fonte: http://napoli.repubblica.it – di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
Esplode uno scandalo su corruzione e finanziamento illecito ai partiti nel settore dello smaltimento dei rifiuti, nel cuore della campagna elettorale napoletana. Coinvolti alcuni esponenti del centrodestra e le indagini riguardano anche la società regionale campana Sma, che sarebbe solo uno dei filoni dell’inchiesta.
Spuntano i nomi, tra gli altri, del consigliere regionale Luciano Passariello di Fratelli d’Italia che, candidato alla Camera nel collegio di Secondigliano, ieri ha accompagnato Giorgia Meloni nel tour elettorale a Napoli. Passariello risulta indagato. E spunta il nome dell’altro esponente della destra Agostino Chiatto, già “comandato” in Regione e oggi dipendente della Sma, responsabile unico di alcuni procedimenti per l’affidamento di servizi.
Lo Sco e la polizia di Napoli sono impegnati in perquisizioni coordinate dalla Procura di Napoli, il capo Giovanni Melillo e il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli dalle prime ore dell’alba stanno guidando il lavoro dei pm. Le prime ipotesi sono di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Sarebbero almeno 10 gli indagati.
IL BLITZ DELLA PROCURA
Il blitz con le perquisizioni è scattato quando gli inquirenti hanno avuto contezza che poteva partire una forma di controinformazione o dispersione di notizie che avrebbe alterato lo scenario. Proprio da una nota appena diffusa dalla Procura si apprende anche questo particolare: “La Procura, coadiuvata dalla Squadra mobile e dal Servizio centrale operativo della polizia – si legge – sta procedendo a perquisizioni e sequestri finalizzati alla doverosa verifica di plurime ed articolate acquisizioni informative rivelatrici dell’esistenza di accordi corruttivi diretti al controllo illecito degli appalti pubblici nel delicato settore del trasporto e smaltimento rifiuti in Campania”.
“Le attività di indagine ancora in corso – prosegue la nota – sono state rese necessarie e indifferibili dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria collegato alla annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose fin qui individuate (corruzione aggravata ai sensi dell’articolo 7 1. 203/1991, corruzione, finanziamento illecito di partiti politici). La delicatezza e la complessità dell’attività di indagine in svolgimento impongono di conservare il più stretto riserbo”.
LA NOTA DI PASSARIELLO
“Questa mattina gli agenti dello Sco hanno effettuato una perquisizione nel mio ufficio in consiglio regionale, prelevando documentazioni relative ad un’inchiesta in atto della Procura di Napoli per fatti che sarebbero risalenti al mese di febbraio 2018 tutt’ora in corso”. E’ quanto si legge in una nota del consigliere regionale e candidato di Fratelli d’Italia Luciano Passariello.
“Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi antigiuridica – aggiunge Passariello – . Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni politiche che mi vedono impegnato in prima persona come candidato. Qualcuno può millantare credito ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati. Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori di cui fa riferimento la Procura. Sono tranquillo, anzi ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare ed a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce su questa vicenda. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti. Invito gli organi di informazione a riportare i fatti così come sono evitando strumentalizzazioni politiche utili solo a gettare fango a pochi giorni dal voto”.
INDAGATI GIORNALISTI DEL SITO “FANPAGE”
Indagati anche i giornalisti della testata online Fanpage per l’inchiesta sul ciclo dei rifiuti a Napoli. “Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati”, si sfoga con l’Adnkronos Francesco Piccinini, direttore di Fanpage.it, coinvolto nell’indagine giudiziaria che ha fatto scattare le perquisizioni negli uffici di Luciano Passariello.
Le perquisizioni sarebbero state svolte nell’ambito di un’inchiesta su presunti episodi di voto di scambio e corruzione. Fanpage, racconta Piccinini, ha utilizzato giornalisti “provocatori”, che avrebbero avvicinato e fatto parlare diversi politici e imprenditori, proponendo affari sullo smaltimento dei rifiuti. “Io – spiega il direttore – ho recitato la parte di un industriale del Nord che doveva sversare dei rifiuti. Abbiamo incontrato dei camorristi che ci hanno spiegato dove sotterrare quei rifiuti, chiedendoci 30mila euro a camion”. Non solo: “Abbiamo messo una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti mandandolo in giro per l’Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti”.
Piccinini, insieme al giornalista che ha realizzato l’inchiesta, Sacha Biazzo, e all’ex boss dei rifiuti impiegato nell’operazione, risultano indagati per induzione alla corruzione. “Noi – sottolinea il direttore di Fanpage – abbiamo fatto questo nell’ambito di un’inchiesta giornalistica. E’ chiaro che non abbiamo smaltito rifiuti né preso soldi”.