Bari, truffe assicurative e prostituzione: 13 misure e 27 indagati, anche 5 avvocati

Dalle prime luci dell’alba la Guardia di Finanza di Bari, la Polizia stradale e i Carabinieri stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di 13 persone, e sequestro preventivo di beni e denaro per un valore di oltre 80mila euro nei confronti di un indagato (il professionista Michele Leonetti, classe ’83, in carcere). Carcere anche per Serena Ferri, ritenuta la ‘maitresse’ del gruppo. Altre 5 persone agli arresti domiciliari, Cosimo Martiradonna, Rosaria Ceglie, Vincenza Minerva, Francesco D’Ambra e l’avvocato Michael Gisonda. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto per un indagato e il divieto di dimora per altri cinque a Modugno, Santeramo, Trani e Roma. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio e autoriciclaggio: 27 sono gli indagati complessivi tra cui 5 avvocati. L’indagine è coordinata dal pm Michele Ruggiero ed è partita dopo una denuncia dell’Ania su falsi incidenti, mai avvenuti oppure falsati nella dinamica, con falsa documentazione sanitaria di medici privati e ospedalieri, «reclutando e addestrando» falsi testimoni.

Avrebbero fatto prostituire tredici ragazze spacciando le prestazioni sessuali come «massaggi” all’interno di immobili riconducibili al 37enne Michele Leonetti, finito in carcere. E’ uno dei particolari che emergono dall’inchiesta della Procura di Bari che ha portato oggi alla esecuzione di 13 misure cautelari. Le indagini, che riguardano anche decine di presunti falsi incidenti attraverso i quali gli indagati avrebbero truffato compagnie assicurative, hanno accertato che tramite inserzioni di annunci «hot» su alcuni siti internet e l’ingaggio di centraliniste e telefoniste che prendevano gli appuntamenti con i clienti, le donne reclutate venivano accompagnate nei finti centri massaggi perché si prostituissero. Ciascun appuntamento andato a buon fine valeva alle telefoniste ricariche di 5-8 euro su carte postepay. I fatti contestati risalgono agli anni 2016-2019.

SIMULATI ANCHE DUE ABORTI – Ci sono anche due aborti falsamente dichiarati come provocati da incidenti stradali tra i 31 finti sinistri che avrebbe consentito ad una presunta associazione per delinquere barese di truffare compagnie assicurative, per ottenere indebitamente risarcimenti per centinaia di migliaia di euro. Stando alle indagini di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia stradale, coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dal sostituto Michele Ruggiero, il 37enne Michele Leonetti con la complicità della ex moglie, della nuova compagna e del nuovo compagno della ex, avrebbe anche riciclato auto all’estero. Gli indagati, 13 dei quali sottoposti a misure cautelari, denunciavano il furto delle vetture, le portavano in Bulgaria dove venivano reimmatricolate e poi rivendute in Italia. Così avrebbero intascato gli indennizzi assicurativi per i furti e il guadagno per la vendita. L’inchiesta ha accertato che l’organizzazione addestrava i protagonisti dei falsi sinistri, simulando le false dichiarazioni da rendere all’autorità giudiziaria. In una intercettazione, l’avvocato di riferimento dell’associazione, il 51enne Michael Gisonda, simula nel suo studio una testimonianza fino alla «mossa di Ronaldo quando segna un goal», dice per indicare la buona riuscita della truffa.

Il 37enne Michele Leonetti di Modugno (Bari) avrebbe intascato per anni le somme erogate dall’Inps per un rifugiato somalo gravemente ammalato, di cui era stato nominato amministratore di sostegno. Avrebbe continuato ad appropriarsi del denaro, complessivamente circa 65mila euro, anche dopo la morte del rifugiato, tanto che «per un anno l’uomo non ha potuto avere sepoltura – hanno spiegato gli investigatori baresi che oggi hanno arrestato Leonetti – fino a quando il funerale lo ha pagato il Comune». Secondo le indagini Leonetti, finito oggi in carcere per presunte truffe alle assicurazioni e un giro di prostituzione, avrebbe intascato anche il denaro destinato ad altre tre persone disabili, delle quali pure era stato nominato amministratore di sostegno, prelevando indebitamente circa 40 mila euro dai conti correnti di un tossicodipendente e di altre due persone.

