De Magistris: "Non sono la 'letteronza' di Antonio Di Pietro"

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Intervista a tutto campo di Affaritaliani.it a Luigi De Magistris, ex pm e candidato con l’Italia dei Valori alle elezioni europee di giugno.

di Stefano Golfari (www.affaritaliani.it/…)

Luigi De Magistris, mentre lei sta in campagna elettorale da Salerno è arrivata la notizia del suo proscioglimento dalle accuse che le erano state mosse nell’ambito delle inchieste da lei condotte in passato, in "Toghe lucane" nel particolare. De Magistris non è più indagato, ma non è più PM. Come commenta?


"Come commento? Dico che me l’aspettavo, l’archiviazione. Ne ero assolutamente certo perché sono sicuro di essere stato un magistrato come si deve, uno che è stato bloccato perché dava fastidio. E il GIP ha confermato: c’è chi ha interferito gravemente per bloccare le mie indagini".

E adesso, dunque, ripartirà all’attacco? Contro chi…?


"No, guardi, ora sto in campagna elettorale. Ero magistrato e mi hanno costretto a diventare un politico. E allora faccio politica, sto su un altro piano, e non cerco rivincite personali… Dico però che il problema vero, la questione grossa, resta il CSM. E’ il Consiglio Superiore della Magistratura che mi ha tolto le indagini…".

…Ed è la Cassazione che deciderà se smentire o confermare quelle scelte: l’udienza è stata fissata per il 16 giugno, proprio a ridosso delle elezioni europee alle quali lei parteciperà come candidato indipendente nell’Italia dei Valori di Antonio di Pietro. Saranno settimane piuttosto impegnative le sue prossime, a quanto pare…

"Io sono in cammino verso la politica, verso la politica con la P maiuscola. So che dovrò camminare parecchio per trovarla… Ma le posso dire che sto vedendo un grande entusiasmo fra le persone che incontro, mi sembra che ci siano dei segnali molto incoraggianti. Perché sono convinto che per potere cambiare la politica bisogna creare un rapporto molto più stretto con la società civile".

Però i nomi più grossi, fra i politici coinvolti nelle sue inchieste poi da quelle inchieste sono usciti, Prodi, Fassino, Mastella…

"Io faccio un altro tipo di ragionamento, a partire da Mastella: fino a che c’ero io come PM Mastella stava nell’indagine, non fuori…".


Ma qual è il terreno sul quale lei vorrebbe ancora indagare da PM, e verso dove lancerà, invece, la sua battaglia politica?

"Le rispondo in breve: i fondi europei. Lì c’è da lavorare parecchio per tutti, per la magistratura e per la politica. Si va dalla incapacità di gestione al crimine organizzato, e si sprecano miliardi sopra miliardi…".
 
E ora che sta dentro la politica, che cosa pensa di Berlusconi?

"Penso che il berlusconismo sia più pericoloso di Berlusconi, non bisogna enfatizzare la sua figura personale. Quello che mi preoccupa sono i progetti di stravolgimento della Costituzione che la maggioranza guidata da Berlusconi porta avanti. E mi riferisco a tutte quelle riforme che tendono a ridimensionare se non ad annullare gli organi di controllo e di garanzia, l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, la libertà di informazione. E poi c’è il ruolo del Parlamento, che si vorrebbe ridotto a poco più di un simulacro formale magari con il voto concesso solo ai capigruppo. E’ un disegno sostanzialmente illiberale, se non autoritario, che rafforza solo i poteri suoi, di Berlusconi. Altro che sorrisi e battute di spirito…".

Della Lega Nord, che opinione ha? Si parla di un’espansione del consenso al partito di Bossi nelle regioni del Centro e anche al Sud, nelle zone che lei conosce così bene…

"Io sarei un poco più cauto, non credo che la Lega possa proprio sfondare al Sud (almeno per ora). Però innanzitutto vorrei distinguere: massimo rispetto e massima attenzione per il popolo della Lega quando chiede legalità e lotta contro lo sperpero delle risorse pubbliche, ma poi vedo una fortissima contraddizione con i dirigenti e i parlamentari leghisti che approvano leggi e adottano provvedimenti con persone che fino ad adesso hanno sperperato il danaro pubblico e hanno rimpinguato fortemente i comitati d’affari. Non riesco proprio a comprendere come il popolo della Lega possa andare insieme al Popolo della libertà, questa è una contraddizione che prima o poi dovrà venir fuori".

