Da “Striscia” in tribunale. In aula il caso Dinauto


Foto: © n.c.

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È stato aggiornato all’11 ottobre il dibattimento del processo che vede imputato Pietro Sorrenti, ex titolare della concessionaria “Dinauto”. 

L’imprenditore dovrà difendersi, dinanzi al giudice monocratico Lorenzo Gadaleta. dall'accusa di truffa mossa dal titolare delle indagini, il pubblico ministero Mirella Conticelli


I fatti risalgono al febbraio 2009, con la denuncia di due cittadini di Ruvo di Puglia, che lamentò di non essere venuto in possesso della sua Fiat Panda nonostante avesse corrisposto alla concessionaria i 9.600 euro del costo di listino. Stanco di attendere, si rivolse al popolare tg satirico “Striscia la notizia” che fece rimbalzare la denuncia nell’etere. 

Circa un mese dopo, un’operazione della Guardia di finanza denominata "Ghost car" portò all’arresto di Sorrenti e alla denuncia di altre sette persone appartenenti ad alcune finanziarie, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffa aggravata. Accusa poi decaduta al termine delle indagini. Nel frattempo, su istanza del suo legale, l’avv. Maurizio Masellis, terminò la custodia cautelare di Sorrenti. 

Nel frattempo, e siamo ad aprile 2009, la Panda fu consegnata ai due ruvesi.

Quarantuno le ipotesi di reato contestate al titolare della concessionaria (dichiarata in seguito fallita). Non tutte sono giunte martedì in aula a Molfetta. Innanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani ne pendono altre per cui è stata chiesta l’archiviazione. 

Decine le costituzioni di parte civile. Si tratta di clienti la cui storia è simile a quella denunciata in tv. In molti casi, come sottolinea l’avvocato Marcello Magarelli, legale di uno dei clienti della concessionaria, nonostante le auto non siano state consegnate c’è chi ancora paga le rate sottoscritte con il finanziamento. 

Il prossimo ottobre si ripartirà da qui. E non è escluso che l’avv. Masellis chieda per il suo assistito la definizione del processo con rito alternativo.

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