Nell’ambito di una operazione anticaporalato, la Procura della Repubblica e i carabinieri di Foggia hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di due imprenditori agricoli del Foggiano Domenico e Aldo Giordano, rispettivamente di 50 e 48 anni, arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Stando a quanto sostenuto dagli investigatori all’interno della stessa dell’azienda sono stati anche posti sotto sequestro quattro, cinque container, utilizzati dai due imprenditori come alloggi di fortuna per i braccianti agricoli. Si tratta di abitazioni fatiscenti ed in pessime condizioni igienico- sanitarie dove – a dire degli inquirenti – venivano letteralmente stipati i migranti.
Pagavano un “fitto” di 40 euro al mese
Dei due fratelli, Aldo aveva il compito, non solo di reclutare manodopera, ma anche di gestire i rapporti diretti con i braccianti. Ventiquattro gli extracomunitari, quasi tutti nord africani, che venivano impegnati irregolarmente nella loro azienda che si trova lungo la statale 89 tra Foggia e Manfredonia. Nello specifico – raccontano gli inquirenti – i braccianti percepivano 5 euro all’ora e lavoravano sette giorni su sette. Inoltre dal compenso mensile veniva detratta la somma di 40 euro, una sorta di affitto da versare per alloggiare nei container messi a disposizione dei migranti proprio dai due fratelli Giordano.
Il Pm: si era creato un vero e proprio ghetto
«All’interno della stessa azienda si era creato un vero e proprio ghetto» – ha evidenziato il PM Rosa Pensa, nel corso della conferma stampa. Pessime le condizioni di vita di questi braccianti. I container erano del tutto privi di corrente elettrica, la luce veniva portata nei moduli abitativi attraverso dei fili scoperti. Mancavano i servizi igienici e l’acqua corrente: i braccianti erano costretti a lavarsi con delle bottiglie. Gli extracomunitari sono stati collocati all’Emmaus, una struttura di accoglienza in provincia di Foggia.
Il Procuratore: lavoratori saranno regolarizzati
«Abbiamo posto al cento delle investigazioni le vittime dello sfruttamento – ha detto il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro. I lavoratori sfruttati, che collaborano e denunciano, hanno la possibilità, secondo quanto previsto dalla nuova norma, di usufruire di un permesso di soggiorno». «Denunciando – precisa – possono regolarizzare la propria permanenza in Italia e la propria posizione lavorativa. Ma vera novità di questa indagine è proprio l’utilizzo straordinario del controllo giudiziario dell’azienda. Questo strumento consente di nominare un amministratore giudiziario che regolarizzi i rapporti di lavoro».
Cgil Puglia: merito della legge 199
«Va dato risalto a nostro avviso a quanto dichiarato dallo stesso procuratore capo di Foggia, Vaccaro, che ha ricordato come sono cambiati i metodi investigativi nel contrasto al caporalato e il merito va alla legge 199, fortemente voluta anche dalla Cgil. La migliore risposta ai tanti detrattori di una norma di civiltà oggi lodata da chi è avamposto contro la criminalità in un territorio così difficile come la Capitanata». E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, in merito all’arresto di due imprenditori agricoli avvenuto oggi a Foggia per intermediazione illegale di manodopera.
Secondo Gesmundo, le illegalità avvenivano «dentro una grande impresa agricola, di quelle che drenano soldi pubblici e che rappresentano – agli occhi di non conosce cosa si cela dietro queste produzioni – un fiore all’occhiello dell’agroalimentare pugliese. Chi conosce queste dinamiche è la Flai, che è un avamposto in tutta la regione contro l’illegalità e a loro va il nostro grazie. Ma le denunce della Flai sono le denunce di tutta la Cgil, nessuno deve pensare che si agisca singolarmente. Chi pensa di poter aggirare le norme e sfruttare i lavoratori si troverà di fronte tutta la nostra organizzazione».