Blitz contro la droga dello stupro: «Poche gocce e si rischia la vita»

«Ne prendi 0,50 millilitri e ti senti bene, leggero. Se lo rifili a una ragazza, diventa più disponibile. Poi esageri e già a 0,70 inizi a sentirti male. Se ne mandi giù un millilitro perdi i sensi e rischi di non riprenderti più». Si chiama Gbl, acronimo di gamma-butirrolattone. Sostanza di sintesi. La usano le industrie chimiche, farmaceutiche e di materie plastiche. È la droga più richiesta della rete. Se ne parla nei social network. Chi chiede com’è, cosa si sente. Chi dice di volerla provare una volta soltanto. La chiamano «succo», «droga dello stupro», o in altri mille modi. Ma può avere effetti letali. Li hanno descritti gli stessi consumatori ai finanzieri. Perché di questa sostanza si conosce pochissimo. Ma tra le poche cose certe c’è la sua spaventosa diffusione.
I «baschi verdi» della Guardia di Finanza, gruppo pronto impiego di via Valtellina, ne hanno sequestrati 45 litri. Flaconi prodotti in Germania e arrivati a Milano dopo un tour in mezza Europa. Oltre 91 mila dosi. Da vendere a 10-20 euro l’una. Roba da farci un milione di euro, almeno. Un giro «spaventoso», lo definisce il tenente colonnello Massimo Manucci. Anche perché a gestire la rete (25 arresti, dieci in provincia di Milano, gli altri nel resto d’Italia) erano quasi sempre ragazzi «normali»: niente macchinoni, un lavoro (commessi, impiegati, negozianti), mai un problema con la giustizia. «Invisibili» ai database delle forze dell’ordine. Fantasmi per chi, nelle discoteche e nei rave party, dava la caccia ai mercanti di «succo».Il Gbl, oltretutto, non ha l’odore pungente della cocaina né il colore ambrato dell’eroina. È invisibile, non si distingue dall’acqua minerale. Neppure i cani antidroga sono in grado di rilevarlo. Tant’è che gli spacciatori (ci sono anche 12 indagati) la facevano arrivare a domicilio, direttamente via posta. Sono stati gli stessi finanziari «travestiti» da postini a recapitare a casa degli acquirenti le ultime consegne. In due mesi ne hanno intercettate una cinquantina. L’indagine è partita dopo l’arresto di un italiano di 40 anni il 27 marzo scorso. Era scappato a un controllo nella zona del Castello Sforzesco. Inseguimento e auto bloccata in viale Alemagna: nascosto nella portiera, uno strano flacone di plastica bianca. L’etichetta conferma che si tratta di Gbl, le analisi certificano la pericolosità della sostanza, i rischi per la salute.Gli effetti sono devastanti: una goccia basta a far perdere il controllo, ad abbassare il livello di attenzione del cervello, a fiaccare eventuali tentativi di resistenza. E non è un caso che, sciolta nei cocktail, sia proprio la sostanza usata per «facilitare» i rapporti sessuali. Rapporti che sono volontari solo sulla carta, perché chi la assume finisce anche per perdere la memoria di quanto accaduto, la spiegazione dei lividi e delle ferite trovati sul corpo al risveglio. L’ecstasy provoca eccitazione, il Gbl, al contrario, «addormenta» il sistema nervoso. Effetto al quale spesso bisogna aggiungere quello di altre droghe o dell’alcol nel quale viene disciolta la sostanza. Si traffica in flaconi da un litro o mezzo litro, ma al dettaglio si spaccia in piccole fiale da pochi millilitri. A volte in siringhe contagocce. Ha raccontato un consumatore agli inquirenti: «La prendi per fare sesso, la trovi anche su internet. In discoteca ti chiedono: “Lo vuoi il succo?”. Se l’hai provata, dire di no è quasi impossibile».

Cesare Giuzzi

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