Corruzione alla Regione Puglia, arrestati un funzionario e un imprenditore. Mazzetta nell’auto di Lerario: “Dottò chiss sò diec, non farti sgamare”

L’operazione della Guardia di finanza di Bari collegata allo scandalo della Protezione civile. I due sono ai domiciliari. Sequestro da 80mila euro anche a carico di Lerario che risulta indagato ma non destinatario di provvedimenti cautelari – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

C’è una storia di presunte tangenti dietro l’arresto del funzionario della Regione Puglia Antonio Mercurio, già in servizio alla Protezione civile e al Provveditorato economato e braccio destro dell’ex dirigente Mario Lerario, arrestato nel dicembre 2021 per corruzione e tuttora sotto processo.

La misura degli arresti domiciliari è stata disposta anche per un imprenditore, Antonio Illuzzi di Giovinazzo (Bari), all’esito di un’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. Nei confronti di Lerario (indagato ma non destinatario di misura cautelare personale) è stato disposto un sequestro da 80mila euro pari all’ammontare della presunta corruzione.

Le ipotesi di reato contestate dalla Procura sono corruzione e falso materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. I fatti sarebbero accaduti a Bari nel 2021. L’indagine è nata come una costola di quella che, poco più di un anno fa, fece finire agli arresti Lerario e gli imprenditori Donato Mottola e Luca Leccese, accusati di avere versato delle tangenti all’allora dirigente della Protezione civile in cambio di favori nell’assegnazione di appalti pubblici.

Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché dall’esame di migliaia di documenti acquisiti negli uffici regionali e su fonti aperte (relativi a numerose gare e affidamenti regionali), è emerso che l’imprenditore edile arrestato oggi avrebbe ricevuto nove appalti dal Provveditorato (all’epoca guidato da Lerario), tra il 2019 e il 2021, per un totale di 2,3 milioni. In cambio avrebbe – secondo l’ipotesi della Procura – versato denaro in due occasioni, per un totale di 35mila euro.

La contestazione riguarda il fatto che tali appalti sarebbero stati assegnati sempre alla stessa persona, senza rispettare il principio di rotazione (così come viene contestato sia avvenuto nei confronti di Mottola e Leccese) e che siano stati artificiosamente frazionati per evitare le gare pubbliche. Inoltre, nella ripetizione dello stesso modus operandi contestato nel processo per corruzione attualmente in corso, è emerso come la Regione avrebbe pagato somme di 45mila euro superiori rispetto  a quelle oggetto di aggiudicazione.

Una delle contestazioni riguarda il fatto che Lerario e Mercurio, in un atto dirigenziale dell’agosto 2021, avrebbero attestato che la ditta di Illuzzi aveva svolto lavori di riqualificazione impiantistica per 137mila euro nel palazzo della presidenza della Regione, mentre una parte della somma (103mila euro) sarebbe stata riferita a interventi svolti al Palazzo dell’agricoltura.

La Procura aveva chiesto l’applicazione di una nuova misura cautelare anche per Lerario ma la giudice Anna Perrelli ha rigettato tale sollecitazione.

“Dottò chiss sò dieci! (ndr dottore questi sono dieci)”. “Vinticinq l’alda volt e dec, chiss, pe la pitturazion do. (ndr venticinque l’altra volta e dieci , questi, per la pitturazione qua)”. Sembra una confessione la frase che l’imprenditore Antonio Illuzzi  riferisce all’allora dirigente della Regione Puglia, Antonio Mario Lerario, mentre si trova a bordo della Bmw X3 di quest’ultimo. I due parlanno – secondo l’accusa – di tangenti. E’ il  26 agosto del 2021 e l’auto è in uscita dalla sede della Regione Puglia in via Gentile, dove i due si sono incontrati dopo uno scambio di messagi WhatsApp.

Dall’intercettazione ambientale – annota il gip nelle 152 pagine del provvedimento cautelare – si desumerebbe che in quel momento “vi sia stata la consegna di una somma di denaro pari ad 10.000 euro”  e che, “in un tempo precedente, sia stata corrisposta un’altra somma di denaro, pari ad 25.000 euro ” per lavori svolti per conto della Regione Puglia. Tra una frase e l’altra Lerario, per paura di essere intercettato, raccomanda cautela all’imprenditore e abbassando improvvisamente il tono di voce gli raccomanda di non farsi scoprire ‘non ti si facenn sgamà’ (non ti fare scoprire).  Secondo il giudice, il contenuto dell’intercettazione è “inequivolcabile”.

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