Pietro Sorrenti, titolare della concessionaria Dinauto, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi. Lo ha stabilito lo scorso martedì il giudice monocratico del tribunale di Molfetta, Lorenzo Gadaleta.
Sorrenti era stato trascinato in aula con l’accusa di truffa aggravata ai danni di alcuni clienti della sua concessionaria, dichiarata in seguito fallita, per non aver consegnato le auto seppur regolarmente pagate (in contanti o dietro la sottoscrizione di un mutuo).
Del caso si occupò “Striscia la notizia”. Un mese dopo, un’inchiesta della Guardia di Finanza di Molfetta denominata “Ghost cars” portò al suo arresto e alla denuncia di altre sette persone, tra dipendenti dell’autosalone e collaboratori di un’agenzia finanziaria.
A Sorrenti furono contestate dal sostituto procuratore di Trani, Mirella Conticelli, 42 ipotesi di truffa, ridotte nel corso del dibattimento a 9.
L’ex titolare di “Dinauto” è stato anche condannato al pagamento di una multa di mille euro, oltre all’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Il giudice ha al contempo negato il pagamento di una provvisionale nei confronti delle parti civili, che potranno essere richieste nell’ambito di un prossimo giudizio civile e ha escluso nei confronti del condannato le aggravanti, tra cui quella di aver consumato la truffa nei confronti di soggetti tutelati.
La lettura della sentenza è giunta al termine della lunga arringa difensiva del legale del concessionario, l’avv. Maurizio Masellis, che aveva richiesto per il suo cliente il rito abbreviato.
Poco prima di Natale la difesa aveva segnato un altro punto a suo favore: dal tribunale di Trani era giunta infatti l’archiviazione delle posizioni degli altri indagati per associazione a delinquere.
Masellis per conto del suo assistito ha annunciato il ricorso in appello.
SE QUESTA E' GIUSTIZIA MI AUGURO UN'ESCALATION DELLA DITTATURA IN ITALIA.