
È gestito da una società esterna che non ha prodotto il contratto di locazione. L’immobile appartiene all’oncologo Vito Lorusso: la Dda vuole sequestrarlo – fonte: Francesco Petruzzelli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Lo stop alla prosecuzione dell’attività è scattato nelle scorse ore. Con tanto di ordinanza del Comune a seguito di alcune irregolarità riscontrate durante l’ispezione. Ennesimo pugno duro a Bari contro i b&b abusivi e non in regola. Questa volta a finire nel mirino dei controlli una struttura del borgo antico. Non una qualunque. Si tratta dell’unità immobiliare per la quale nelle scorse settimane la Dda di Bari ha chiesto nuovamente il sequestro nei confronti dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, in carcere dal 26 febbraio 2024 nell’ambito dell’inchiesta Codice Interno e da ieri ai domiciliari.
L’appartamento si trova in via Tancredi ed è di proprietà del suocero di Olivieri, Vito Lorusso (oncologo arrestato nell’ambito della stessa inchiesta e in carcere per altre vicende) e a lui è stato venduto da una società immobiliare che la Dda di Bari ritiene riconducibile a Olivieri. Ma i controlli del Comune si sono concentrati sull’attività di b&b svolta da una società esterna che aveva preso in locazione l’appartamento e all’interno del quale gli agenti del settore Annona della Polizia locale hanno riscontrato una serie di criticità. Tra queste la mancanza del titolo di disponibilità dell’immobile, in quanto il gestore della struttura non disponeva del contratto di locazione pur sostenendo di averne uno valido sino al 2029. Ma tale contratto non risultava nemmeno all’Agenzia delle Entrate.
Nel corso dell’ispezione nell’immobile, risultato anche privo del certificato di agibilità, gli agenti hanno inoltre verificato la mancanza dello spazio condiviso per la colazione, che a dire del gestore era previsto nei mesi invernali in una stanza al piano terra (ma in sede di controllo risultata invece un deposito) e nei mesi estivi sul terrazzo dell’immobile, senza però aver modificato la Scia depositata. E sempre in base alla Scia di inizio attività, gli agenti hanno riscontrato alcune difformità tra le planimetrie allegate e quelle catastali anche con riferimento al numero dei servizi igienici presenti.
Inoltre in assenza di Cila (la Comunicazione di inizio lavori asseverata) il gestore aveva realizzato un impianto termico autonomo a radiatori alimentato da generatore di calore, che però non risultava essere mai entrato in funzione. In sostanza, una serie di criticità che hanno costretto l’amministrazione comunale a far cessare l’attività.
Da inizio anno sono già tre le strutture sottoposte al provvedimento di chiusura, mentre ben 10 sono state identificate per non aver esposto il Cin, il Codice identificativo nazionale previsto obbligatoriamente da inizio anno per tutte le strutture ricettive (hotel, affittacamere, b&b, case vacanza) e per chi mette a disposizione i propri locali per affitti brevi. Un sistema per contrastare il sommerso.
«I controlli condotti dagli agenti della Polizia Annonaria da un lato intendono tutelare gli ospiti delle strutture ricettive sul nostro territorio, dall’altro servono a scoprire quanti si muovono nell’illegalità a scapito di coloro i quali offrono questa tipologia di servizi secondo quanto stabilito dalla normativa – spiega l’assessora alla Polizia Locale Carla Palone – A breve intensificheremo ulteriormente le attività della task force di agenti dedicata al contrasto dell’evasione nel settore ricettivo e alla verifica di tutte le misure di sicurezza previste dalla legge». Le prossime settimane infatti saranno cruciali per il boom turistico atteso in città tra vacanze di Pasqua, ponti del 25 Aprile e del Primo Maggio e la festa patronale di San Nicola.