Discarica di Trani, il percolato è sempre più pericoloso: oltre i limiti i valori di ben cinque metalli

 

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I livelli di presenza dei metalli all’interno del percolato della discarica di Trani restano in alcuni casi particolarmente elevati e superiori al limite consentito. È quanto emerge dalle analisi ripetutamente fatte effettuare dall’Amiu presso i vari pozzi spia dell’impianto di contrada Puro vecchio, con particolare riferimento al pozzo P6v, quello più vicino alla parete della discarica in cui si è verificato l’incidente, e conseguente dispersione di percolato verso la falda acquifera, alla base della chiusura della discarica del 4 settembre 2014, disposta dall’Ufficio grandi rischi della Regione Puglia.

In particolare, secondo i dati rilasciati dalla società Alchema, di Modugno, sotto la direzione del professor Gaetano Nuovo, a partire dallo scorso 8 maggio, e fino all’ultimo rapporto rilasciato, del 9 ottobre, la presenza di nichel e ferro è sempre stata superiore alla norma in dieci prelievi su dieci.

Il decreto legislativo che regola la legittimità delle contaminazioni di acque sotterranee indica in 200 milligrammi per litro la presenza consentita di ferro in un campione d’acqua, ma la situazione intorno a quel pozzo è la seguente: 8 maggio, 1062; 4 giugno, 1046; 22 giugno, 3563; 7 luglio, 1116; 22 luglio, 1317; 6 agosto, 904; 25 agosto, 522; 9 settembre, 529; 24 settembre, 1883; 9 ottobre, 1517. Come si può notare, l’incremento esponenziale s’è avuto a partire da ottobre, quando i valori si sono triplicati rispetto ai già alti livelli del mese precedente, probabilmente anche e soprattutto in considerazione dell’aumento di frequenza delle piogge, che determinano inevitabilmente un incremento della quantità di percolato.

L’altro valore sempre oltre la norma è quello del nichel, che dovrebbe essere contenuto entro i 20 milligrammi al litro, mentre anche in questo caso la progressione, nelle stesse date precedenti, non conforta per nulla: 54; 59; 82; 56; 22; 64; 52; 39; 36; 132; 80.

Il manganese, che dall’8 maggio è sempre stato al di sopra del limite consentito di 50 milligrammi per litro, per la prima volta proprio il 9 ottobre è sceso a 48. Per altro verso, si stanno incrementando in maniera preoccupante anche i valori dell’arsenico, che dovrebbe essere contenuto entro i 10 milligrammi per litro: dopo che l’8 maggio l’analisi era parsa rassicurante, con la presenza di 9 mg, i valori sono andati fuori controllo: 21; 43; 46; 27; 27; 41; 24; 126; 103. E non può passare inosservato il dato relativo al cromo totale, pure in questo caso sempre oltre 50 milligrammi per litro, con l’eccezione del 9 settembre. Il problema è che, mentre prima di quella data i valori sembravano più o meno stabili, negli ultimi due rilievi anche questo metallo è schizzato a quota 180 milligrammi per litro, il 24 settembre, e 159, il 9 ottobre.

​Da questi numeri sembra di comprendere che la discarica continui a rappresentare un pericolo, sebbene sia chiusa ormai da quindici mesi e costantemente monitorata, soprattutto dopo il sequestro penale dello scorso 15 gennaio, per presunto disastro ambientale, nell’ambito di un’inchiesta che vede sedici persone iscritte, a vario titolo, nel registro degli indagati.

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