di La Redazione (http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=12495)
Le prime 60 bombe erano state fatte brillare esattamente un anno fa.
Ora, trascorsi dodici mesi, il copione si ripete: da lunedì scorso e sino a venerdì prossimo a Corato – nella cava del "Gruppo Edile Leone" sulla Ruvo-Bisceglie – si stanno facendo brillare altri 43 ordigni fra quelli ritrovati nei fondali di Molfetta.
Tutte bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive, sversate in Adriatico alla fine della II Guerra Mondiale.
Il punto in cui da lunedì sono partite le operazioni di "dispolettamento e brillamento" delle bombe – a cura degli artificieri dell'11° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito di Foggia – è stato evacuato nel raggio di 300 metri, definendo una "danger zone" in cui sono state adottate tutte le misure finalizzate a garantire la massima sicurezza.
Secondo l'ordinanza sindacale, l'interdizione nella "danger zone" – che prevede l'allontanamento temporaneo di tutte le persone presenti, la sospensione di qualsiasi attività produttiva e l'interdizione veicolare – è prevista dalle ore 9,00 alle ore 16,00 e, comunque, fino a cessate esigenze e limitatamente alla percorrenza dell’autocolonna trasportante gli ordigni bellici ed al solo momento del brillamento degli stessi.
Tutto sta andato come previsto, senza intoppi.
Gli ordigni giungono a Corato perchè non è stato possibile bonificare le mine in mare, come avvenuto in altri casi, poichè le bombe al fosforo sono in grado di generare energia termica a livelli sufficienti per annientare la vita marina degli ambienti circostanti.