abbiamo sofferto il disagio per una sinistra “ufficiale” che quei valori – quelle Ragioni – sempre più spesso ha disatteso, contraddetto, e talvolta irriso. La conseguenza drammatica di questo disimpegno sul piano dei valori è stata l’incapacità di opporsi alla sciagurata avanzata del berlusconismo, che ha portato in pochi anni allo stravolgimento della Costituzione, al completo monopolio dell’informazione televisiva, all’affossamento delle libertà di tutti per mantenere i privilegi di pochi, alla delegittimazione della magistratura, alla recessione economica accompagnata dalla demolizione di quel residuo di equità che ancora traspare nelle sopravviventi istituzioni del welfare, e insomma ha ridotto a un cumulo di macerie la vita politica, democratica, economica e sociale del paese.

    Al punto in cui ci troviamo, liberare l’Italia da questo “Regime” è una priorità di carattere vitale. Primum vivere.

    Nessuna ripresa democratica è possibile se non si interrompe questa grave involuzione sociale dovuta all’offesa delle regole minime della democrazia, allo sfascio della cosa pubblica in nome di interessi privati e di malaffare che non esitano a servirsi dell’appoggio della destra eversiva e di persone imputate per collusione con la mafia.

    Per questo motivo il nostro impegno sarà di far vincere le prossime elezioni a questa Sinistra, a questo Centro-sinistra, pur con tutte le loro inadeguatezze. Per liberare il paese dalla sventura e dalla vergogna di farsi ancora una volta laboratorio mondiale di un nuovo esperimento liberticida – dopo quello funesto e ineguagliabile del ventennio fascista.

    Questo nostro impegno tuttavia fin da oggi (e più che mai da domani, se come speriamo ci saremo liberati) vuole essere inderogabilmente intrecciato al rilancio di “Giustizia e Libertà”, dei valori di una Sinistra libertaria sempre più necessaria e con la quale si incontra, non a caso, quella Destra liberale e civile (fortemente minoritaria, fatta da pochi individui) che non confonde libertà e privilegio.

    Di questo incontro gobettiano, politico e filosofico, oggi c’è più che mai bisogno per fare in modo che il 9 e il 10 aprile l’Italia si liberi dal Regime e rinasca dalle sue macerie.

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