Perché, nel Popolo della Libertà esiste secondo lei un problema di contatti particolarmente numerosi con ambienti malavitosi?

"Mah… Io prendo atto che ci sono pregiudicati per fatti molto gravi all’interno di quello schieramento, e non si puà non notare che quella maggioranza politica ha fatto le leggi che hanno notevolmente ostacolato l’attività della magistratura, oltre a leggi inaccettabili come quelle ad personam, e poi sostanzialmente c’è una attività che non e c’è, sostanzialmente, una linea d’azione che non va assolutamente nella direzione di un rafforzamento della Giustizia. Quando vedo che il ministro dell’Interno invece di dare mezzi e risorse alle forze dell’ordine vuole fare approvare uno strumento che non serve a nulla come quello delle ronde, credo che prima o poi il popolo della lega dovrà porsi questa riflessione… e dovrà pensare che esistono schieramenti diversi, come ad esempio questo progetto dell’Italia dei Valori che garantisce molto di più sul tema della giustizia e della sicurezza". 


E perché le ronde non servono, secondo lei?


"Ci sono le auto della polizia senza benzina e Procure della Repubblica senza magistrati, e la risposta è di affidare la sicurezza ai privati? Così si delegittimano la Polizia, i Carabinieri e lo Stato. E poi, lei si immagina le ronde a Gela, a  Palmi, a Locri? Lì il controllo del territorio sta in mano alla criminalità organizzata, e c’è il rischio, altissimo, che a fare le ronde sarebbero proprio loro: la camorra, la ‘ndrangheta, la mafia. Sono contraddizioni troppo evidenti, invito le persone sensibili su questi temi – come lo sono i leghisti – a rifletterci…".

A proposito: qualche leghista ha lanciato l’idea di candidare Saviano, il quale però si tiene ben lontano dalle liste elettorali. Lei invece è candidato. Chi ha fatto la cosa giusta?


"Sono due storie molto diverse le nostre, stimo profondamente Saviano e ciò che sta facendo ma un paragone non avrebbe senso. E poi io sono finito in politica perché mi hanno tolto le inchieste, perché il pubblico ministero non me lo lasciavano più fare. E’ stata una scelta "spintanea", metà obbligata e metà spontanea, non l’ho cercata io la politica, è la politica che è arrivata a me attraverso la notorietà che derivava dalle inchieste…".

Appunto, c’è chi la accusa di sfruttare questa notorietà mediatica in modo non dissimile a quello che si imputa alle veline, alle letterine e letteronze in lista con il PDL. Lei è la "letteronza" di Di Pietro?


"Ma non diciamo fesserie, io ho pagato prezzi altissimi! Sono stato trasferito di ruolo, ho avuto sanzioni disciplinari, sono stato allontanato dalla mia famiglia, è stato un trauma vero per me dover arrivare alla politica per non essere messo a tacere. E la mia storia personale non è soltanto mia, non è protagonismo soggettivo: c’è dentro un’idea di Giustizia che spero sia condivisa dalla gran parte della società civile di questo Paese. No, non sono la ‘letteronza’ di Di Pietro".

E prima, in passato, per chi ha votato?


"Sempre a sinistra….".

…PCI?


"Il PCI non c’è più da parecchio, ma sì, ho votato anche PCI a suo tempo. Ero un sostenitore di Berlinguer, e della sua “Questione morale” in particolare, ricordo l’intervista di Scalfari che lanciò il tema. Una stagione politica fondamentale quella, e attualissima…".

E Di Pietro ha raccolto il testimone? E’ il nuovo Berlinguer?


"I tempi e gli uomini sono quanto mai differenti: Di Pietro ha capito che per difendere la Costituzione bisogna fare come coloro che la scrissero, accogliere apporti differenti, diverse provenienze politiche, perché la cosa importante è l’obiettivo comune. In questa tensione mi ritrovo pienamente, e in qualche modo ritrovo qui quella questione morale che invece i partiti della sinistra storica hanno colpevolmente dilapidato. Come si fa oggi ad essere di sinistra e votare PD, questo non lo capisco proprio. Solo questo progetto dell’ Italia dei Valori può veramente difendere i temi forti della Costituzione, della  Giustizia e della Democrazia" .

Stefano Golfari

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