Dopo la confisca dei beni al marito dell’ex assessora Germano, il Prefetto chieda l’accesso della Commissione d’Indagine al Comune di Molfetta

Nella primavera del 2018, i finanzieri della Tenenza di Molfetta avevano dato esecuzione a un decreto di sequestro anticipato, emesso dal Tribunale di Bari – Terza Sezione Penale in funzione di Tribunale della prevenzione, nei confronti del 42enne Michele Carrara, socio e rappresentante legale di una società operante nel commercio di autovetture. Le indagini patrimoniali, avviate dalle Fiamme Gialle nel 2016, avevano permesso di accertare “la pericolosità sociale del soggetto, dedito abitualmente a condotte delittuose, con precedenti penali per truffa e falso e condannato con plurime sentenze irrevocabili per ricettazione, falso e furto aggravato in concorso”.

Proprio grazie al profitto di quei reati, il 42enne bitontino aveva potuto condurre un tenore di vita sproporzionato rispetto agli esigui redditi dichiarati avendo di fatto accumulato ingenti ricchezze, intestate a vari prestanomi, quali il complesso aziendale, inclusi i numerosi autoveicoli del parco auto, immobili, terreni, autovetture private e cospicui saldi attivi in diversi rapporti bancari e postali per un importo complessivo che veniva stimato in circa 1.800.000 euro.

Nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione “Simsalabim”, i finanzieri della Tenenza di Molfetta hanno proceduto all’esecuzione del provvedimento di confisca del patrimonio nei confronti dello stesso Carrara Michele già condannato in via definitiva per i reati di ricettazione, furto e falso.

Il Provvedimento, emesso dal Tribunale di Bari riguarda il capitale sociale ed il compendio aziendale di S.R.L. esercente l’attività di vendita di autoveicoli nuovi ed usati, autoveicoli personali, 2 immobili, 7 terreni, 3 conti correnti bancari e 1 libretto postale, 8 polizze assicurative e 1 deposito titoli.

Con questa operazione la Guardia di Finanza conferma, ancora una volta, come le misure di prevenzione patrimoniali, previste dalla vigente normativa antimafia (contenuta nel D.Lgs n. 159/2011 – c.d. Testo Unico Antimafia), siano uno strumento fondamentale per colpire la criminalità e tutti i soggetti dediti alla commissione di illecite attività economiche, privandoli delle risorse economiche che permetterebbero di continuare a delinquere.

La notizia in se è già grave e ci restituisce l’immagine di una comunità inquinata criminalmente anche dall’esterno, ma il provvedimento di confisca assume un significato ancora più grave perché è stato messo a segno nei confronti di un cittadino, definito “socialmente pericoloso“, coniuge della ex assessora del Comune di Molfetta Carmela Germano

In campagna elettorale avevamo già segnalato alcune discutibili candidature in alcune liste civiche dei vari schieramenti politici e avevamo anche segnalato in rete molti candidati che affiggevano i loro manifesti in luoghi non idonei alla propaganda elettorale. La signora Germano, come semplice candidata al consiglio comunale, aveva affisso sulla vetrina del salone auto “SimSimCar” gestito da suo marito e ora confiscato. Ancora oggi ci chiediamo come, il sindaco Tommaso Minervini, abbia potuto nominare in Giunta Comunale una sconosciuta per il popolo molfettese, senza alcun titolo o competenza amministrativa, residente nel territorio di Bitonto e moglie di un signore ritenuto dal Tribunale di Bari “per le sue condotte, socialmente pericoloso”.

Un fatto molto grave che dovrebbe far riflettere su possibili “infiltrazioni o condizionamenti” nella giunta Minervini. Delle due l’una, se Tommaso Minervini era al corrente della storia della famiglia Germano-Carrara è già fatto grave, oppure, se lo stesso sindaco non era al corrente della storia della stessa famiglia ed è stato costretto da terzi a candidare e nominare assessora la signora Germano è ancora più grave. 

A questo punto il Prefetto dovrebbe chiedere l’accesso della Commissione d’indagine nella Casa Comunale, ai sensi dell’articolo 143 – Testo unico degli enti locali (TUEL , D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267),  per verificare se ci sono stati, nei 9 mesi di attività amministrativa dell’assessora Germano, e dopo, eventuali forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione dei procedimenti di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi, compromettendo il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione comunale. Nel frattempo non registriamo, su questa grave vicenda,  alcuna iniziativa politica da parte dei partiti all’opposizione in consiglio comunale, solo un silenzio assordante.

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