Confiscati beni a capo storico Scu anche una masseria

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Gli uomini della Sezione Operativa di Lecce della Direzione Investigativa Antimafia stanno confiscando in queste ore, in via definitiva, beni per 2,5 milioni di euro a Salvatore Buccarella, boss storico della organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita, che, benchè detenuto dal 1988 con fine pena mai, è tutt’ora al vertice – secondo gli investigatori – dell’omonimo clan.
L’organizzazione è attiva nei territori di Brindisi e Tuturano dove stanno operando gli uomini della Dia.
La confisca odierna ha avuto attuazione in seguito alla proposta della misura di prevenzione patrimoniale inoltrata al Tribunale di Brindisi dal Direttore della D.I.A., Arturo De Felice .

L’ORGOGLIO DEGLI INVESTIGATORI
“Si tratta di uno dei provvedimenti più importanti che abbiamo eseguito e che ci rende orgogliosi”: lo ha sottolineato questa mattina il direttore della Dia di Brindisi, Arturo De Felice, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari della operazione che oggi ha portato alla confisca di beni per 2,5 milioni di euro a Salvatore Buccarella, boss storico della organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita, attualmente detenuto con fine pena mai nel carcere di Secondigliano.

COLPITO INTERO CLAN
Il provvedimento di confisca colpisce l’intero clan Buccarella: non solo quindi Salvatore, chiamato anche ‘Totò Balla’ o ‘Lu malatu de core’, ma anche il padre Giovanni e la sorella Maria Rosaria, entrambi già condannati in via definitiva per associazione di stampo mafioso. Gli approfondimenti economico – patrimoniali svolti dagli investigatori della Dia hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati dal 1980 al 2000 e il valore economico dei beni nella loro disponibilità. Redditi dichiarati che si aggiravano, ad esempio, per Giovanni Buccarella tra il 1995 e il 1998 per 400mila lire e invece poi avrebbe acquistato proprietà immobiliari per un miliardo di euro; 800mila lire al mese quanto dichiarato invece da Salvatore, poco più di un milione di lire quanto dichiarato dalla sorella.

“Una mission costituzionale la nostra – ha detto De Felice – verso l’aggressione ai patrimoni illeciti a cui il governo tiene moltissimo. Non ci siamo mai lamentati della scarsità di mezzi e risorse – ha concluso – perchè siamo abituati a lavorare con quello che abbiamo, con grande senso dello Stato”.

SEQUESTRATA ANCHE UNA MASSERIA 
C’è anche la storica “Masseria Buccarella” tra i beni – per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro – confiscati in Puglia dalla Dia al boss storico della Sacra Corona Unita (Scu) Salvatore Buccarella. Si tratta di una struttura di 1.700 mq che si trova nella frazione di Tuturano (Brindisi) in contrada Santa Teresa strada Specchia. Il provvedimento di confisca riguarda solo la metà del fabbricato, 850 mq, la parte laddove cioè – come precisato dagli inquirenti – è stato possibile dimostrare la sproporzione dei redditi negli anni presi in esame dagli investigatori, trattandosi di un immobile acquistato negli anni ’70.

La parte che non è stata confiscata resterà con la facoltà d’uso alla famiglia Buccarella ma non è escluso che lo Stato, come rimarcato in conferenza stampa, possa decidere di espropriarla.

SEDE DOVE SI RIUNIVA IL CLAN
Si tratta di un luogo simbolo della storia della Scu, dove si riuniva lo stato maggiore del clan, e dove prima Salvatore e poi, una volta finito in carcere, il padre del boss, Giovanni, e la sorella Maria Rosaria dirigevano l’organizzazione malavitosa impartendo ordini e direttive. Confiscati anche gran parte dei fondi agricoli intorno alla Masseria, per 50 ettari complessivi, nonchè un villino di sette vani, due abitazioni in contrada Colemi sempre a Tuturano e un’abitazione di cinque vani a Torchiarolo (Brindisi)

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