Chiediamo al Prefetto la convocazione del "Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica"

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Michele Palmiotti

Dopo una settimana, dai gravi atti intimidatori indirizzati al nostro Movimento, la città è ancora vittima, non solo, di rapine e continue azioni di occupazioni abusive del territorio, ma di un nuovo e inquietante episodio.
Sarebbe troppo facile pensare alla mano di un piromane solitario che ieri ha messo fuoco a ciò che resta dell’ex stabilimento balneare Park Club, se questo non fosse al centro di una richiesta di lottizzazione residenziale da parte di alcuni imprenditori del mattone.
Ma, anche questi ultimi episodi, saranno interpretati e commentati dal nostro sindaco e dalla sua maggioranza come eventi di routine che non destano preoccupazione. Certamente non si può aspettare altro da un sindaco che ha nominato appena una settimana fa il neo assessore Michele Palmiotti  dimenticando il suo passato. Giusto per rinfrescare la memoria, a qualcuno, riportiamo i fatti di cronaca così come ne parlava la stampa locale dell’epoca.

Michele Palmiotti nell’ottobre del 2005, in veste di  presidente della Molfetta Multiservizi Spa, società a prevalente partecipazione pubblica, fu arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri in seguito alle indagini nell’ambito dell’operazione “By Pass” del 6 ottobre dello stesso anno, quando finirono in manette o ai domiciliari 11 appartenenti ad una organizzazione criminale accusati di associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, alla ricettazione e ai furti.

Il provvedimento fu emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Michele Nardi, su richiesta del Pm Giuseppe Maralfa. Secondo gli inquirenti, Palmiotti, dopo che ai danni dell’azienda furono commessi i furti di un furgone Iveco e di altre due autovetture con conseguente richiesta di un riscatto, avrebbe aiutato il pluripregiudicato Saverio Piccininni, detto “Settpont”, a eludere le indagini dei Carabinieri sugli episodi di ricettazione ed estorsione di cui l’uomo si sarebbe reso responsabile, insieme agli altri pregiudicati Michele Laforgia e Giuseppe Cuocci.

Palmiotti fu indagato, inoltre, per aver omesso di denunciare all’autorità giudiziaria di avere ricevuto richieste estorsive per ottenere la restituzione del furgone rubato e degli altri due veicoli e di violazione della legge elettorale (voto di scambio).

Da candidato, nel collegio di ponente di Molfetta, alla Provincia di Bari nelle elezioni del 2004, avrebbe promesso al pregiudicato Piccininni un posto di lavoro per la moglie in cambio di collaborazione nella propaganda elettorale. Il provvedimento cautelare si rese necessario per il pericolo di reiterazione del reato, oltre che per il grave quadro indiziario.
Il giudice Nardi, nell’ordinanza, evidenzia come "il comportamento di Palmiotti comprometteva l’immagine delle istituzioni ed innescava un ingiustificato ma inevitabile senso collettivo di sfiducia verso un’intera classe politica".

Riteniamo che il Sindaco Azzollini avrebbe dovuto fare proprio il giudizio del giudice Nardi e, per ragioni etiche, tenere fuori dalla Giunta Comunale Michele Palmiotti.
Evidentemente il Sindaco non teme il “senso collettivo di sfiducia verso un’intera classe politica” perché, tanto, tutti i suoi uomini godono di ottima salute elettorale con i loro pacchetti di voti che resistono ai cambi di casacca, alle inchieste giudiziarie e agli umori della politica. A Molfetta i pacchetti di voti sono una dote ereditaria che molti candidati mantengono per tutta la loro carriera politica, anche se passano da destra a sinistra e da sinistra a destra.

Contrariamente a questa visione della politica e della realtà locale, il Liberatorio Politico ritiene che la città sia scivolata verso livelli mai toccati prima di degrado sociale, di dissesto territoriale e di illegalità diffusa sino ai limiti di pericolose contiguità tra la politica e criminalità; l’idea stessa della politica è squalificata e sempre più associata alle logiche dell’astuzia affaristica.
Il Sindaco non chiederà mai al Prefetto di convocare il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e allora lo facciano i partiti e i movimenti così come è accaduto nel dicembre del 1995.

Per questo motivo e per altre iniziative  invita le forze politiche ancora sane e democratiche, i movimenti, le associazioni di base e tutti i liberi cittadini a mobilitarsi e partecipare all’assemblea pubblica, già programmata nei giorni scorsi, prevista per sabato 1 agosto alle ore 18.00 presso la sede del Liberatorio, in via Campanella 50.

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