Carabinieri, un umbro ai vertici del ROS, è il Colonnello Paolo Vincenzoni

E’ lo spoletino Paolo Vincenzoni, Colonnello dei Carabinieri già Comandante del Reparto Crimini violenti del Ros, il nuovo Vice Comandante del ROS e Responsabile nazionale del Servizio Centrale di Polizia giudiziaria dell’Arma dei Carabinieri per il contrasto al crimine organizzato di tipo mafioso, al narcotraffico e ai reati di competenza delle Direzioni distrettuali antimafia e antiterrorismo.

La nomina di Vincenzoni a n. 2 dei Ros è stata decretata dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo.

58 anni, due lauree in Scienza politiche e Scienza della sicurezza interna ed esterna, Vincenzoni è entrato nella Benemerita a 20 anni, operando quasi sempre nei reparti speciali ed investigativi dell’Arma.

Agli uomini coordinati dal colonnello Vincenzoni si deve la riuscita delle indagini sul duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza a Pordenanone nel 2015, l’omicidio di Roberta Ragusa a San Giuliano Terme e di Alfio Vittorio Molteni nel comasco, quello che costò la vita all’avvocato Francesco Pagliuso a Lamezia Terme, a Maria Chindamo a Vibo Valentia. A lui si devono le indagini sulla strage di San Marco in Lamis costata la vita a quattro persone, all’omicidio del giovane Niccolò Ciatti a Lloret de Mar nel 2017, all’autobomba scoppiata uccidendo Matteo Vinci e ferendo Antonio Vinci che si erano rifiutati di cedere i propri terreni a una cosca della ‘ndrangjeta, all’omicidio di Marcello Bruzzese a Pesaro per vendetta essendo fratello di un collaboratore di giustizia, l’arresto in Corsica dei latitanti Marco Raduano e Gianluigi Troiano, l’arresto di 31 criminali nell’operazione “Polifemo” sempre sul fronte mafioso o al “caso”, risolto a distanza di 50 anni) del sequestro dell’industriale Vittorio Gancia e alla strage di Acqui Terme (in cui persero la vita il Carabiniere Giovanni D’Alfonso e Maria Cagol, colonna torine delle brigate rosse e moglie del fondatore Roberto Curcio). Negli ultimi anni il suo Reparto ha consentito la cattura dell’omicida di Giulia Cecchetin, in collaborazione con la polizia tedesca, e di Sharon Verzeni. Tra le operazioni più difficili e intricate l’arresto del massimo esponente del banditismo sardo, Graziano Mesina, avvenuto in provincia di Nuoro dopo quasi due anni di latitanza. Solo per citare quelle più recenti e rimbalzate agli onori della cronaca.
Il Procuratore Nicola Gratteri con il Col. Paolo Vincenzoni

Le capacità investigative e il saper creare team di militari estremamente preparati e affiatati, erano già emerse nel tempo prima dell’approdo di Vincenzoni al Ros.

Anche a lui si deve la liberazione della professoressa Graziella Belcastro, sequestrata a scopo di estorsione a Reggio Calabria, della minorenne Rosalaura Spadafora, anche lei sequestrata a scopo di estorsione a Torino e di una neonata cinese, a Brescia, rapita a Torino per contrasti fra famiglie cinesi. E ancora l’arresto di uno stupratore seriale a danno di 10 donne, di cui 5 minorenni, a Molfetta; la svolta nell’omicidio di Sarah Scazzi, nell’attentato dinamitardo – grazie ad un pool interforze con la Polizia di Stato – alla scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi che costò la vita ad una giovane studentessa e 7 persone ferite (con il sequestro di un ingente patrimonio riconducibile all’attentatore finalizzato al risarcimento delle vittime). E’ stato tra i coordinatori dell’operazione “Red House” che portò all’arresto di 13 soggetti di una organizzazione eversiva cui fu sventato in tempo un grave attentato nei confronti di appartenenti ad opposta frangia politica; dell’indagine antiterrorismo internazionale “Salice” grazie alla quale fu localizzato in Siria il primo foreign fighter – emigrato di 2° generazione in Italia – e dell’Operazione “Infame” con l’arresto del mandante dell’omicidio di un pregiudicato, della sua convivente e della figlia di quest’ultima di appena due anni.

Un servizio alla collettività, al Paese, reso anche in ambito della tutela del patrimonio artistico: ha infatti contribuito all’inchiesta su un traffico internazionale di opere d’arte che ha consentito il recupero di 67 quadri, 8 sculture e più di 4.000 manoscritti miniali, pergamene e incunaboli sottratti a enti pubblici e chiese della Puglia tra cui la Pergamena con la quale l’Imperatore Carlo VIII, nel 1495, concesse alla Città di Molfetta numerosi privilegi.

Infine una curiosità: nato nel 1990, il Raggruppamento Operativo Speciale assorbì la preesistente struttura anticrimine dell’Arma, nata a Torino nel 1974 con un “Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria”, – il Nucleo Scintilla – costituito da appena 40 unità scelte dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, che proprio a Spoleto comincio la carriera militare alla Scuola ufficiali di fanteria per poi transitare nell’Arma dei Carabinieri.

fonte: Carlo Ceraso – tuttoggi.info

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