Nel processo a Pietro Sorrenti, il titolare del salone Dinauto, accusato dal sostituto procuratore Mirella Conticelli di truffa, potrebbe comparire anche la responsabilità civile.
Si tratta di un altro concessionario, che forniva vetture al punto vendita molfettese, di alcune finanziarie e della curatela del punto vendita molfettese (dichiarato fallito), verso cui i legali di parte civile potrebbero rivalersi per i casi delle auto pagate e non consegnate.
La richiesta è stata manifestata martedì nell’udienza in discussione nella sezione staccata di Molfetta del tribunale di Trani.
Spetterà al giudice monocratico Lorenzo Gadaleta, al ritorno in aula il prossimo 25 ottobre, decidere se ammetterli o meno.
All’istanza delle parti civili si è opposto l’avvocato Maurizio Masellis, difensore dell’imputato. Sostiene, il legale, l’estraneità della responsabilità civile all’interno del processo, nato dall’operazione della Guardia di finanza del 2009 denominata “Ghost cars” e anticipata da un’inchiesta di Striscia la Notizia.
Quarantuno in tutto le ipotesi di reato, suddivise tra il procedimento in corso a Molfetta e un altro, per cui il sostituto procuratore Mirella Conticelli ha chiesto l’archiviazione e di cui si attende il responso del gip.
Per non dimenticare…