Cosa si nasconde dietro le accuse di bancarotta fraudolenta a Corrado Ciccolella?

L’ombra di Saladino sulla centrale di Scandale – emiliogrimaldi.blogspot.com

 
Sarebbe stata la Need di Antonio Saladino ad offrire servizi di assistenza nelle relazioni istituzionali all’Eurosviluppo Elettrica di Aldo Bonaldi e Roberto Mercuri, entrambi raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare in carcere lo scorso 1 marzo nell’ambito dell’inchiesta Energopoli, condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Prestazioni in vista della realizzazione di un impianto a ciclo combinato alimentato a gas presso il Comune di Scandale. È una parte della consulenza tecnica che, a suo tempo, l’allora pm Luigi de Magistris affidò ai commercialisti di Catanzaro: Francesco Muraca, Vittorio Iiritano e a Maurizio Toraldo per fare luce sui finanziamenti pubblici e sulla politica delle assunzioni riconducibile al presidente della Compagnia delle Opere in Calabria nell’ormai famigerata Why Not.
 
Il rapporto tra le due imprese inizia il 17 maggio 2005 con un accordo di poco più di sette mesi. Durante i quali la Need s’impegna a “far conoscere alle istituzioni la nuova realtà aziendale che si stava per insediare in Regione Calabria; a raccogliere ed analizzare le posizioni attraverso la creazione di una mappatura ragionata; a supportare le azioni istituzionali; a consolidare un positivo profilo d’immagine e valorizzare il suo contributo al territorio presso le istituzioni; a generare ed implementare reti relazionali capaci di rispondere alle esigenze strategiche e di visibilità; a impostare una linea di azione condivisa per affrontare eventuali situazioni di crisi; a monitorare il quadro normativo della Regione Calabria e a valutarne le conseguenze sulla posizione di Eurosviluppo”.
Non solo, ma in un articolo del contratto la società di Saladino si prodiga anche “al coinvolgimento dei soggetti pubblici o privati” indicati dalla stessa. Una sorte di Public Relations. La sponsorizzava Saladino, la società di Bonaldi e di Mercuri, in altre parole. Un sodalizio che poi si consolida. Tanto che l’anno successivo i due sottoscrivono un ulteriore accordo. Relativo “al reclutamento e alla selezione del personale”. 1.600 euro, questo il corrispettivo per ogni figura professionale assunta che andava nelle tasche della “Necessità”, la traduzione inglese di Need, costituita a Roma sette anni prima, il 28 novembre 1999. Personale a tutto tondo. Comprensivo anche di corsi di formazione. Infatti, le fatture emesse riportavano l’oggetto. “Affitto aule per corso di formazione personale di esercizio e manutenzione della Centrale di Scandale” facendo riferimento ad un contratto stipulato in data 30 agosto 2006, che, lamentavano i commercialisti, “non è stato rinvenuto nella documentazione esaminata”.
 
GLI ARRESTI
 
Sei gli arresti, più due che si sono dati irreperibili. Per una presunta truffa pari a 15 milioni di euro ai danni dello Stato. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla bancarotta fraudolenta ed al riciclaggio dei proventi dei finanziamenti ottenuti. E si tratta di: Aldo Bonaldi, di 52 anni, di Soresina (Cremona), residente nel Principato di Monaco, e Roberto Baroni (58), di Pavia e residente a Tunisi. I principali responsabili dell’operazione, un Contratto di programma per Scandale, Comune del crotonese, che comprendeva una vasta rete di infrastrutture occupazionali. Come un impianto multi servizi, un pastificio, allestimenti di produzione agro-biologica e di conserve alimentari. Una filiera agro energetica che avrebbero dovuto creare 300 posti di lavoro. Soldi finiti in conti esteri e determinato il dissesto finanziario di Eurosviluppo e di un’altra società, la Ali.Bio, entrambi riconducibili a Bonaldi. Le altre persone raggiunte da provvedimenti restrittivi sono:
 
Giuseppe C. (49), di Isola Capo Rizzuto (Crotone);
Roberto Mercuri (40), di Lamezia Terme (Catanzaro) e residente a Milano;
Annunziato Scordo (65), di Bovalino (Reggio Calabria) e residente a Catanzaro;
Michelangelo Marinelli (40), di Modena; 
Corrado Ciccolella (55), di Molfetta (Bari)  
Alessandro Argentini (51), di Torino.I ricorsi al Tribunale della Libertà sono stati tutti respinti, tranne uno, Giuseppe C., per il quale il giudice ha alleggerito la misura, dal carcere ai domiciliari. Mentre risultano ancora latitanti Bonaldi e Baroni, entrambi difesi, tra l’altro, dagli avvocati parlamentari : Giancarlo Pittelli Gaetano Pecorella.
 
