Crac del Bari, si va a processo: Giancaspro e Paparesta accusati di bancarotta

Il gup del Tribunale di Bari Francesco Mattiace ha rinviato a giudizio l’ex presidente del Fc Bari 1908, Cosmo Antonio Giancaspro, e la commercialista Anna Ilaria Giuliani. Giancaspro è accusato di bancarotta fraudolenta della società e di false comunicazioni sociali; Giuliani di falso in attestazioni e relazioni, reato previsto dalla legge fallimentare. Il processo inizierà il 6 aprile prossimo dinanzi alla seconda sezione del Tribunale.

Stralciata la posizione di Gianluca Paparesta, presidente della Fc Bari 1908, accusato di bancarotta, il giudice ha deciso lo stralcio e il rinvio dell’udienza per approfondimenti al 17 febbraio 2023 dinanzi ad altro gup. I due ex presidenti del Bari dal 2014 al 2018 rispondono di aver alterato i bilanci della società provocandone il fallimento dopo la mancata iscrizione al campionato di serie B nel 2018.

Il fallimento della Football Club Bari 1908 Spa fu dichiarato il 14 gennaio 2019, nel giorno del 111° compleanno della società biancorossa, che aveva accumulato debiti per circa 12 milioni di euro. Una bancarotta fraudolenta, secondo la Procura di Bari. E di questo rispondevano ieri dinanzi al Tribunale gli allora amministratori Gianluca Paparesta e Cosmo Antonio Giancaspro. Per loro il pm Giuseppe Dentamaro aveva chiesto il rinvio a giudizio. .

La società, nata per mano di Paparesta nel 2014 sulle ceneri della As Bari della famiglia Matarrese (fallita nel marzo 2014), fu poi rilevata nel 2016 da Cosmo Antonio Giancaspro, entrato inizialmente come socio al 5% e poi divenuto amministratore unico del club, all’epoca in serie B. Il biennio in cui l’imprenditore molfettese è stato al timone della società segnò profondamente il destino del club, dal sogno della promozione in serie A alla mancata iscrizione al campionato a luglio 2018, fino alla revoca del titolo sportivo, poi riassegnato dal Comune alla famiglia De Laurentiis, che ha rifondato la squadra partendo dalla serie D (dopo cinque anni ora è di nuovo in B).

Ma quello che finirà, ancora una volta (come per i Matarrese, con un processo ancora in corso), in un’aula di Tribunale, è ciò che accadde tra il 2014 e il 2018, fino al respingimento del concordato preventivo, tentato da Giancaspro per salvare la società.

A Paparesta, amministratore unico dal 22 marzo 2014 al 21 dicembre 2015 e presidente del cda fino al 22 giugno 2016, assistito dall’avvocato Gaetano Sassanelli, si contesta «allo scopo – secondo la Procura – di favorire se stesso, a danno degli altri creditori», di aver percepito «il compenso come amministratore, ricevendo la somma complessiva di 216mila euro», mentre «ometteva sistematicamente il pagamento di imposte e ritenute sino a raggiungere un passivo di 1 milione e mezzo di euro, che erodeva completamente il capitale sociale e aggravava il dissesto». C’è di più. Nel bilancio 2015 Paparesta non avrebbe riportato importi passivi per complessivi 2 milioni di euro, tra debiti erariali, omessi versamenti di Tari, impropria rilevazione di imposte anticipate e omessa svalutazione di crediti verso clienti per fatture da emettere.

Quando, a giugno 2016, Giancaspro subentrò come amministratore unico (poi diventato presidente del cda dal 23 febbraio 2018 al 27 luglio 2018 e infine liquidatore), il commercialista molfettese avrebbe continuato a «camuffare» i conti nello stesso modo «fraudolento». Nel libro giornale di agosto 2018, per esempio, «rilevava falsamente un inesistente credito nei confronti del Comune di Bari pari a 2 milioni 170mila euro». Giancaspro, assistito da Felice Petruzzella, avrebbe poi «restituito a se stesso somme anticipate nell’interesse della società» per 670mila euro. Dall’altro lato avrebbe omesso «sistematicamente il pagamento di imposte e ritenute sino a 4 milioni e mezzo di euro». E anche Giancaspro, come prima di lui avrebbe fatto Paparesta, nei bilanci 2016 e 2017 avrebbe omesso di riportare importi passivi fino a oltre 3 milioni di euro.

La Procura aveva chiesto il processo anche per la commercialista foggiana Anna Ilaria Giuliani (difesa da Gianluca Ursitti), alla quale si contesta il reato di falso in attestazione nell’ambito della procedura di concordato preventivo. Secondo il pm avrebbe «rilevato crediti in realtà inesistenti nei confronti del Comune di Bari pari a 1 milione mezzo di euro, rettificato la posta debitoria nei confronti dei tesserati da 1 milione 255mila euro a soli 260mila euro, non rilevato la presenza di debiti nei confronti di agenti e procuratori sportivi pari a 1 milione e mezzo di euro». Fonte: Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

 

 

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi