Un anno e un mese di carcere per Sabino (figlio di Filippo) e dovrà risarcire anche la cooperativa Ariete e l’Autorità portuale – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Ha truffato la cooperativa Ariete, fingendo di essere al lavoro nel porto di Bari quando in realtà era da tutt’altra parte: Sabino Capriati (figlio del boss detenuto Filippo) è stato condannato a 1 anno e 1 mese di reclusione e a risarcire la Ariete e l’Autorità portuale.
Il processo è nato da uno stralcio di quello sulle infiltrazioni dei Capriati nel porto, concluso con le condanne del capoclan e dei suoi affiliati. Questo filone riguardava, nello specifico, l’imbroglio che Capriati avrebbe commesso ai danni della cooperativa per la quale lavorava, in virtù di un passaggio di appalto con una precedente società di cui era dipendente.
Stando alla ricostruzione effettuata in udienza dal pm Fabio Buquicchio, il figlio del boss a volte si sarebbe presentato in ritardo sul posto di lavoro, altre non ci sarebbe andato affatto, risultando però presente grazie all’aiuto di due complici che timbravano il cartellino al posto suo. Nell’inchiesta era finito anche un funzionario dell’Agenzia delle entrate, Emanuele Pastoressa, condannato a 1 anno e 10 mesi per truffa, per avere chiesto una mazzetta da 50mila euro a un imprenditore agricolo per evitare una verifica fiscale.
Sono stati invece condannati per reati di droga Fabio Colasante (1 anno e 4 mesi); Mario Ferrante (7 anni e 32mila euro di multa); Vito Antonio Cotrufo (7 anni e 4mila euro); Carmelo Recchia (4 anni e 7 mesi e 10mila euro). Nunzia Loseto è stata invece condannata a 3 anni e 4 mesi per avere estorto denaro e minacciato un commerciante di abbigliamento, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’utilizzare il nome dei Capriati.