Continuano le razzie di farmaci salvavita.. Ultimi colpi negli ospedali di Terlizzi e Molfetta. Possibile presenza di talpe.

Continuano le razzie di farmaci salvavita

Quasi 3 milioni di euro negli ultimi sedici mesi tra Puglia (provincia di Bari in particolare) e Basilicata. A tanto è valso per la criminalità organizzata il traffico di farmaci rubati negli ultimi sedici mesi sull’asse Lecce, Bari, Potenza, Matera. Un piatto ricco su cui ora anche la camorra barese e la criminalità comune «locale» stanno allungando i tentacoli, come raccontano i tanti fascicoli d’inchiesta aperti dopo razzie negli ospedali o in depositi di farmaci quando non addirittura dopo rapine compiute armi in pugno ai danni dei trasportatori specializzati. Negli ultimi sedici mesi, dicevamo, si sono registrati 19 furti di farmaci molto costosi e somministrati a pazienti affetti da patologie gravissime. Il danno provocato al Sistema sanitario nazionale ammonterebbe a circa 2 milioni e 830 mila euro di euro. Un tesoro finito nelle tasche soprattutto di Camorra, ‘Ndrangheta e cri- minalità dell’Est che hanno la forza e l’organizzazione per tessere le fila di un mercato nero che ora sta dando lavoro anche alla manovalanza locale.

La frequenza con cui da più di un anno gli assalti vengono consumati sembra rispettare uno scadenzario ben preciso. I predoni di medicinali cercano di lasciare tra un assalto e l’altro un lasso di tempo sufficiente per fare in modo che il clamore sollevato dall’ultimocolpo si spenga in maniera gra-duale. Quando hanno la certezza che le scorte di farmaci sono state rifornite e l’allarme è sceso sotto il livello di guardia, tornano a colpire, a volte nello stesso ospedale, nella stessa farmacia. L’ultima razzia denunciata tra Puglia e Basilicata è datata 12 giugno, più di 100 mila euro di flaconi, fiale, blister contenenti sostanze ad alto costo, sono stati portati via dalla farmacia territoriale del punto di prima assistenza di Grumo. Furto fotocopia rispetto a quello consumato esattamente un mese prima all’interno della medesima struttura da dove i ladri hanno portato via più di 200mila euro di medicinali, parte dei quali antitumorali.

Risale invece alla notte tra il 31 maggio e l’1 giugno, la scorrerie all’interno della farmacia dell’ospedale «Don Tonino Bello» di Molfetta. Anche in questa circostanza il danno è stato per centinaia di migliaia di euro. L’altra notte, dopo una pausa durata tre mesi, i ladri sono tornati all’assalto prendendo di mira ancora la farmacia del «Don Tonino Bello» di Molfetta. Il colpo però questa volta è fallito grazie all’intervento delle guardie giurate dell’istituto di vigilanza G4. I banditi hanno fatto scattare l’allarme e il colpo è sfumato. Probabilmente gli stessi malviventi, alcune ore dopo, sono riusciti ad introdursi nei locali sottostanti il pronto soccorso dell’ospedale «Sarcone» di Terlizzi. Anche in questo caso l’aggressione è stata neutralizzata dal sistema di allarme e dalle grate poste a protezione delle scorte di medicinali. I carabinieri hanno trovato sul posto delle macchie di sangue.

L’elenco dei furti, riusciti oppure solo tentati quindi si allunga. I ladri arrivano con la lista dei prodotti da portare via. Indossano passa montagna e tute, abbigliamento e mimetizzazione consentono loro di fregarsene delle telecamere. Scardinano serrature, sfondano porte, abbattono armadi blindati. Agiscono con tecniche paramilitari. Il bottino è puntualmente ricco. I professionisti conoscono alla perfezione la situazione e il carico esistente in molte strutture. Ospedali e farmaci. Hanno delle talpe che forniscono loro notizie di prima mano e quindi vanno sul sicuro. Così come sono certi di piazzare la refurtiva (ricercatissima) con il massimo guadagno grazie a sempre nuovi canali di vendita all’Estero.

