Pino de Candia
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Proprio nel giorno in cui la sinistra conquista due grandi città come Milano e Napoli, la sinistra molfettese perde un altro pezzo. Nel consiglio comunale di ieri sera, a sorpresa, il consigliere comunale del Pd, Pino de Candia, si è dichiarato indipendente rispetto al suo partito e all’intera coalizione d’opposizione. Dopo i divorzi che in questi anni hanno riguardato Adele Claudio, Carmela Minuto e Francesco Mangiarano, la minoranza perde un altro esponente e può contare adesso solo su sette consiglieri comunali, un numero non sufficiente nemmeno per chiedere la convocazione urgente delle sedute consiliari.
La decisione di de Candia è clamorosa non solo perché si tratta di uno degli esponenti di spicco della politica cittadina – nel 2008 fu il secondo eletto del Partito Democratico con 442 voti –, soprattutto per le durissime dichiarazioni che hanno accompagnato la sua presa di posizione: “Il mio non lieve malessere politico viene da lontano” ha dichiarato de Candia ieri sera in aula. “Non è dettato da intenti trasformistici, né da ambizioni personali, ma dalla presa d’atto della grande difficoltà in cui si trova il Pd locale, che non riesce a farsi interprete delle richieste che provengono dalle forze sane della nostra città, e che ritengo abbia disatteso le aspettative di quanti come me hanno contribuito con schiettezza e sincerità alla sua formazione”.
Sui provvedimenti riguardanti Ici e Irpef, de Candia ieri ha votato insieme con la maggioranza. La sua scelta sposta così il baricentro dell’opposizione sempre più verso sinistra, a favore di Sinistra e Libertà e e Rifondazione Comunista, che insieme adesso “pesano” quattro consiglieri su sette.
Nel suo intervento, de Candia riferisce di un rapporto difficile con in vertici del Pd, fatto di “incomprensioni” e “disguidi” aggravati “fino a diventare inconcludenti divaricazioni di merito e metodo nel modo di intendere il ruolo di opposizione”.
“Il mio gesto – ha aggiunto – intende dare una speranza a tutti quei moderati che non si riconoscono negli schemi di questa politica, schemi caratterizzati da una maggioranza prigioniera di alcuni e da un’opposizione sempre più inesistente e lontana dalle aspettative dei cittadini”.
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