percorsi di cittadinanza attiva per scegliere".Spazio anche a una dichiarazione
inedita del sindaco Azzollini.
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di Lorenzo Pisani (www.molfettalive.it/…)
La Puglia produce molta più energia di quella che consuma.
Questo lo sapevamo; l’abbiamo imparato negli ultimi tre anni.
Ciò che non sapevamo, non tutti almeno, è che la nostra regione è prima in Italia per emissioni di anidride carbonica (CO2) e benzene. Non è da meno nel campo degli idrocarburi policiclici aromatici.
A rendere noti i dati dell’Arpa lunedì nella Fabbrica di San Domenico Agostino di Ciaula, medico e autore del volume “La Combustione dell’Anima”, intervenuto con Tino Ferrulli (Comitato Proambiente di Modugno) e Giacomo Ditrizio(Coordinamento No Biomasse e Inceneritori della provincia di Barletta) alla conferenza "Centrali elettriche e alternative energetiche, percorsi di cittadinanza attiva per scegliere".
A introdurre i lavori Matteo d’Ingeo del Liberatorio Politico, organizzatore dell’evento.
Si è parlato di energia, di centrali – soprattutto termoelettriche – e delle conseguenze delle loro emissioni. Sulla serata un punto interrogativo: perché produrre ancora energia se già soddisfiamo il nostro fabbisogno regionale?
Già, perché? I relatori provano a dare una spiegazione. Citano le loro battaglie per bloccare altri insediamenti alle porte di Bari o nel territorio di Barletta. In parte ci sono riusciti ma, si sa, la burocrazia ha mille risorse.
Tema caro al Liberatorio quello delle centrali, da quando si sta occupando di quella che sta sorgendo in territorio agricolo di Molfetta. A maggior ragione se Molfetta, sempre per l’agenzia regionale all’ambiente, a causa del suo inquinamento veicolare è tra i comuni da risanare.
D’Ingeo ripercorre le tappe che hanno portato alla scoperta dell’insediamento sulla Molfetta-Bitonto. E non sono mancate le varianti in corso d’opera, approvate di recente. Tra queste, la costruzione di un condotto idrico lungo 4 km (inizialmente l’impianto avrebbe dovuto funzionare attingendo l’acqua da un pozzo artesiano) e una cabina di decompressione del gas.
La Powerflor, questo il nome della centrale, è stata progettata per bruciare oli vegetali ma, denunciano i presenti, «ultimamente sono comparsi accenni ad altri tipi di oli, minerali». Senza contare la variante delle varianti, ovvero la richiesta di aumento della potenza dell’impianto, da 39 a 116Mwe (megawatt elettrici).
Per il Liberatorio tutta la vicenda assume contorni poco chiari. Il movimento ha anche presentato al comune una raccolta firme in cui si chiedeva che della questione fosse investito il consiglio comunale, viste le sue future ricadute sul territorio.
In sala poi, inaspettato, viene fatto ascoltare un documento audio.
La voce è quella del sindaco Azzollini, in un intervento registrato durante una conferenza a Bisceglie della Federlegno. Era il 18 luglio 2008, quando il primo cittadino si esprimeva così sulla vicenda: «Una mattina in mezzo alle cicorie, cioè negli orti, si alza una centrale».
E, incalzato dal moderatore: «Si sono messi d’accordo quattro o cinque funzionari e qualche imprenditore… uno due… poi non so bene … sai che non mi intendo… non conosco le cessioni azionarie … le partecipazioni… mi sfuggono. E… che fanno? Usano la furbizia».
«C’ho tutti contro per quello che è un obbrobrio. Puoi passare… è bellissimo… bellissimo, giustamente fa un po’ di sensazione vedere la centrale e le cicorie. Fa un po’ di sensazione, ma so belle… poi sai il verde… fa le patate accanto… dall’altra parte…».
Ancora il senatore: «Al comune arrivava la convocazione della conferenza di servizio il giorno dopo che si era fatta». L’intero intervento del sindaco alla conferenza del 2008 può essere ascoltato cliccando su questo link.
Tanto basta al Liberatorio per chiedere spiegazioni. È annunciato un nuovo esposto, in collaborazione con il comitato “Comitato Proambiente di Modugno”. Si chiederà alla Procura della Repubblica di Bari di verificare eventuali anomalie sul rilascio delle autorizzazioni in tutta la regione.