Dopo la sceneggiata delle finte dimissioni del sindaco Natalicchio è in cartellone quella del voto su Azzollini

il teatrino di Paola

Lettera aperta al segretario del PD di Molfetta

Caro segretario Pietro Augusto de Nicolo, la faccia dei senatori PD, che hanno votato contro l’arresto del senatore Azzollini, non riusciremo a vederla perché non sanno più dove nasconderla; in particolare quelli che in Giunta hanno votato a favore e oggi hanno votato (se hanno votato) contro l’arresto. Non faccio questioni di tessere di partito da bruciare, ma vorrei solo sperare che il PD molfettese faccia un comunicato stampa per esprimere il disagio e il dissenso rispetto al “voto di coscienza” promosso, e direi suggerito, dal senatore Zanda. L’inciucio prese forma già quando non fu autorizzato l’uso delle intercettazioni di Azzollini nelle indagini riferite al Porto di Molfetta. Anche allora c’era “fumus persecutionis”? Non si tratta di essere forcaioli ad ogni costo, ma di riportare alla realtà la giustizia italiana, e rimettere sullo stesso piano il cittadino qualunque, che se interessato da un ordine di arresto è condotto nel tempo utile in carcere o ai domiciliari, e un parlamentare che si avvale della propria immunità e s’impiega quasi due mesi per decidere se arrestarlo, e nella maggioranza dei casi non viene arrestato.

La consolidata distanza dei cittadini dalla politica trova ulteriore terreno fertile in questi momenti, ed è pienamente giustificata. Non è più tempo per la politica parlamentare di occuparsi delle questioni giudiziarie dei singoli onorevoli; a questi ultimi spetta il compito di essere trasparenti e onesti ed essere giudicati dagli elettori, e alla sola giustizia spetta il compito di decidere se arrestarli e giudicarli colpevoli o innocenti. Nel nostro caso specifico conosciamo l’uomo politico, lo stesso che non è stato sfiorato minimamente dalla giustizia quando ha truffato lo stesso Stato che rappresenta distraendo fondi statali per la ricostruzione delle famose “Palazzine Fontana” e quando ha favorito le famiglie malavitose molfettesi per la concessione dei box del “Mercato diffuso”. Conosciamo benissimo anche tutta la storia della costruzione del nuovo porto per cui è indagato e, solo per questo, come cittadino molfettese e italiano, sono indignato per il voto espresso oggi in Senato per altra inchiesta in cui è indagato. Ormai da questo PD nazionale e molfettese non mi aspetto i miracoli, ma almeno un minimo di dignità. Sono certo che domani in consiglio comunale, così come è avvenuto nell’ultima seduta, non ci sarà nessuna richiesta di parola per “fatto grave“. E quale sarebbe il fatto grave? Esattamente quello che ho scritto, e tutti faranno finta che non ci siano state le “dimissioni” di un sindaco e che il senato abbia salvato dagli arresti l’ex sindaco di Molfetta, grazie ai voti del PD. Si continuerà a galleggiare in una palude politica fatta di inciuci e rimpasti quotidiani che stanno facendo scivolare la città in un evitabile baratro. Un’ultima cosa, segretario, se dovesse scrivere ai piani alti, mi faccia una cortesia, dica alla Serracchiani di evitare di fare finta di essere amareggiata per come ha votato il suo PD sull’arresto di Azzollini, almeno si evita di fare una seconda sceneggiata dopo quella delle finte dimissioni della sindaca di Molfetta.

di Matteo d’Ingeo

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