Con i baci passavano la droga nascosta in bocca ai mariti detenuti: così 4 donne di Molfetta alimentavano lo spaccio in carcere durante i colloqui

Erano questi i metodi utilizzati da alcune donne arrestate nell’ambito di un’operazione dei carabinieri in Puglia. Dodici le persone finite in carcere, tre agli arresti domiciliari, per due è stato disposto l’obbligo di firma, hanno tra i 18 e i 54 anni – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

I cellulari nascosti nelle parti intime e la marijuana in bocca, da passare ai mariti detenuti tramite i baci: erano questi i metodi utilizzati da alcune donne di Molfetta, che ieri sono state arrestate nell’ambito di un’operazione dei carabinieri. Dodici le persone finite in carcere, tre agli arresti domiciliari, per due è stato disposto l’obbligo di firma, hanno tra i 18 e i 34 anni.

I reati – contestati a vario titolo dalla Procura di Trani – spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, indebito utilizzo di dispositivi idonei alla comunicazione da parte dei detenuti e furto aggravato. L’indagine dei carabinieri della Compagnia di Molfetta è partita nel 2021, anche grazie alle sollecitazioni di alcuni cittadini, che avevano notato sui social network lo sfoggio di grandi quantità di denaro e abiti costosi da parte di alcuni indagati. Gli approfondimenti hanno consentito di accertare che, effettivamente, quelle persone utilizzavano tik tok per mostrare la grande disponibilità economica (inspiegabile alla luce del loro stato di disoccupati) e anche per mandare messaggi relativi alle attività criminali.

Nel corso delle indagini è emersa prepotente la figura di quattro donne, tre compagne di altrettanti indagati e una madre, che collaboravano attivamente alla vendita degli stupefacenti. Fondamentale il loro ruolo soprattutto quando gli uomini erano in carcere, dove riuscivano a fare entrare droga e telefoni. Nel penitenziario di Trani, per esempio, una trentenne aveva portato un cellulare nascosto nelle parti intime. La stessa donna, in almeno tre circostanze, avrebbe consegnato al marito hashish e marijuana, che faceva entrare nascondendoli in bocca e poi gli passava tramite i baci.

Le signore, inoltre, nel periodo dell’emergenza Covid avevano inventato degli stratagemmi per mettere in comunicazione i compagni detenuti con i sodali all’esterno, come ha spiegato il tenente Domenico Mastromauro. Approfittando del fatto che le visite erano sospese e quindi erano state incrementate le videochiamate, utilizzavano quei momenti per chiamare a loro volta altri membri del gruppo, in delle telefonate a tre, nelle quali i capi del gruppo riuscivano a parlare con i loro complici.

Nel corso delle attività investigative, i carabinieri hanno arrestato tre persone in flagranza di reato e hanno sequestrato, oltre a cocaina, hashish ed eroina, anche una mitragliatrice e una pistola. Oltre a spacciare droga, i componenti del gruppo erano dediti anche ai furti in appartamento, soprattutto a danni di anziani di cui conoscevano abitudini e legami di parentela. “Particolarmente odiose – ha sottolineato il comandante della compagnia di Molfetta, capitano Francesco Iodicele modalità con cui compivano furti in appartamenti: monitoravano le persone anziane, seguivano gli spostamenti dei familiari e poi colpivano anche quando le vittime erano in casa. Spesso si fingevano tecnici o operai per introdursi in casa e compiere i furti“. Sono stati sequestrati gioielli (orologi, anelli, orecchini, collane di perle) ed effetti personale rubati alle vittime.

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