
L’ultimo ritrovamento al quartiere Sant’Anna dopo l’inseguimento di un 49enne e del figlio: erano armati per andare a compiere un agguato – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Trentacinque panetti di hashish, due grandi buste di marijuana e diverse dosi di cocaina nascoste nel garage di un condominio del quartiere Sant’Anna. L’utilizzo degli spazi comuni per occultare sostanze stupefacenti è la nuova frontiera del lavoro degli spacciatori di professione, che in tal modo mirano a poter disconoscere la paternità delle sostanze vietate nel momento in cui vengono trovate dalle forze dell’ordine. L’ennesima storia che mette in allarme chiunque abiti in un condominio è stata scoperta dai carabinieri, che all’alba di domenica hanno arrestato Leonardo e Antonio Mercoledisanto, padre e figlio di 49 e 27 anni (assistiti dall’avvocato Cofano). La giudice Anna Perrelli ha convalidato l’arresto e disposto per entrambi la custodia in carcere, come richiesto dalla pm Silvia Curione. Dovranno rispondere delle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, detenzione e porto illegale di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Secondo la giudice quando sono stati fermati potrebbero essere stati in procinto di partecipare a un agguato, sventato dall’intervento dei carabinieri. Erano stati loro — nei giorni precedenti — a ricevere segnalazioni su un’Alfa Stelvio blu elettrico con targa straniera che percorreva a folle velocità il quartiere Japigia, passando pericolosamente vicina a diverse scuole. La stessa vettura, intorno alle 5 del mattino di domenica, è stata notata da una pattuglia mentre percorreva all’impazzata via Conenna verso via Gentile. È partito un inseguimento, poi è stato effettuato un primo posto di blocco schivato dall’auto dei Mercoledisanto, quindi uno sbarramento completo della strada, grazie all’intervento di altre pattuglie, che ha consentito di fermare i due uomini.

Prima di scendere dal suv hanno buttato dal finestrino una pistola Whalter 7,65 pronta a sparare e il caricatore con quattro cartucce. Sul sedile sono stati invece trovati i guanti che probabilmente indossava chi impugnava l’arma. Una volta interrotta la sequenza da film i carabinieri hanno effettuato perquisizioni nel palazzo di via Conenna in cui abitano la sorella di Leonardo e la nonna di Antonio, nelle cui abitazioni è stato trovato materiale utile al confezionamento della droga. La macchina per confezionare sottovuoto, innanzitutto, le bustine di plastica trasparente a chiusura ermetica, i bilancini di precisione, i guanti in lattice.

Non c’era un solo grammo di droga. Era stata tutta nascosta in un garage condominiale, all’interno di un trolley che avrebbe potuto essere di chiunque. All’interno 35 panetti di hashish per 1,9 chilogrammi, quattro dadi della stessa sostanza già confezionati e 61 tocchetti, due buste con 1,4 chili di marijuana, 13 bustine della stessa droga. Alla domanda se sapesse a chi appartenesse quello stupefacente, Antonio Mercoledisanto ha risposto di no. «Era stata occultata affinché in caso di controllo fosse addebitata a ignoti», ha evidenziato la giudice nell’ordinanza.
A conferma di un trend ormai in aumento, che terrorizza chiunque abiti in un condominio. Nel febbraio dello scorso anno un 60enne era stato arrestato a San Girolamo per avere occultato 90 chili di tra hashish e altre sostanze, nella cantina condominiale dell’immobile in cui abitava. A Bari vecchia più volte è stata trovata droga nei contatori dell’energia elettrica. E al San Paolo nei vani ascensore. Sempre nel borgo antico è stato scoperto che vengono utilizzati falsi contatori del gas, a volte le sedie dei bar per celare nelle gambe le dosi da spacciare. Qualche anno fa stupefacenti furono scoperti anche in alcuni condomini dell’Umbertino a ridosso dei locali della movida.
Oltre all’utilizzo di luoghi condivisi, vengono ingaggiati anche insospettabili come spacciatori, dagli studenti alle casalinghe fino ai professionisti e addirittura anche i pensionati.