di GIULIANO FOSCHINI e MARCO MENSURATIbari.repubblica.it
Scommettevano probabilmente anche con il clan dei Parisi. E sembrerebbe che vendessero anche le partite alla mafia slava, con la collaborazione dei capitali asiatici: Brescia-Bari 2-0, per la precisione, 6 febbraio del 2011, i biancorossi erano in piena rincorsa salvezza. Non è uno scherzo e nemmeno una paranoia di quelli che tra cinema e televisione vedono troppi film. Sembrerebbe si tratti del campionato del Bari della scorsa stagione, quello di serie A per intendersi, quello che i tifosi sognavano e la squadra perdeva. L'ultima mazzata – se mai se ne sentisse il bisogno – è arrivata ieri dalla procura di Cremona che, dopo aver arrestato 17 persone in tutta Italia, ha spiegato carte alla mano come un'organizzazione mafiosa transnazionale avesse giocato "a colpo sicuro" su alcune partite del Bari. L'indagine di Cremona si basa su intercettazioni telefoniche (a giugno era finito in carcere l'ex capitano del Bari, Antonio Bellavista, accusati di scommettere illegalmente) e su una serie di dichiarazioni testimoniali. Uno delle persone arrestate a giungo, il commercialista del clan dei Bolognesi (riconducibile all'ex centravanti della Nazionale, Beppe Signori) aveva raccontato come il Bari fosse considerata dagli scommettitori "una squadra abbordabile". Si erano citate una serie di partite combinate (Bari-Chievo 1-2 e Bologna – Bari 0-4 su tutte) e si stavano cercando ulteriori riscontri. Ricerche che sono ancora in corso e che si sono incrociate anche con le indagini condotte dalla procura di Bari sull'argomento,
che con il procuratore Antonio Laudati sta scandagliando lo scorso campionato dei biancorossi e i collegamenti tra alcuni calciatori ed esponenti della criminalità organizzata. Ma questa è un'altra storia. Quella di Cremona, a leggere le carte, è una storia già di per sé assai grave.
Negli atti ci sono i verbali di un pentito, un esponente del gruppo degli scommettitori di Singapore, arrestato in Finlandia, che ha deciso di collaborare con le polizie internazionali. Si chiama Wilson Perumal e racconta: "Tan Seet Eng (ndr, il capo dell'associazione degli asiatici) aveva certamente manipolato Brescia-Bari, terminata con il risultato 2-0 (anche se Tan Seet Eng aspirava ad un 3-0), Dopo la partita Brescia – Bari giocata il 6.2.2011, Eng mi chiamò dicendo che il mio guadagno sarebbe stato 60.000 euro. Io penso che significa che si trattava di una partita manipolata. Eng era furioso perché i calciatori avevano consentito a perdere con 2 – 0 invece di 3 – 0. Con il risultato 3 – 0 la scommessa avrebbe portato benefici molto più grandi. Era quindi una scommessa con handicap. Eng ha rimesso la mia parte dei benefici, i 60 000 euro, al mio amico a Singapore".
Le informazioni del pentito sono così precise da essere considerate assolutamente attendibili dagli investigatori. Che annotano anche che il capo degli asiatici, "una specie di Totò Riina delle scommesse" spiegano gli investigatori, non si capisce per quale motivo già a gennaio del 2010 era incredibilmente stato a Bari: il 3 gennaio il suo telefono viene agganciato da una cella telefonica in via Nisio. Non è tutto: studiando l'associazione degli zingari, altro gruppo di scommettitori che truccano le partite, si accorgono che in due occasioni un esponente di spicco dell'associazione, Matyas Lazar, si trova nei pressi di Bari. E' il 21 aprile e il 23 aprile: i sogni della salvezza erano già svaniti. Ma le scommesse fruttavano ancora bene.