Caparezza e la “Terra dei Miracoli”

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Domenica sera Molfetta è stata la terra dei miracoli. Il forte vento di scirocco improvvisamente s’è placato, le nuvole sono riuscite a trattenere la pioggia e la terra ha tremato ogni volta che Michele Salvemini, in arte Caparezza, faceva saltare il suo pubblico venuto anche da molto lontano.
Non è stato un semplice concerto musicale o un’opera d’arte, come qualcuno l’ha chiamata,  è stata una grande festa della cultura che ha visto incontrarsi generazioni lontane, dagli adolescenti che conoscevano a memoria tutti i testi delle sue canzoni agli ex sessantottini che ballavano con i loro figli. Famiglie intere che hanno cantato e ballato la storia di questa città.
A memoria d’uomo, non credo ci sia stato mai un evento con degli artisti molfettesi  che abbia messo insieme tanta bella gente e tanto talento genuino, fatto in casa.
Non eravamo nel fantastico mondo di Miragica, a sbavare di fronte al seno prorompente di Manuela Arcuri, non eravamo nella “Terra dei Giganti” a scaricare adrenalina lanciandosi giù da 47 metri dalla “Torre di caduta”; o a fare un giro sui tronchi del “Fiume Ride” o azzardare una discesa sulle turbolente finte “Rapide” (fatte con l’acqua che ci toglieranno dalle nostre case).
No, cari amici molfettesi, domenica sera eravate di fronte a giovani artisti più o meno affermati, nati e cresciuti in questa terra. Caparezza ha voluto lasciare spazio ad una piccola rappresentanza di un vasto mondo artistico, culturale e d’impegno civile che in questa città esiste indipendentemente dalle elemosine che il nostro Sindaco Senatore elargisce senza criteri a questa o quella associazione amica.
Alla Secca dei Pali non abbiamo assistito ad un semplice spettacolo, abbiamo partecipato alla presentazione di un progetto culturale. Michele Caparezza ha voluto lanciare una forte provocazione ad una amministrazione che non ha mai avuto né un assessore alla cultura e né una programmazione culturale.
Caparezza e gli artisti che erano sul palco con lui si sono autotassati quasi in segno di protesta nei confronti di una amministrazione che è stata sorda alle richieste, che nell’ultimo anno, sono venute da più parti per l’organizzazione di un evento simile a quello che si è tenuto domenica.
I nostri amministratori preferiscono finanziare Fondazioni e cooperative fantasma per poter distribuire posti, poltrone e visibilità agli amici e parenti degli amici e politici.
Ma la cosa più ripugnante è che i soldi, per la stragrande maggioranza delle loro manifestazioni “culturali”, provengono dalla Fashion District e  Mongolfiera (Ipercoop).
I signori della finanza bresciana, vicini a Gnutti e ai furbetti del quartierino, hanno prima occupato il territorio, distrutto la nostra economia e poi aiutano con l’elemosina il Sindaco Senatore ad offrirci dei surrogati culturali che offendono la dignità e la storia dell’autentica tradizione culturale molfettese.

Il messaggio di Caparezza è stato chiaro; Molfetta non ha bisogno di mecenati colonizzatori della cultura, non ha bisogno di “miragiche cittadelle” dei divertimenti che non hanno nulla a che spartire con le nostre tradizioni, che illudono i giovani e le loro speranze, che mortificano la nostra già debole economia e che devastano il nostro territorio.
E’ giunto il momento di affermare la nostra identità, di parlare con il nostro orgoglio culturale, di valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale, di dimostrare le nostre capacità creative di fronte ad un’arrogante e miope classe dirigente che ha svenduto per pochi danari la nostra terra al miglior offerente solo per prebende elettorali o tornaconti personali.
La rinascita di questa città deve necessariamente ripartire dalla cultura e dalle centinaia di artisti molfettesi giovani e non più giovani, associazioni culturali e movimenti che devono mettersi insieme per dar vita ad un progetto culturale di forte identità che serva a ridare dignità a questa città,  alla sua storia e soprattutto a quei cittadini che non vogliono essere servi di nessuno.
Grazie ancora Caparezza,  ora tocca a noi.

4 Risposte a “Caparezza e la “Terra dei Miracoli””

  1. Un artiicolo scritto con grande realismo che condivido completamente

    Nicola Fortunato Poli

  2. condivido pienamente questo articolo.

    Grazie Caparezza e ribadisco

    ORA TOCCA A NOI

  3. Non ho esperienza diretta della realtà molfettese, per cui non posso giudicare con cognizione di causa; ma immagino che la visione sia molto realistica. Questo perché, in fondo, in Italia la situazione in cui versa la cultura è realtà più o meno simile in ogni luogo, a cominciare dalla RAI. Siamo precipitati nel mondo dei principianti simpatici, degli improvvisatori che fanno carriera, degli incompetenti tuttofare che si sono fatti da soli e che acquistano il consenso delle folle perché fanno balenare la speranza di poter replicare il successo del leader, trasformandosi da illustri sconosciuti a divi del piccolo schermo. E’ questa la droga con cui ci addormentano; e mentre noi dormiamo tranquilli, loro fanno razzia nella stiva e spariscono, lasciando affondare la nave.

    Marina Sozi

I commenti sono chiusi.

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