Singole confezioni possono costare da 2 a 4mila euro. I database dell’Aifa, l’agenzia del farmaco, nel 2019 registrano in tutta Italia una media di 4 grossi furti al mese. Un’escalation cominciata quattro anni fa a Foggia: assaltato e svuotato un tir contro dentro due milioni di medicine. Poi in parte recuperate. Tornando ai giorni a noi più vicini lo scorso 20 agosto la Polizia di Stato ha scovato in una villetta disabitata di Santo Spirito ben 300mila euro di farmaci per combattere l’infertilità femminile, oramai deperiti e quindi inservibili. Le indagini hanno consentito di accertare che la merce era stata rapinata il 17 maggio 2018 a un autotrasportatore, dipendente di una azienda di Modugno che raccoglie e conserva nei propri depositi e per brevi periodi di tempo, medicinali sufficiente per l’immissione periodica sul mercato. Il conducente, mentre percorreva alla guida di un autoarticolato la Ss16 in direzione Foggia, in prossimità dello svincolo per Trinitapoli, venne bloccato da un commando armato che si spostava a bordo di un’Audi A6. I rapinatori sequestrarono l’autista e mi- sero le mani sul preziosissimo carico del quale facevano parte anche centinaia di scatole di farmaci chemioterapici del valore di 530mila euro. Come già detto Puglia e Basilicata e più nello specifico le province di Bari e Barletta-Andria-Trani, sembrano essere diventate tra le aree più a rischio di questa emergenza. Oltre ai furti già citati, risalendo a ritroso nel tempo ricordiamo che il 24 marzo 100mila euro di antitumorali sono spariti dalla farmacia territoriale dell’ospedale San Michele in Monte Laureto a Putignano. Venti giorni prima, forse la stessa banda di criminali ne aveva saccheggiati molti di più, provocando un danno al Servizio sanitario nazionale di quasi 300 mila euro.

Nella provincia di Brindisi la notte del 5 aprile, sono state trafugate le scorte anti-cancro conservate nella farmacia dell’ospedale civile di Ceglie Messapica. Quattro settimane prima un colpo identico, consumato ai danni dello stesso deposito, aveva fruttato ai ladri circa 100mila euro. Nell’elenco degli obiettivi raggiunti c’è anche la farmacia dell’ex Vito Fazzi di Lecce, da dove sono stati sottratti farmaci biologici per 100mila euro; l’ospedale di Tinchi nel territorio di Pisticci, (Matera); la farmacia dell’ex ospedale di Bitonto, presa di mira per ben due volte (danno complessivo superiore a 800mila euro); la farmacia dell’ospedale San Giovanni di Chiaromonte, nella provincia di Potenza (200mila euro); l’ex ospedale Francesco Pispico di Poggiardo, in provincia di Lecce (150mila euro); il Bonomo di Andria (50mila); il deposito a disposizione della intera Asl Bat, attrezzato all’interno dell’ex palestra riabilitativa dell’ex ospedaletto di Trani, anche in questo caso assaltato per due volte. L’ospedale di Ceglie Messapica dove i malviventi sono andati via con 10mila euro di medicine chemioterapiche. Colpiti anche l’ospedale Ninetto Melli di San Pietro Vernotico e per tre volte la farmacia dell’ospedale di Rutigliano. Secondo un report della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei Servizi farmaceutici delle aziende ospedaliere gli investigatori sarebbero sempre più convinti che una parte non trascurabile dei furti commessi ai danni delle farmacie ospedaliere sarebbe opera di gruppi criminali specializzati in tali tipologie di reati i quali si concentrerebbero sui furti in larga scala, con alti margini di profitto, collegati con le organizzazioni criminali in grado di infiltrare dei complici tra il personale delle strutture sanitarie, o di corrompere quello già in servizio, e di gestire lo stoccaggio, il trasporto e la successiva immissione dei farmaci rubati sui mercati illegali. I furti sono concentrati in aree in cui le mafie sono particolarmente attive e questa correlazione risulta più forte «dove la presenza della Camorra, della ‘Ndrangheta e della mafia pugliese è più marcata». Spesso la «manovalanza» è straniera, romeni, georgiani, albanesi ma anche criminali del posto, malviventi che hanno agganci ed entrature sul territorio, a volte talpe all’interno delle strutture che vengono prese di mira. Mercati di riferimento per la vendita sono quelli di Africa, Cina, Sud-est asiatico. Poi l’Europa dell’Est: Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania. Ci sarebber infine anche Germania, Francia, Inghilterra, Grecia, Olanda.

fonte: Luca Natile – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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