Caso De Benedictis, la procura di Lecce chiede il rinvio a giudizio per l’ex gip. Il 5 ottobre l’udienza preliminare

Per l’ex giudice inchiesta rapida a cinque mesi dall’arresto e a due dalla conclusione delle indagini. Con lui davanti al gup anche l’avvocato Giancarlo Chiariello e altre nove persone – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Inizierà a poco più di cinque mesi dall’arresto, l’udienza preliminare a carico dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, dell’avvocato Giancarlo Chiariello e di altre nove persone, accusate di aver fatto parte di un sistema corruttivo che avrebbe consentito la scarcerazione di tre pregiudicati e un avvocato.

La Procura di Lecce – guidata dal procuratore Leonardo Leone de Castris – ha formulato una richiesta di rinvio a giudizio lampo, a meno di due mesi dalla conclusione indagini, dopo aver dato agli indagati la possibilità di chiedere interrogatori o presentare memorie difensive. Nessuno, però, si è presentato davanti ai pm Roberta Licci e Alessandro Prontera, che hanno quindi chiesto il processo. L’udienza è fissata per il 5 ottobre.

Oltre a De Benedictis e Chiariello sono imputati il figlio del penalista Alberto Chiariello e la collaboratrice di studio Marianna Casadibari; il carabiniere Nicola Soriano, all’epoca dei fatti in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Bari; il collaboratore di giustizia viestano Danilo Pietro Della Malva, la sua compagna Valeria Gala e lo zio Matteo Della Malva; il pregiudicato di Terlizzi Roberto Dello Russo; l’avvocato foggiano Michele Pio Gianquitto; il pregiudicato foggiano Antonio Ippedico.

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Dovranno rispondere di concorso in corruzione in atti giudiziari e Soriano anche di rivelazione di atti coperti da segreto in concorso con De Benedictis, Chiariello senior e Casadibari. Secondo le ipotesi della Procura – costruite sulle indagini dei carabinieri di Bari – i pregiudicati e l’avvocato Gianquitto avrebbero fatto arrivare denaro a De Benedictis tramite Chiariello, per avere provvedimenti che consentissero loro di lasciare il carcere.

Soriano, inoltre, avrebbe fatto sapere al penalista e al magistrato che alcuni pentiti li avevano accusati di aver messo in piedi un giro di tangenti per le scarcerazioni. Accuse che sia De Benedictis che Chiariello hanno parzialmente ammesso, durante gli interrogatori a cui sono stati sottoposti in questi mesi.

L’avvocato è da luglio agli arresti domiciliari, molto provato ma impegnato a valutare la migliore strategia processuale da seguire. De Benedictis, invece, ha ottenuto i domiciliari per l’accusa di corruzione ma resta nel carcere di Lecce per la detenzione dell’arsenale da guerra, che fu trovato nella masseria dell’imprenditore di Andria Antonio Tannoia il 29 aprile. Anche Tannoia è ai domiciliari da qualche giorno, a causa di problemi di salute e un’imminente operazione.

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Dopo la notifica della richiesta di rinvio a giudizio, anche gli altri indagati stanno valutando il da farsi insieme ai rispettivi avvocati. Alberto Chiariello, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta salentina, ha preso una pausa dall’esercizio della professione. Il padre è stato invece sospeso dall’Ordine in via cautelare in virtù della misura applicata dal gip.

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Il pool di difensori, intanto, studia le migliaia di pagine del fascicolo, nel quale sono stati recentemente depositati altri atti, come la relazione illustrativa di alcune chat tra Casadibari e Soriano nonché la trascrizione integrale dei verbali degli interrogatori di De Benedictis. Non è ancora avvenuta invece la discovery degli interrogatori del pentito Della Malva, che è stato sentito dai pm della Dda di Bari nell’ambito di alcune inchieste sulla criminalità organizzata foggiana di cui faceva parte. In quei verbali ci sono molti omissis e anche i riferimenti ad ulteriori rivelazioni da fare.

Prima di Della Malva, nell’inchiesta di Lecce sono comparsi altri collaboratori: Domenico Milella e Michele Oreste, che si sono pentiti di recente, nonché Matteo Tulimiero e Vito De Felice, che dei rapporti tra giudici e avvocati a Bari avevano parlato già una decina di anni fa.

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