BARI – Toccherebbe anche la Puglia e in particolare la provincia di Bari l’inchiesta dell’antimafia di Napoli sul presunto riciclaggio dei soldi dei clan nel mondo delle scommesse. Casamassima, Noci, Rutigliano, Polignano a Mare e Bari: le ingenti quanto illecite puntate della camorra sarebbero state effettuate in alcune agenzie di questi centri, un modo per ripulire i soldi sporchi.
Il giro – Maurizio Lopez, ex insegnante di educazione fisica poi divenuto esperto di scommesse telematiche, perno dell’inchiesta che ha portato ieri al fermo di otto persone, è ritenuto, assieme al boss Vincenzo D’Alessandro, già detenuto, il principale elemento della banda.
Tra il dirigente di Intralot e il capoclan i rapporti erano strettissimi e Lopez, come emerge dalle intercettazioni, era perfettamente consapevole dello spessore criminale delle persone che frequentava.
In una conversazione captata nella sua auto, per esempio, l'uomo dice: «Cioè, che quelli a Castellammare, la gente con cui sto io, la gente con cui sono io implicato, mannaggia la marina, hanno trenta omicidi per uno! trenta!
«. Parlando a telefono con D’Alessandro, invece, in una circostanza Lopez esordisce così: «Amore mio, come stai?». Il boss di lì a poco gli dice: «Io a te non ti dico mai di no. A te proprio non ti dico mai di no. Tu lo sai, sei la vita mia». E ancora: «Grazie, fratello». In un sms, Lopez scrive al capoclan: «Ti voglio tanto tanto tanto bene che matto che sei fratello mio. Mi butterei nel fuoco per te, te lo giuro sui miei figli». D’Alessandro replica: «Idem».
In un’altra telefonata, infine, uno degli indagati manifesta a Lopez il suo entusiasmo per l’efficienza del sistema truffaldino messo in piedi e per gli enormi guadagni: «Oggi abbiamo dimostrato che in due possiamo fare numeri eccezionali, perchè si riescono a sfruttare tutte le possibilità per far denari e soprattutto di far risultare normali tutti gli strani movimenti che facciamo! Come hai detto tu, è un pozzo senza fondo finchè dura». Lopez risponde rassicurandolo: «Durerà, stai tranquillo, finchè sappiamo lavorare».
Dalle indagini è emerso che il clan D’Alessandro – Di Martino aveva aperto un’agenzia di scommesse Intralot anche a Rimini. L'agenzia non è stata però sequestrata, a differenza di altre due che si trovano a Pimonte e Gragnano (Napoli) perchè di recente ha cambiato gestione.
Secondo gli investigatori (l'operazione è stata portata a termine dai carabinieri di Torre Annunziata), il sistema di scommesse clandestine consentiva non solo di "ripulire" i soldi del clan, ma anche di trasferire il denaro all’estero provocando un "dissanguamento continuo" delle risorse italiane. Fondamentali sono state le intercettazioni, in una delle quali il sistema è definito da uno degli indagati "un pozzo senza fondo».
Le indagini ha precisato il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo – potrebbero avere sviluppi in tempi brevi.
E quindi non sono escluse delle clamorose novità anche per i prossimi giorni che potrebbe avere anche delle conseguenze anche sui campionati di clacio che sono iniziati solo da qualche settimana.