“Da Standard & Poor’s e Fitch notizie false sull’Italia”. Chiuse le indagini, chiesti sette rinvii a giudizio

"Da S&P's notizie false sull'Italia" Chiuse le indagini, chiesti sette rinvii a giudizio

di GIOVANNI DI BENEDETTO – bari.repubblica.it

L’accusa è fin troppo chiara, oltre che grave. Le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch avrebbero manipolato il mercato diffondendo informazioni distorte, se non addirittura falsate. Per questo la procura di Trani, dopo aver chiuso l’inchiesta sulle multinazionali americane chiamate ad analizzare la solidità finanziaria di uno Stato, ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone, ritenute figure apicali delle agenzie.

Sorte diversa per i due indagati di Moodys’, la prima delle tre consorelle a finire sott’inchiesta per la diffusione, a maggio 2010 a mercati ancora aperti, di notizie che riguardavano la debolezza del sistema bancario italiano paragonato a quello della Grecia. Il capo della procura Carlo Maria Capristo e il magistrato Michele Ruggiero hanno avanzato per loro richiesta di archiviazione, dopo aver valutato anche le memorie difensive che “‘quantunque emergano situazioni penalmente valutabili sotto il profilo oggettivo, non si apprezzano conclusivamente elementi univoci in ordine al profilo soggettivo”, ovvero “della intenzione degli autori dell”announcement’ di fornire ai mercati finanziari informazioni tendenziose ed idonee a provocare una manipolazione del mercato”.

Secondo l’accusa “la diffusione tendenziosa e distorta dei report sul debito sovrano dell’Italia da parte delle agenzie di rating avrebbe comportato una destabilizzazione dell’immagine, del prestigio e dell’affidamento creditizio della nostra Nazione sui mercati finanziari nazionali ed internazionali; una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato e un indebolimento dell’Euro”.

Secondo i magistrati devono essere processati il presidente di S&P financial service dal 2007 al 2011 Deven Sharma e il direttore operativo dei rating Fitch David Michael Willmoth Riley, oltre ad altri cinque manager delle due agenzie. Per tuti l’accusa è manipolazione del reato pluriaggravata. Questi in più occasioni, il 20 maggio 2011, il 1 luglio e il 5 dicembre, all’indomani della conferenza stampa del premier Mario Monti che presentava un programma di riforme strutturali per arginare l’ondata di sfiducia sui mercati finanziari nei confronti dell’Italia.

Altri declassamenti avvennero il 13 e il 27 gennaio di quest’anno. Un’indagine parallela è stata aperta dalla Corte dei conti che ha stimato in 120 miliardi di euro il danno erariale provocato dalle manipolazioni di mercato. Gli Stati uniti intanto hanno chiesto informazioni alla procura di Trani su Standard & Poor’s, anche l’autorità giudiziaria americana ha messo sott’inchiesta l’agenzia di rating, condannata in Australia in sede civile a risarcire la somma di 24 milioni di euro per valutazioni espresse nell’attività di rating. “Accuse totalmente infondate, dal
momento che il nostro ruolo è di fornire opinioni indipendenti sul merito di credito, secondo le nostre metodologie pubbliche e trasparenti applicate in modo coerente in tutto il mondo”. Lo afferma Standard & Poor’s, in relazione all’inchiesta di Trani, aggiungendo che continuerà a lavorare “senza timore”.

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