di Redazione Il Fatto Quotidiano
Auto, immobili di lusso, partecipazioni societarie. E’ questo il patrimonio da 2,3 milioni di euro sequestrato dal Gico della Guardia di Finanza di Roma a Fabrizio Piscitelli, conosciuto come “Diabolik”, lo storico capo ultrà degli Irriducibili della Lazio, dal 24 settembre in carcere a Rebibbia per traffico di droga e coinvolto in passato in altre vicende criminali.
Il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Roma in dettaglio ha riguardato: un patrimonio aziendale e beni di una società, con sede a Roma, per il commercio all’ingrosso di abbigliamento e accessori; fondo comune e un intero patrimonio di un’associazione culturale di Roma gestita con altre figure di spicco della frangia estrema della tifoseria laziale per fini culturali e ricreativi; quote societarie di una società di Roma per la produzione nei settori della stampa, della editoria e della grafica; due immobili di grandi dimensioni e valore a Grottaferrata (Roma); tre auto; oltre che a rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni. Il tutto per un valore di oltre 2.300.000 euro.
“Diabolik” è già sottoposto a sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Nel 2013 venne arrestato dalla Finanza come promotore, finanziatore e organizzatore dell’acquisto di grossi quantitativi di hashish dalla Spagna, introdotti in Italia tramite corrieri.
Piscicelli ha avuto rapporti tra il 1991 ed il 1992 con il boss della camorra trapiantato a Roma Michele Senese, che attraverso “Diabolik” e il fratello Gennaro Senese aveva stretto accordi con il clan Abate, all’epoca egemone nell’area di San Giorgio a Cremano (Napoli). Accordi finalizzati all’approvvigionamento di eroina dalla Turchia, via Germania e di hashish dalla Spagna. In tempi più recenti Piscicelli è stato coinvolto nel processo sulla tentata scalata alla Lazio con capitali criminali e in molti episodi di violenza negli stadi.