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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Prostituzione e truffe assicurative a Bari: 13 arresti,27 indagati, persino 5 avvocati

Prostituzione e truffe assicurative a Bari: 13 arresti,27 indagati, persino 5 avvocati

Le investigazioni sono state svolte in piena sinergia operativa con il coordinamento della Procura di Bari dalle Forze di polizia che sono state impiegate, in considerazione delle rispettive specialità, in attività di intercettazione telefonica, in assunzioni testimoniali, in servizi dinamici di osservazione e pedinamento, in perquisizioni ed analisi della documentazione sequestrata, nonché in indagini finanziarie.

di REDAZIONE CRONACHE

Dalle prime luci dell’alba di questa mattina il nucleo di Polizia Economica Finanziaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari in cooperazione con il compartimento pugliese della Polizia Stradale e la Compagnia Carabinieri di Modugno, ha eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta del pm Michele Ruggiero. L’indagine è stata avviata dopo una denuncia dell’ Ania su dei falsi incidenti .

Le conseguenti investigazioni sono state svolte in piena sinergia operativa – con il coordinamento della Procura di Bari – dalle Forze di polizia che sono state impiegate, in considerazione delle rispettive specialità, in attività di intercettazione telefonica, in assunzioni testimoniali, in servizi dinamici di osservazione e pedinamento, in perquisizioni ed analisi della documentazione sequestrata, nonché in indagini finanziarie.

In particolare, le intercettazioni telefoniche effettuate dalla Guardia di Finanza e i conseguenti riscontri documentali eseguiti dall’Arma dei Carabinieri disvelavano sin dal principio l’esistenza di un’organizzazione criminale ben strutturata – con puntuale suddivisione di ruoli e compiti – dedita prevalentemente alle frodi in danno di società assicuratrici, nonché alla commissione di una pluralità di ulteriori delitti.

Posti sotto sequestro preventivo beni e denaro per un valore di oltre 80mila euro nei confronti del principale indagato, l’ avvocato Michele Leonetti , nato nel 1983, che è stato arrestato. Tradotta in carcere anche Serena Ferri nata nel 1996, che gli investigatori ritengono essere la “maitresse” dell’organizzazione.

Leonetti promotore ed organizzatore della organizzazione criminale, inoltre, in qualità di pubblico ufficiale, designato amministratore di sostegno dal giudice tutelare in diverse procedure di volontaria giurisdizione grazie a questa attività, avendo la disponibilità/gestione del denaro giacente sui conti correnti bancari e postali intestati alle persone a lui affidate, in condizioni di minorata difesa e ospiti di strutture socio-sanitarie residenziali, si è appropriato indebitamente per un ammontare complessivo di circa 68.000 euro. In un caso l’amministratore di sostegno Michele Leonetti ha continuato a percepire l’assegno previdenziale di una persona che era defunta da oltre 2 anni.

Le accuse della Procura nei confronti dei 27 indagati , 5 dei quali sono avvocati del Foro di Bari, sono di “simulazione di reato“, “calunnia“, “autocalunnia“, “falsa testimonianza”, “favoreggiamento personale“, “falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative“, “falsità materiale commessa dal privato“, “soppressione, distruzione e occultamento di atti veri“, “alterazione dello stato civile“, “fraudolento danneggiamento dei beni assicurati” e “mutilazione fraudolenta della propria persona”, “riciclaggio” ed “autoriciclaggio” commessi nel territorio nazionale. I fatti contestati risalgono agli anni 2016-2019

Uno degli arrestati è stato posto ai domiciliari, (B.S. cl. 1994) con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, e 5 con divieto di dimora.

Le indagini della Procura di Bari sono inerenti anche a decine di falsi incidenti mai avvenuti oppure falsati nella dinamica, con falsa documentazione sanitaria di medici privati e ospedalieri, “reclutando e addestrando” falsi testimoni, attraverso i quali gli indagati truffavano delle compagnie assicurative, hanno portato alla luce delle inserzioni di annunci “hot” pubblicati su alcuni siti internet, e l’utilizzo di telefoniste che rispondevano alle chiamate e fissavano gli appuntamenti con i clienti.

