Nel paese Italia un Ministro si dimette perché scopre che qualcuno gli ha pagato per metà l’appartamento che ha comprato nei pressi del Colosseo, e può accadere anche che nelle estreme periferie dello stesso paese alcuni assegnatari di alloggi di proprietà comunale o di edilizia residenziale pubblica abbiano perso o non hanno mai avuto i requisiti per occupare tali abitazioni.
Molto spesso ci chiediamo come sia possibile che alcuni nuclei familiari assegnatari di alloggi I.A.C.P. o di proprietà comunale abbiano un tenore di vita non proprio corrispondente alle dichiarazioni dei redditi che gli hanno permesso di occupare un alloggio “popolare”.
Negli anni ’90, a Molfetta, alcune case di quartieri popolari erano occupate da nuclei familiari che, evidentemente, avevano perso i requisiti per poter essere assegnatari degli stessi immobili dal momento che alcuni componenti del nucleo familiare, arrestati poi per associazione a delinquere per spaccio di droga, conducevano una vita da nababbi e ostentavano beni mobili non proprio consoni a chi abita case popolari.
A Molfetta accade anche altro. Il comune diventa assegnatario di beni immobili confiscati ad alcuni soggetti malavitosi locali e li assegna ad altri cittadini o associazioni senza far conoscere i criteri che hanno giustificato l’assegnazione.
Ma l’operazione più eclatante è quella portata a termine dal nostro sindacosenatorepresidente Antonio Azzollini.
In qualche modo lui, la sua giunta, un suo dirigente e circa 50 nuclei familiarihanno utilizzato 4,5 milioni di eurodi fondi statali destinati alla costruzione di opere pubbliche per demolire e ricostruire 50 alloggi privati già destinatari di altro finanziamento statale.
Ci chiediamo come mai nessun organo di polizia o giudiziario si sia mai occupato del caso Molfetta dove tutto è lecito e impunito?
In attesa che il miracolo avvenga chiediamo al Sindaco e all’Ufficio casa comunale, ai sensi della legge regionale n. 54del 1984 ("Norme per l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica", art. 10, 16, 18, 19, 20, 21), di esercitare il potere di controllo e monitoraggio dei requisiti soggettivi e oggettivi per gli assegnatari e inquilini di immobili di edilizia residenziale pubblica e o comunale.
Il controllo e la verifica aggiornata dei requisiti andrebbe fatta richiedendo i tabulati delle assegnazioni allo IACP, e incrociando gli stati di famiglia con i tabulati delle Agenzie delle entrate (controllo dei redditi e patrimoni) e il registro della Conservatoria.
L’articolo 16 della legge 54 prevede l’accertamento periodico della situazione reddituale degli assegnatari almeno ogni due anni; non dubitiamo sull’operato degli uffici comunali ma chiediamo agli stessi di non fermarsi al semplice atto notorio.