Dopo il ritrovamento dell’ultimo ordigno, i cittadini hanno diritto di sapere

Dopo il silenzio assordante del sindaco senatore Azzollini negli ultimi 7 anni,  il 15 aprile u.s. insieme a numerosi cittadini e ai candidati sindaco Paola Natalicchio, Bepi Maralfa e Gianni Porta, avevamo chiesto al Commissario Straordinario di ricevere informazioni e aggiornamenti sulla bonifica bellica in atto nello specchio acqueo del porto di Molfetta e di quello antistante Torre Gavetone. Non avendo ricevuto alcun cenno di risposta, il 23 maggio u.s. abbiamo inviato un sollecito-diffida ma anche questo senza esito. Stamattina, dopo il ritrovamento del presunto ordigno di piccole dimensioni a 100m da Torre Gavetone verso Molfetta, abbiamo protocollato un ulteriore sollecito all’amministrazione comunale allegando le precedenti richieste.

Era il 15 aprile quando chiedevamo:

I sottoscritti, in vista dell’imminente riapertura della stagione balneare, preoccupati per le pessime condizioni in cui versa il nostro mare e delle possibili ricadute negative, non solo per la salute della cittadinanza ma anche per la crisi economica che potrebbe derivarne, espongono le seguenti considerazioni.

Premesso:

– che nell’Accordo di “Programma per la definizione del Piano di Risanamento delle Aree Portuali del Basso Adriatico” dalla Legge finanziaria 448 del 2001, al comma 6-7) dell’art. 3, si dichiarava che l’ISPRA (ex ICRAM) e ARPA Puglia avrebbero provveduto al prelievo di sedimenti dai fondali marini da destinare alle determinazioni analitiche volte alla verifica di composti tossici eventualmente rilasciati da residuati bellici corrosi e di contaminanti di origine antropica (All. n.1);

– che l’11.10.2010 con delibera di Giunta Comunale n. 257 l’amministrazione comunale approvava una convenzione con l’ARPA PUGLIA per attività di controllo e verifica e modalità di monitoraggio marino da parte della stessa Agenzia, prima, durante e dopo le operazioni di dragaggio di 1^ fase, fissando anche l’onere economico in €. 36.000,00 complessivi che il Comune di Molfetta deve riconoscere all’ ARPA Puglia (All. n.2);

– di aver appreso dall’Ordinanza emessa dal Capo del Circondario Marittimo di Molfetta n. 3 del 03/02/2011, del divieto di balneazione per una distanza di 500 metri a monte e a valle dei punti geografici A (Lat 41° 11.89’N – Long. 016° 38.22’E); B (Lat 41° 11.81’N – Long. 016° 38.56’E) ; C (Lat 41° 11.66’N – Long. 016° 38.52’E9; D (Lat 41° 11.69’N – Long. 016° 38.18’E);

– che i punti D ricadono nel territorio di Molfetta e sono rispettivamente a 350 e 90 metri circa dalla riva di TORRE GAVETONE ;

– che dal 1 agosto 2011 l’Ordinanza emessa dal Capo del Circondario Marittimo di Molfetta n. 3 del 03/02/2011 è stata recepita dal Comune di Molfetta e resa operativa con dei cartelli di divieto di balneazione lungo tutta la battigia in località Torre Gavetone, ma mai fatto rispettare dalle autorità preposte (All. n.3);

– di aver appreso dalla lettura della relazione della “COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI” approvata il 20 giugno del 2012 che:

“…. Altra questione evidenziata dal magistrato attiene alla bonifica di un tratto del litorale compreso tra Molfetta, Giovinazzo e Bisceglie, contaminato da una serie di fusti contenenti bombe all’iprite. Dopo la seconda guerra mondiale l’intero arsenale italiano delle bombe chimiche doveva essere eliminato e fu quindi deciso di individuare come luogo di smaltimento un sito al largo della città di Molfetta…

Allo stato, gli ordigni sono disseminati nella zona da Bisceglie sud a Giovinazzo nord e Molfetta, non sono in sicurezza e si stanno corrodendo le chiusure dei fusti. La difficoltà di bonificare i siti, da un lato, sta bloccando i progetti di realizzazione di aree portuali, dall’altro, a causa della corrosione dei fusti, la sostanza chimica si sta diffondendo nel mare compromettendo l’habitat naturale.

L’argomento è stato tenuto riservato, trattandosi di segreto militare; ultimamente il segreto militare è stato rimosso. La questione è come intervenire su questa problematica, sia per il fatto che i vari enti hanno occultato la situazione, sia per le modalità con cui è stata condotta la bonifica, fatti sui quali sono in corso indagini….” (All. n.4);

– che in questi anni la cittadinanza non è mai stata informata, con adeguate ordinanze sindacali, sul trasporto di ordigni bellici al fosforo da far brillare in cava nella vicina città di Corato;

considerato:

– che la cittadinanza molfettese vive un clima di insicurezza dovuto alla mancanza di notizie ufficiali sull’andamento della bonifica, sul numero degli ordigni ritrovati, sulla loro natura ed assenza di notizie certe sulla balneabilità e sicurezza del nostro mare;

chiedono alla S.V. di conoscere:

– se tutte le operazioni di bonifica da ordigni bellici in atto a Molfetta vengano eseguite nel rispetto dei protocolli di specie e nel rispetto della salute pubblica e salvaguardia dell’ecosistema.

 In particolare, se le indagini finalizzate alla bonifica ambientale mediante il prelievo e il trattamento dei sedimenti previsto nel Piano di caratterizzazione e bonifica da ordigni bellici nel basso Adriatico venga svolto correttamente dall’ISPRA e dall’ARPA Puglia con il relativo rapporto sull’esito delle operazioni eseguite;

se nei fondali marini antistanti Torre Gavetone, all’interno delle coordinate riportate nell’ordinanza n. 3 del 03/02/2011, giacciano bombe a vista sui fondali, oppure ordigni a caricamento chimico cementati nella roccia;

– se la balneazione a Torre Gavetone sia ancora vietata e se il Suo ufficio intenda far rispettare il divieto con una corretta informazione preventiva a salvaguardia della salute e sicurezza pubblica;

– se gli appalti in corso, e quelli precedenti, riguardanti la bonifica del porto e di Torre Gavetone siano stati espletati e assegnati nel rispetto delle leggi vigenti.

Inoltre si chiede di conoscere il numero di ordigni, fino ad oggi, recuperati o individuati e la loro tipologia di caricamento.

Firmato da 94 cittadini

Riteniamo di non poter attendere altro tempo perché il litorale di Torre Gavetone è frequentato quotidianamente da famiglie e bambini proprio nella zona dell’ultimo ordigno ritrovato e  nonostante il divieto di balneazione posto in zona dal 1 agosto 2011.

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