Ciccolella, dichiarato il fallimento. Era stata tra i pretendenti di Termini Imerese
L’estate scorsa era in lizza per rilevare lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, dove stando ai piani intendeva produrre serre fotovoltaiche. Venerdì però il tribunale di Trani ha notificato al gruppo florovivaistico Ciccolella la sentenza che ne ha dichiarato il fallimento, nominando contestualmente i curatori. Insomma: alla luce degli eventi l’azienda non era proprio il cavaliere bianco ideale per salvare la fabbrica siciliana chiusa dal 2011 e i suoi 770 dipendenti. Come del resto diversi altri pretendenti che si sono fatti avanti, ingolositi più dai ricchi aiuti pubblici e dai contributi garantiti da Fca che dalla reale prospettiva di rilanciare il sito produttivo.
L’interessamento del gruppo di Molfetta, va detto, già all’epoca aveva suscitato diverse perplessità, causa alcuni passati guai con la giustizia dei suoi vertici: nel 2011 l’allora presidente Corrado Ciccolella è finito ai domiciliari per una presunta truffa su fondi concessi dalla Ue, vicenda che all’epoca aveva costretto l’azienda a ritirarsi dalla corsa per Termini. Salvo rientrarci tre anni dopo, anche a dispetto dei dubbi espressi sul bilancio 2012 dai revisori, che si erano interrogati sulla sostenibilità della continuità aziendale.
La società, quotata in Borsa, ha fatto sapere che intende fare reclamo contro la sentenza. Nel frattempo, dopo diverse false partenze e il bluff di Grifa, lo stabilimento di Termini è finito al gruppo piemontese Metec.