Il Duomo, simbolo della nostra comunità, deve essere tutelato! Il sindaco faccia demolire il “torrino del torrino”

Dal 2008 al 2011, il “torrino del torrino”, quella nuova costruzione apparsa a pochi metri dal Duomo, ha generato querele, processi penali e civili, sentenze del TAR, ricorsi e controricorsi, pendenze davanti al Consiglio di Stato. Il 19 Aprile 2012, con protocollo n. 24682, il Movimento Liberatorio ha presentato un esposto al Comune di Molfetta sollecitando, l’allora Sindaco Antonio Azzollini, a verificare la legittimità, e il riesame in autotutela, del permesso a costruire n. 1313 del 12.06.2008, e successive varianti. Con nota n. 37636 del 22 Giugno 2012, a firma dell’ex Dirigente Settore Territorio ad interim Ing. V. Balducci, l’amministrazione comunale rispondeva e dichiarava che non si poteva procedere, con eventuali atti di autotutela qualora fossero accertati vizi di legittimità, fino alla pronuncia del Consiglio di Stato.

Da allora il movimento non ha ricevuto alcuna notizia, sia dall’amministrazione Natalicchio che dal Commissario Passerotti, circa l’esito del suddetto procedimento. Pertanto l’8 agosto 2017 ha protocollato una nuova richiesta, indirizzata al sindaco T. Minervini.

 

Il sottoscritto Matteo d’Ingeo, in veste di coordinatore del Movimento civico “LIBERATORIO Politico”, premesso:

– di aver presentato un esposto in data 19 Aprile 2012 n. 24682 (allegato n.1 frontespizio);

– di aver ricevuto la nota n. 37636 del 22 Giugno 2012 (allegato n.2) a firma dell’ex Dirigente Settore Territorio ad interim Ing. V. Balducci con cui si dichiarava che non si poteva procedere, con eventuali atti di autotutela qualora fossero accertati vizi di legittimità, fino alla pronuncia del Consiglio di Stato;

 

non avendo ricevuto alcuna notizia circa l’esito del suddetto procedimento, si chiede alla S.V. quali attività intende intraprendere per:

  • verificare se, nel rilascio del permesso di costruire n.1313 e successive varianti per l’esecuzione delle opere in questione precedentemente descritte e realizzate, non possa ravvisarsi una carenza istruttoria che abbia portato a sottovalutare, o ignorare, le possibili modificazioni ambientali e urbanistiche inducibili dall’esecuzione del progetto;
  • verificare se, in concreto, si siano violate le norme del PRG, delle linee guida, del regolamento istitutivo dello sportello unico del Comune di Molfetta, delle raccomandazioni di servizio sui volumi tecnici, delle norme tecniche di attuazione del piano di recupero e del codice beni culturali;
  • riesaminare, in autotutela, ai sensi dell’art. 59 punti 1 e 2  del regolamento edilizio del Comune di Molfetta il permesso a costruire n.1313 del 2008, in particolare perché:    a) –  il permesso potrebbe essere stato ottenuto in base a planimetrie dello stato di fatto non quotate in modo veritiero e dunque rappresentando in modo erroneo la realtà; b) –  il permesso sembrerebbe prevedere opere non conformi alle prescrizioni in dettaglio descritte;
  • ritenere possibile la demolizione della scala e del torrino essendoci altri modi più consoni al contesto paesaggistico  per salire sul solaio di copertura ;
  • ritenere possibile il ripristino del muro di facciata perché costruito in spregio alle norme del PRG e delle norme del piano di recupero

In ultimo, ma non di minor importanza, si vuole sommessamente porre l’attenzione sul fatto che nel Regolamento istitutivo dello sportello unico SUET del Comune di Molfetta, a pag.21, si legge che la legittimazione a chiedere il permesso a costruire spetta al proprietario e per i beni condominiali all’amministrazione del condominio.

Poiché è plausibile ritenere che il solaio di copertura della mansarda, fungendo da copertura anche ai piani sottostanti e addirittura a due cappelle laterali del Duomo, sia un bene condominiale e non  una proprietà esclusiva (a meno che sia stato esibito il titolo di proprietà esclusiva anche della copertura, in mancanza del quale il solaio si presume di proprietà condominiale – Cfr. fra tutte: Tar Napoli 18 aprile 2007 n.5482 – ci si chiede se non possa ravvisarsi una carenza di legittimazione della istante per quanto concerne la richiesta della scala di collegamento e relativo torrino.

Se così fosse, la proprietaria si sarebbe unilateralmente attribuita un’area esterna comune, per il proprio godimento esclusivo violando i diritti di comproprietà.

In attesa di positivi riscontri è a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti.

                                                                              per il Movimento “Liberatorio Politico”  

                                                                                                Matteo d’Ingeo

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