Droga-35 arresti a Piacenza e Parma. I rugbisti e la coca in campo e ai concerti

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Sfruttavano la faccia pulita del rugby per vendere cocaina. Dall’ovale agli “ovuli”, spacciando negli spogliatoi, sugli spalti, durante le partite della nazionale di rugby. Un giro definito dall’Arma come “impressionante”, “inimmaginabile”. Al centro della maxi operazione condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza c’è un uomo: Filippo Nereo Maserati, classe 71′, detto il “flanker”. Il flanker nel rugby è la terza linea, l’uomo di collegamento fra i veloci tre quarti e i pesanti uomini di mischia. Come in campo, Maserati aveva studiato un metodo di collegamento tutto suo fra il mondo della droga e quello dello sport. Grazie all’operazione dei militari nelle province di Piacenza, Parma, Varese, Pavia, Lodi e Milano però il gioco adesso è finito. 

IL VIDEO L’operazione “Flanker”

Le indagini hanno consentito di effettuare 35 arresti (17 ordinanze di custodia cautelare e 18 arresti in flagranza di reato), denunciare  altri 40 indagati, segnalare 184 assuntori e sequestrare circa 10 kg di sostanza stupefacenti di alto grado di qualità e purezza. Nell’inchiesta sono coinvolti tantissimi sportivi, da 13 rugbisti a tifosi del Piacenza calcio. E poi c’è la fidanzata di Maserati, Mariachiara Borella, 25 anni, campionessa di body building nella categoria over 52 kg. Si era conquistata il titolo a Bologna lo scorso maggio, per poi diventare vice campionessa Europea a Dinant (Belgio) in giugno. La donna, finita in manette, era fulcro portante del sistema spaccio insieme a Maserati. LE IMMAGINI

IL SISTEMA RUGBY E EVENTI Come scrivono i carabinieri, l’idea del “flanker” era quella di sfruttare uno sport considerato “pulito” e “leale”. Maserati, detto anche “Pippo braccio” insieme alla sua ragazza aveva col tempo avviato una proficua attività di spaccio di cocaina, hashish e marijuana sia nell’ambiente del rugby che in quello legato a molti famosi locali della provincia di Piacenza. La coppia viveva la notte piacentina, entrambi erano molto conosciuti fra bar e discoteche anche perchè Maserati, oltre a fare l’atleta, era buttafuori in alcuni locali. Locali nei quali lavorava insieme ad altri rugbisti, “armadi” umani messi a protezione della “movida”. Con lui, alcuni colleghi di campo che, come spiegano i militari,  “molti dei quali erano acquirenti di cocaina”. Grazie a questo doppio ruolo di rugbisti-buttafuori, con un mare di clienti a disposizione incontrati nei locali, il giro di spaccio prendeva vita notte giorno.

La droga veniva nascosta spesso in cantieri edili o lungo piste ciclabili e poi smerciata nelle discoteche o, addirittura, durante gli allenamenti o poco prima dell’inizio di alcuni incontri della compagine rugbistica piacentina. I carabinieri stessi haanno assistito allo spaccio durante il derby del 10 aprile fra Piacenza e Lyons, le due squadre della città emiliana. Mimetizzati tra il pubblico gli uomini dell’arma hanno documentato le cessioni sugli spalti e negli spogliatoi.

DURANTE LE PARTITE DELLA NAZIONALE Ma l’attività di spaccio non si fermava soltanto a Piacenza e dintorni. Come appassionati di rugby Maserati e i suoi assistivano anche alle gare della nazionale italiana di rugby: un altro terreno evidentemente fertile dove vendere la coca. Al Sei Nazioni dello scorso anno, durante Italia-Australia a Firenze, perfino durante la coppa del Mondo in Nuova Zelanda.

ALL’HEINEKEN JAMMING FESTIVAL Il rugby però non era sufficiente. La banda di spacciatori voleva spingersi oltre e così, sfruttando la loro posizione di security durante i concerti, “Pippo braccio” e i suoi sono andati – per lavorare – all’Heineken Jamming Festival di Mestre. Dovevano fare sicurezza, invece occultavano droga. Coca nascosta perfino – all’insaputa degli artisti – nei camper con i quali le star si spostavano. I carabinieri hanno raccolto prove sia il 9 -10 -11 giugno 2011 quando per esempio si esibivano artisti come Coldplay, Muse o Zucchero, sia  pochi giorni dopo al concerto di Vasco Rossi allo Stadio San Siro di Milano. Ma non è finita, “flanker” e i suoi hanno agito sia al Sonisphere di Imola  (Iron Maiden Linkin Park e altri) sia a quello dei Take That a Milano. E poi, a settembre, tutti al Parco Nord di Bologna.

LA BODY BUILDER E LA TIFOSA Mentre Maserati spacciava durante i concerti, la sua fidanzata si occupava di piazzare la droga ai clienti di una palestra  a Gossolengo  dove si allenava e svolgeva mansioni di istruttrice. L’altra donna coinvolta nell’inchiesta è Patrizia Alberici detta “Patty”, classe 1972. Una sorta di capo tifoseria del Piacenza. Patty, secondo gli inquirenti, era una attrice imponente (per frequenza e numero di clienti) nell’attività di spaccio nei confronti di alcuni appartenenti della cosiddetta “Curva Nord” e di alcuni giocatori di squadre dilettantesche o di categorie minori della provincia. Spacciava in pullman durante le trasferte e le gare del Piacenza, come durante Atalanta-Piacenza del marzo scorso o la trasferta di Albinoleffe, oppure in casa contro Cremonese e Triestina.

IL BAR, I BIKERS, I NIGHT E L’AVVOCATO Dall’indagine emerge poi un fitto sistema di spaccio in diverse zone di Piacenza e provincia. Come punto nevralgico di ritrovo e pianificazione dell’illecita attività è stato individuato un noto locale di Fiorenzuola d’Arda  i cui gestori  Luciano Schenardi classe 1953 e Matteo Bruzzi classe 1968, entrambi arrestati, appoggiati dal “flanker”, alimentavano le richieste di cocaina di assuntori che lo frequentavano durante feste successive ad incontri di rugby. Il locale, noto punto di ritrovo del capoluogo della Val d’Arda, a causa di tali attività e l’assidua frequentazione da parte del gruppo di rugbisti e di noti spacciatori pregiudicati di origine albanese era diventato un “chiacchierato” crocevia della cocaina per tutta la provincia. Nell’inchiesta sono citati anche alcuni night dove fra ballerine e soldi la droga girava a fiumi, motoraduni di bikers dove Maserati riforniva i suoi clienti, alberghi e eventi sportivi vari. Interessante inoltre la figura dell’avvocato Maria Elena Concarotti, legata ai fratelli Dorjan e Syrja Uku, albanesi. L’avvocato, che spalleggiava i due nelle attività di spaccio e forniva indicazioni sui processi, è stata arrestata.

LA DROGA DAL PARMENSE Nelle intercettazioni si scopre infine come Maserati e i suoi, temendo di essere arrestati, prendessero per i fondelli i carabinieri chiamandoli con epiteti offensivi o semplicemente  “i mastini”. Da quelle stesse telefonate emerge come il canale di approvvigionamento della droga fosse soprattutto il Parmense, dove opera e risiede una banda di albanesi (la maggior parte arrestati). Le basi logistiche dello stoccaggio e del taglio della coca erano infatti Medesano (e Busto Arsizio) e come basi di smercio all’ingrosso Fidenza, Salsomaggiore Terme, Noceto, Langhirano, Busseto, Tabiano Terme, Collecchio e Alseno.

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