Bari, un’ordinanza per sequestrare i tuguri affittati ai migranti. Il sindaco: “Sono reclutati dai clan”

fonte: bari.repubblica.it

Il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, sta studiando una ordinanza che consenta il sequestro dei cosiddetti “tuguri” che vengono affittati abusivamente, “con il controllo della criminalità organizzata“, ai migranti nel quartiere Libertà dove qualche giorno fa è stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo una petizione sottoscritta da circa tremila cittadini contro la presenza di stranieri.

La stiamo studiando da un paio di mesi“, spiega Decaro – vogliamo sperimentarla qui a Bari ma è possibile anche proporla in altre città dove esiste lo stesso fenomeno“. Il sindaco sottolinea che “a immigrati con regolare permesso di soggiorno vengono affittati abusivamente scantinati e depositi senza bagni, in cui vivono fino a 12 migranti che in alcuni casi fanno i loro bisogni in secchi di cui poi versano il contenuto per strada, nelle feritoie per la raccolta dell’acqua piovana“.

Per arginare il fenomeno degli affitti abusivi, spiega il primo cittadino, si procede con le multe che “sono un deterrente ma non bastano: quindi – sottolinea Decaro – stiamo studiando con la polizia locale una ordinanza che ci permetta, per motivi igienico-sanitari, il sequestro dei locali“. Il sindaco precisa che in quel quartiere c’è un “problema di integrazione” che dobbiamo affrontare. Ma, evidenzia, i migranti che “delinquono lo fanno perché reclutati dalla criminalità organizzata del quartiere, la stessa per cui io ora ho bisogno di una scorta: gli investigatori – evidenzia – ci dicono anche che c’è un legame tra la mafia nigeriana e la criminalità locale“.

Ricordo – aggiunge il sindaco – che quello è il quartiere in cui il rampollo di una famiglia mafiosa ha fatto uccidere l’albanese Florian Mesuti, di 25 anni, che aveva sedato una lite tra ragazzini schiaffeggiando uno di loro. E che quello – conclude – è lo stesso quartiere in cui una giornalista è stata presa a schiaffi dalla moglie di un boss solo per averle fatto una domanda“.

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