Il 29% degli adolescenti pugliesi si dichiara vittima di episodi di bullismo, il 73% dice di avervi assistito e il 65% di aver cercato di difendere la vittima di atti di bullismo. Sono alcuni dei dati del programma #TeenExplorer della Regione Puglia, presentati oggi nel convegno dal titolo ‘Bulli, cyberbulli e vittimè, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani. «Serve una legge nazionale di educazione alla salute nelle scuole, perché anche i temi del contrasto al bullismo e al cyberbullismo diventino materie fondamentali» ha detto intervenendo al convegno Ludovico Abbaticchio, Garante regionale dei diritti del minore, dell’Infanzia e dell’adolescenza.
I dati raccolti nel programma #TeenExplorer sono relativi agli anni 2018-2019 e sono stati ottenuti sottoponendo un questionario a 2.851 studenti pugliesi tra gli 11 e i 17 anni. Con riferimento all’assistere ad atti di cyber bullismo, il 39% degli studenti di scuola secondaria di I grado e il 44% degli studenti di scuola secondaria di II grado affermano «di aver assistito o di essere a conoscenza di tali atti» e se nel 65% dei casi dichiarano di aver difeso la vittima, nel 13% «hanno avuto paura e non sono intervenuti» e nel 19% «sono rimasti indifferenti». L’1% ha una reazione da bullo-gregario ovvero “ridere e filmare l’accaduto». Nel mondo virtuale il 47% «prende le difese della vittima» e il 22% «avvisa un adulto». «Il problema attuale è l’uso sempre più diffuso degli smartphone, fin dalla quarta elementare, che mette i ragazzi nelle condizioni di sperimentare discriminazioni dal primo gruppo whatsapp» spiega Maria Grazia Foschini Barbaro, responsabile del servizio di psicologia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. I dati confermano che il 97% dei ragazzi intervistati possiede uno smartphone, percentuale che sale al 99% per i ragazzi di scuola media superiore e ben il 71% di loro si iscrive ad un social network in scuola media, il 23% in scuola elementare.