Bloccate il Metanodotto, la Powerflor ha beneficiato di contributi pubblici per bruciare biomasse e non metano

Schermata 2015-02-22 a 20.47.36

 

Schermata 2015-02-23 a 14.48.15

Oggetto: Esposto – Richiesta di annullamento procedimento del “PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DEL METANODOTTO SNAM RETE GAS S.P.A. DENOMINATO – ALLACCIAMENTO POWERFLOR S.R.L. – DN 100 M (4”) – 64 BAR” .

Il sottoscritto Matteo d’Ingeo, in qualità di coordinatore pro-tempore del movimento civico “Liberatorio Politico”, premesso:

– di aver appreso dall’albo pretorio dall’avviso n.9138 del 4.2.2015 della presa d’atto “a sanatoria del parere positivo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Struttura di Vigilanza sulle Concessioni Autostradali pervenuto successivamente alla Determinazione Dirigenziale n. 394 del 27/03/2014 e precisamente il 23/09/2014 con protocollo SUCA-UTRM-1334-P;

– di aver presentato in data 21.7.2014 prot. n.48511 un sollecito a rispondere all’esposto-osservazioni del 30 maggio 2014 prot. n. 36149

– di aver depositato presso l’ufficio protocollo il 30 maggio 2014 n. 36149, l’esposto-osservazioni al “PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DEL METANODOTTO SNAM RETE GAS S.P.A. DENOMINATO – ALLACCIAMENTO POWERFLOR S.R.L. – DN 100 M (4”) – 64 BAR. APPROVAZIONE DEFINITIVA”;

– di aver appreso dall’albo pretorio la pubblicazione dell’approvazione definitiva del progetto in oggetto in data 30.04.2014 n. 957 senza alcun riferimento alle osservazioni presentate in data 28.03.2013 prot. n. 21247;

– di aver presentato, in data 25.11.2013 prot. n. 73040, una richiesta di sospensione della conferenza dei servizi decisoria del 26.11.2013, sul progetto in oggetto;

– di aver presentato al Commissario Straordinario in data 28.03.2013 prot. n. 21247 le osservazioni al progetto in oggetto con un documento firmato da 71 cittadini di cui era primo firmatario lo scrivente;

– che il predetto documento del 28.03.2013 era sottoscritto, tra gli altri, dai candidati sindaco Paola Natalicchio, Bepi Maralfa e Giovanni Porta, oggi rispettivamente Sindaco, vicesindaco e consigliere comunale, oltre all’allora presidente del locale circolo di LEGAMBIENTE, Cosimo Sallustio;

di non aver mai ricevuto risposte a tali osservazioni.

Tenuto conto:

  • che nell’esposto-osservazioni, del 30 maggio 2014 n. 36149, si invitava a riconsiderare il progetto complessivo della centrale Powerflor e alla Verifica d’Impatto Ambientale dell’opera in oggetto perché la Valutazione d’Impatto Ambientale non poteva riguardare solo una parte dell’impianto;
  • che si chiedeva di annullare tutte le fasi del procedimento dal 03.2013 ad oggi perché in nessun atto prodotto dal Comune di Molfetta e della Provincia di Bari si fa riferimento alle osservazioni protocollate in tale data al Commissario Straordinario con il numero di protocollo n. 21247;
  • che si confermano tutte le osservazioni e argomentazione contenute nelle osservazioni presentate il 28.03.2013 n. 21247 e nell’esposto del 30 maggio 2014 n. 36149, in particolare:

(a) la società Snam Rete Gas non ha indicato nella relazione qual è la motivazione dell’utilizzo del gas metano che convoglierà verso la centrale, anche se certamente, le sezioni di progetto del metanodotto sono state definite per un preciso scopo di utilizzo, a noi non noto, ma forse specificamente definito nei piani della Powerflor;

(b) la realizzazione del metanodotto gioverebbe ad un unico soggetto, mentre danneggerebbe la proprietà privata di cittadini terzi;

(c) le serre che dovrebbero essere riscaldate dalla centrale non risultano confinanti con il suo territorio e non si comprende come possa essere garantito il nesso di funzionalità;

(d) il flusso dei mezzi destinato ad alimentare la centrale con oli vegetali non è compatibile con la viabilità territoriale, progettata per un utilizzo agricolo e non industriale;

(e) nella ratio del D.Lgs. 387/2003 vi è l’incentivazione dell’installazione degli impianti di microgenerazione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, in particolare per gli impieghi agricoli;

(f) l’impianto in questione, tuttavia, supera di molto, potendo produrre sino a 116 MW elettrici, il limite massimo di l MW fissato per i microgeneratori a servizio delle attività rurali, tanto che si può ritenere che la finalità dell’impianto possa essere diversa da quella esposta negli elaborati progettuali;

(g) la prevista rimozione di 106 piante di ulivo causa ben più che un piccolo “impatto ambientale”, come rilevato nella relazione di incidenza presentata dalla SNAM rete Gas;

(h) La società Powerflor, contrariamente a quanto dichiarato nelle richieste di autorizzazione per la costruzione della centrale ha realizzato una rete idrico-fognaria, dopo l’entrata in funzione della stessa e a suo servizio senza motivarne la necessità d’uso, dal momento che aveva dichiarato di prelevare le acque da un pozzo artesiano esistente in uso all’azienda agricola con un’approvvigionamento idrico giornaliero di 1mc/h; per la realizzazione delle rete idrico-fognaria non abbiamo mai avuto notizia di una richiesta di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale simile a quella di cui si oggi si discute;

