Criminalità, nei campi fra Bari e Brindisi le piste segrete per gli aerei dei clan con armi e droga

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di FRANCESCA RUSSI – http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/05/28/

Droga e armi per via aerea. Così il traffico cambia strada. A portare sostanze stupefacenti e fucili in Puglia non sono più corrieri a bordo delle navi, ma piloti alla guida di ultraleggeri. Le indagini e i numeri indicano il nuovo canale di approvvigionamento delle organizzazioni criminali. Le cifre parlano chiaro: al porto di Bari sono diminuiti i sequestri. E questo, al di là delle tecnologie sempre più precise e delle attività mirate da parte della guardia di finanza, non può essere un caso. Perché con l’allerta terrorismo internazionale e le maglie sempre più strette dei controlli alla dogana, i gruppi criminali devono aver deciso di cambiare strategia. Le indagini lo confermano: con deltaplani e biposto, velivoli in grado di percorrere lunghe distanze raggiungendo velocità superiori ai 100 orari, avviene il trasporto oltre Adriatico.

Già l’estate scorsa i carabinieri intercettarono a Ostuni un ultraleggero con tre quintali e mezzo di marijuana proveniente dall’Albania. A settembre, invece, la polizia bloccò a Vercelli un imprenditore con licenza di volo che, sfuggendo ai radar e su rotte turistiche sottratte al controllo doganale, era riuscito a portare al Nord un grosso quantitativo di droga. Con uno scalo tecnico a Lecce. A marzo la conferma con l’intercettazione sui cieli pugliesi da parte degli Eurofighter dell’aeroporto militare di Gioia del Colle di un piccolo velivolo che aveva varcato senza autorizzazione lo spazio aereo italiano.

Che la Puglia sia il punto di snodo delle rotte dei traffici internazionali di droga e armi è cosa nota, ma che sia diventata la base di atterraggio e di partenza di piccoli aerei civili è per gli investigatori una novità. La meta privilegiata dei biposto, in grado di trasportare il peso di due persone oltre a 30 chili in più, sarebbe fra Bari e Brindisi, dove ci sono strisce d’asfalto nascoste dall’erbaccia utilizzate per atterrare, rifornirsi e decollare verso il Nord Italia o verso l’Albania. Su questo si concentrano le indagini della guardia di finanza. A Bari i militari del comando provinciale, guidati dal generale Vincenzo Papuli, hanno messo a segno negli ultimi mesi numerosi sequestri di fucili d’assalto di fabbricazione sovietica. Tutte armi, dunque, provenienti dall’Est: Albania e Kosovo sono i Paesi dove dopo la fine dei recenti conflitti c’è disponibilità.

E sono proprio armi da guerra i due kalashnikov Ak-47 modificati, completi di 92 cartucce calibro 7.62 e tre caricatori, trovati dai baschi verdi, coordinati dal comandante Marco Tannoia, nascoste in un compressore all’interno del portabagagli di un’Audi A6. L’automobile, che sfrecciava a 200 chilometri all’ora sulla statale 16 in direzione Brindisi poco dopo le 20, ha insospettito una pattuglia di finanzieri, che dopo aver intimato l’alt ha ingaggiato un inseguimento durato circa 30 chilometri fino all’altezza di Torre Canne. A bordo c’erano due pregiudicati con un pedigree importante. Si tratta di Carmelo Semeraro, 55 anni, genero del superboss Francesco Prudentino detto ‘Ciccio la Busta‘, l’ex primula rossa del contrabbando di sigarette, e Giovanni Ciccarone, 48 anni, entrambi di Ostuni.

Entrambi con precedenti: il primo per associazione di stampo mafioso, rapina, furto, lesioni; il secondo per rapina, ricettazione, associazione per delinquere, estorsione e contrabbando. I due sono stati arrestati. È probabile che avessero fretta di portare le armi a destinazione, forse per una rapina a un portavalori imminente, e che per questo abbiano commesso l’imprudenza di fare loro da corrieri, un ruolo solitamente affidato a insospettabili. Si indaga adesso per accertare da dove provenissero le armi, che forse erano state custodite in un deposito vicino.

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