MERCURI, L’UOMO DI GALATI
 
Roberto Mercuri, parente stretto di Giuseppe Galati, ex sottosegretario alle Attività produttive, e si vocifera braccio destro di Fabrizio Palenzona, presidente di Aeroporti di Roma, è l’ago della bilancia dell’impennata dell’economia calabrese. Segni particolari: un debole per la truffa. Si presume, fino al terzo grado di giudizio. Prima in Poseidone e ora in Energopoli. Una carriera sopra le righe.
L’inchiesta di Poseidone comincia con una valigetta carica di soldi. Il padre e il fratello di Roberto Arcuri, Giuseppe e Cesare, nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2005 la trasportavano per il valico di Brogeda quando la Guardia di Finanza di Domodossola durante un normale controllo se ne accorge. Una valigetta del valore complessivo di 3 milioni 354 mila euro. La tempistica è importante perché il tentativo di trasbordo dei Mercuri avviene il giorno dopo le perquisizioni richieste da Luigi De Magistris nell’ambito del procedimento che prende il nome del dio del mare.
Con Eurosviluppo, la carriera di Mercuri ha un exploit, dopo la gavetta della valigetta, secondo le dichiarazioni rese a suo tempo da Pierangelo Moroni socio della Pianimpianti. Leggiamo.
 
Fu Roberto Mercuri che mi parlò della società “EUROSVILUPPO” dicendomi che vi era la possibilità, tramite questa società, di fare affari in Calabria nel settore della cogenerazione.
Ricordo che verso la fine degli anni ’90 avevamo bisogno, in società, di qualcuno che si occupasse, con professionalità, del settore commerciale, per il nuovo settore della termovalorizzazione. Allora l’ing. Cochi della società De Bartolomeis, che conoscevo da tempo, mi disse che poteva propormi una persona molto capace che lavorava da loro e che poteva fare al caso nostro. Mi presentò,quindi, tale Roberto MERCURI, molto giovane, che apparse a me ed a JAMPAGLIA come persona competente del settore (…)
Verso il1999/2000 il MERCURI rappresentò sia a me che a JAMPAGLIA che voleva avere un ruolo maggiore all’interno della società. Decidemmo, pertanto, dal momento che ci sembrava un giovane sul quale sipoteva puntare anche per il futuro, di cedergli un 5 per cento io ed un 5 per cento JAMPAGLIA. Il MERCURI diede 200 milioni di lire a me e 200 milioni di lire a JAMPAGl.IA. Ci disse che il denaro lo aveva ottenuto dalla Banca Carime.(…)Il MERCURI ci propose di dare un incarico ad un suo amico, il dotto SCORDO, presentandolo come commercialista, che poteva occuparsi del amo amministrativo.
La PIANIMPIANTI fece, quindi, un contratto di consulenza con SCORDO.(…) Con il passare dei mesi – soprattutto dopo l’acquisto del 10 per cento, MERCURI cominciò ad essere sempre più arrogante. (…) Nel 2003 MERCURI – atteggiandosi sempre più quale vero dominus della società propose a JAMPAGLIA di cedergli le azioni. JAMPAGLIA, a quel tempo, era titolare del 35 per cento del pacchetto azionario. MERCURI pagò le azioni di IAMPAGLIA con la somma di 1.800.000.000 di lire. Ricordo che mi disse che i soldi li aveva in quanto un nonno materno aveva venduto delle proprietà in Calabria cd aveva ceduto una società che realizzava prefabbricati per l’edilizia. (…) Verso il febbraio/marzo del 2004 – mi propose l’acquisto del mio pacchetto azionario. Decisi di cedere le azioni perché non riuscivo più a sostenere il clima teso in società.
MERCURI mi propose di acquistare le mie azioni – il 35 per cento della PIANIMPIANTI – per la somma complessiva di 1.500.000,00 euro, che mi avrebbe pagato in tre tranche. (…) Anche dopo la cessione del pacchetto azionario non lasciai la società in quanto i soci tedeschi, i quali avevano molta fiducia in me, mi chiesero di rimanere fino a fine anno (siamo nel 2004). (…) Ricordo ancora adesso un episodio che mi ha turbato moltissimo. Un giorno, ricordo ancora che era l’ultimo giovedi di settembre del 2004, SCORDO venne a chiamarmi nel mio ufficio della società dicendo di recarmi nella sala riunioni della società in quanto il MERCURI doveva parlarmi Come entrai, alla presenza di SCORDO, MERCURI, che mi sembrava invasato, mi minacciò dicendomi che se non fossi andato via immediatamente da PIANIMPIANTI avrebbe ammazzato me e le mie due figlie. SCORDO non disse una parola. Rimasi sconvolto e dissi loro che non avrei messo più piede in società. Ciò che effettivamente feci
”.
 
Un particolare dell’inchiesta. Dopo l’autorizzazione alla realizzazione della centrale a turbogas da parte del ministero alle Attività produttive, imperando Galati, cugino di Mercuri, il Cipe, organismo dello stesso ministero, approva anche la piattaforma integrata di servizi. Quella dei 300 posti di lavoro andati in fumo. Se ne doveva occupare l’Eurosviluppo industriale, la società madre di Eurosvilippo Elettrica.
 
E SALADINO?
 
Come mai, fino ad oggi, non sono stati mai presi in considerazione i rapporti commerciali tra la Need di Saladino e l’Eurosviluppo Elettrica di Mercuri & company? Voci di corridoio dicono che la documentazione di riferimento sia andata perduta. O che si sia volatilizzata, proprio come i posti di lavoro.

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