Considerato che:

– le prescrizioni contenute nella Determinazione del Dirigente regionale settore Ecologia del 20 marzo 2006 n. 145 prevedevano: “che fosse garantito un efficiente sistema di monitoraggio sia della qualità dei fumi che della qualità dell’aria in un intorno significativo dell’area che tenga conto della distanza di ricaduta degli inquinanti. I dati devono essere certificati da laboratorio autorizzato e devono essere messi a disposizione delle autorità deputate a controllo (ARPA) nonchè pubblicati regolarmente sottoforma di report informativi per i cittadini dei comuni di Molfetta e Giovinazzo”; ad oggi si è avuto riscontro di tali report solo dopo le osservazioni del 28.03.2013 prot. n. 21247, ma non sono stati resi noti i precedenti report dal dicembre 2010 al Gennaio 2013;

il Comune di Giovinazzo non è mai stato invitato alle conferenze di servizio;

– il 20 dicembre 2007 con nota prot. n. 68440 il Dirigente Settore Territorio dell’epoca, Ing. Rocco Altomare, pronunciandosi sulla compatibilità del progetto CENTRALE POWERFLOR con la zonizzazione del PRGC invocava l’art. 12 comma 7 del D.to Leg.vo 387/03 in quanto la realizzazione della centrale elettrica Powerflor era connessa con l’attività agricola e finalizzata al riscaldamento ed alla elettrificazione delle serre della stessa azienda; ancora più specifico è il riferimento dell’art. 12 comma 7, citato dal Dirigente comunale Altomare, che finalizza, la realizzazione di impianti di produzione di energia, anche in zone classificate agricole, alla valorizzazione delle tradizioni agro-alimentari locali, alla tutela delle biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale; in sostanza la legge promuove la realizzazione di nuovi impianti in zona agricola solo se questi risultino funzionali allo smaltimento delle biomasse prodotte nel territorio e provenienti da colture o produzioni legate alla tradizione agro-alimentare del luogo;

– con l’autorizzazione originaria, Powerflor, utilizzando finanziamenti statali (era stato ammesso alle agevolazioni provvisorie della l. 488/1992), aveva chiesto e ottenuto ben presto di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a biomasse: usufruendo, quindi, del regime autorizzatorio semplificato per le fonti da energie rinnovabili e del relativo regime finanziario di agevolazioni, con l’inattendibile motivazione di alimentare il riscaldamento delle serre da produzione floricola;

– è evidente che l’autorizzazione in oggetto non presenta i presupposti per la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, trattandosi di un intervento sproporzionato rispetto alle finalità dichiarate inizialmente dalla Powerflor; in realtà finalizzato prevalentemente a procurare vantaggio economico ad un gruppo imprenditoriale privato, e per giunta rispetto ad un’opera già finanziata con fondi pubblici e successivamente rispondente a ben diverse caratteristiche costruttive e tecniche;

– le serre circostanti la centrale, forse servite dall’impianto, non sembrano essere più coltivate e le loro coperture sono state dotate anche di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica (con incentivi statali?), il che farebbe venire meno l’utilizzo agricolo dei suoli;

– si presume che l’azienda POWERFLOR vorrà utilizzare per altri scopi l’aria calda prodotta (in applicazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 5 settembre 2011 – Cogenerazione ad Alto Rendimento ?) e fino ad ora dispersa nell’ambiente pur consapevole che tale condizione è in palese difformità con il progetto approvato per la centrale;

– un’alimentazione della Centrale Powerflor con altro combustibile, come ad esempio il gas derivato da idrocarburi, renderebbe non corrette le incentivazioni in atto e fino ad oggi percepite;

– le dimensioni del primo progetto, tuttavia, dovevano far dubitare in ordine alla ragione dell’effettiva realizzazione di un impianto destinato alla produzione di biomasse prodotte in autoconsumo.

Consentire, quindi, che quella stessa centrale elettrica sia servita da un metanodotto per il trasporto di gas, in misura decisamente maggiore rispetto a quello necessario all’uso floricolo, equivale ad aver autorizzato implicitamente la distrazione di fondi pubblici dall’uso al quale essi erano stati destinati inizialmente.

Pertanto, per tutto quanto esposto, si chiede l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dell’autorizzazione in oggetto, invitando le SS.VV a riconsiderare il progetto complessivo della centrale Powerflor e alla Verifica d’Impatto Ambientale dell’intera opera in oggetto, perché la realizzazione del Metanodotto non può essere considerato una parte di progetto autonomo dal progetto esistente. Inoltre si chiede di annullare tutte le fasi del procedimento perché non sono state mai prodotte controdeduzioni alle osservazioni protocollate in data 28.03.2013 prot. n. 21247, all’esposto del 30 maggio 2014 n. 36149 e alle successive note prodotte dal “Liberatorio Politico”.

Si resta a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito e, ai sensi della legge 241/90 e s.m.i, si chiede di essere informato sull’esito del procedimento ricevendone comunicazione.

 Molfetta, 23.02.2015

Per il movimento “Liberatorio Politico”

Matteo d’Ingeo

 

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi