Comune salentino sforò per 4 anni il patto di stabilità: sequestrati beni per 1,6 milioni a ex amministratori

fonte: http://bari.repubblica.it – di CHIARA SPGNOLO

LECCE – Proprietà immobiliari e conti correnti bancari per un totale di un milione 568mila 244 euro, appartenenti a ex amministratori comunali di Melissano (Lecce), sono stati sequestrati su disposizione della Procura regionale della Corte dei conti a conclusione delle indagini sul dissesto finanziario del Comune salentino.

Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Lecce, che hanno sequestrato 13 immobili, quattro terreni e disponibilità finanziarie. I beni sono di proprietà dell’ex sindaco Roberto Falconieri, eletto in una lista civica del centrosinistra e – secondo le ipotesi investigative – primo responsabile della situazione economica che nello scorso dicembre ha portato il Comune a dichiarare il dissesto.

L’amministrazione Falconieri era già stata travolta da una vicenda giudiziaria nell’aprile 2016, con il primo cittadino, tre assessori e due funzionari rinviati a giudizio per un contributo economico da 40 euro assegnato in maniera irregolare. Con l’indagine attuale, invece, sono state bloccate numerose proprietà: oltre a quelle del sindaco Falconieri, quelle di quattro assessori della sua giunta e di consiglieri comunali che avevano partecipato ad atti deliberativi (l’ex vicesindaco Cosimo Marino, Giovanni Caputo, Valeria Marra, Antonio Rino, Antonello Endemione, Stefano Falconieri, Giuseppe Marcì e Luigi Marino, deceduto), nonché di due responsabili del Servizio finanziario del Comune, Daniele Scarlino e Giancarlo Elia, quest’ultimo anche segretario comunale.

Nell’indagine delle Fiamme gialle il Comune di Melissano – attualmente guidato da Alessandro Conte – è parte lesa. Gli accertamenti nascono dallo sforamento del Patto di stabilità per gli anni dal 2010 al 2013 e alla presunta inosservanza dei divieti e delle autoriduzioni di spesa che l’ente locale avrebbe dovuto porre in essere in conseguenza dello sforamento del Patto stesso. Per diversi anni la magistratura contabile ha richiamato l’ente pubblico, bocciando sistematicamente i piani di riequilibrio di bilancio dell’era Falconieri e evidenziando “gravi violazioni e irregolarità”. Nonché la mancata realizzazione dei correttivi indicati, per evitare il dissesto finanziario che fu poi proclamato dal Comune nel dicembre 2016.

I finanzieri hanno esaminato la documentazione acquisita negli uffici del Comune e, al termine degli accertamenti, la procuratrice generale Carmela de Gennaro, che ha delegato l’istruttoria al viceprocuratore generale Carlo Picuno, ha chiesto e ottenuto dalla Corte dei conti per la Puglia l’emissione di un provvedimento di sequestro conservativo a tutela del credito erariale. Tra le varie illegittimità riscontrate dagli investigatori, anche “l’indeterminatezza e incongruità” dei debiti, nonché “l’inattendibilità dei dati trasmessi dall’ente”. L’indagine, al momento riguarda soltanto aspetti contabili, ma non è escluso che possa avere anche risvolti penali.

 

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