Il sistema truffaldino veniva attuato mediante la produzione di falsa documentazione sanitaria (certificati medici nonché prescrizioni di esami strumentali, di dispositivi ortesici e/o di prestazioni riabilitative artatamente attribuiti – mediante l’uso di timbri e firme falsificate – ad ignari medici privati ed ospedalieri), false testimonianze rese in occasione delle denunce dei simulati sinistri stradali (mai avvenuti, oppure avvenuti, ma falsati nelle dinamiche), la promozione dei corrispondenti giudizi civili (innanzi a diverse Autorità giudiziarie) con reclutamento e “addestramento” di testimoni compiacenti.

Addirittura tra i sinistri simulati sono emersi all’attenzione degli investigatori due incidenti che avrebbero determinato aborti in due donne appartenenti al gruppo criminale, in realtà intervenuti per altre cause. Per uno di essi questa Procura – in virtù di un protocollo d’intesa sottoscritto con l’A.N.I.A. – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici – è riuscita ad impedire, grazie all’attiva collaborazione dell’ufficio antifrode della compagnia assicurativa interessata, la liquidazione di un risarcimento danni di 100.000 euro all’avvocato Michael Gisonda (nato nel 1969) ed a una sua cliente.

5 persone delle persone fermate sono state poste agli arresti domiciliari, Rosaria Ceglie, Francesco D’Ambra, Cosimo Martiradonna, Vincenza Minerva e l’avvocato Michael Gisonda già indagato in passato dalla Procura di Bari per plurimi delitti contro il patrimonio. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto per un indagato e il divieto di dimora per altri cinque a Modugno, Santeramo, Trani e Roma

Dalle attività di indagine è emerso inoltre che la compagine criminale era attiva anche nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione, inducendo o agevolando 13 donne di varia nazionalità a svolgere le prestazioni sessuali , spacciate come “massaggi”, presso immobili nella disponibilità di locali riconducibili all’avvocato 37enne Michele Leonetti ubicati in Modugno (BA), Santeramo in Colle (BA), Trani (BAT) e Roma, adibiti a falsi centri massaggi (3 dei quali già sottoposti a sequestro) e fittiziamente concessi in locazione ad alcune Onlus.

Nello specifico, l’organizzazione si occupava del reclutamento delle donne, dell’inserzione di annunci “hot” su siti internet, dell’ingaggio di centraliniste e telefoniste che prendevano appuntamenti con la clientela, della gestione dell’attività di meretricio e della riscossione dei proventi illeciti. Le ragazze reclutate venivano accompagnate nei finti centri massaggi dove potevano prostituirsi. Ciascun appuntamento andato a buon fine portava alle telefoniste come compenso dei versamenti fra i 5 e gli 8 euro su carte prepagate Postepay.

Con l’ausilio del Compartimento della Polizia Stradale Puglia è stato, poi, possibile contestare anche le gravi ipotesi di reato di riciclaggio e autoriciclaggio di autovetture. Sempre il principale indagato Michele Leonetti trasferiva, in due circostanze, 3 autoveicoli oggetto di simulato furto da Bari a Sofia, curandone poi la re-immatricolazione in Bulgaria, con assegnazione di nuova targa e certificazione bulgara, così da impedirne l’identificazione della provenienza delittuosa. Tali automezzi, peraltro, venivano anchereimpiegati in Italia da una società di riabilitazione motoria di diritto bulgaro, con sede in Sofia, riconducibile al suddetto indagato.

Infine, sempre Leonetti consapevole di non essere il padre biologico di una bambina nata dalla relazione della propria moglie con un altro partecipe all’associazione per delinquere – dichiarava falsamente all’Ufficiale dello Stato Civile di essere il padre della neonata in sede di formazione del corrispondente atto di nascita e, così facendo, alterava lo stato di famiglia della minore rendendolo non conforme al reale rapporto di procreazione, con il consenso (ed il concorso morale) dei genitori naturali della piccola.

fonte: www.ilcorrieredelgiorno.it

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