Bari, truffa all’ex Provincia: “Appalti in cambio di carne e pesce”. C’è anche ‘Miss preferenze’

fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca

Un sequestro preventivo del valore complessivo di circa 240mila euro è stato eseguito dalla guardia di finanza nell’ambito dell’indagine sull’ex Provincia di Bari relativa a “condotte fraudolente da parte di amministratori e funzionari” e ai “rapporti intrattenuti con imprenditori locali ai quali erano affidate commesse per la realizzazione di lavori pubblici“: nel mirino affidamenti di lavori urgenti per manutenzione di scuole, strade e altri immobili di competenza dell’ente.

Il provvedimento di sequestro è stato notificato a otto indagati accusati di truffa aggravata: Anita Maurodinoia, ‘Miss preferenze’, vicepresidente della Provincia all’epoca dei fatti contestati; quattro fra funzionari e dipendenti dell’ente (Cataldo Lastella, Pietro Gallidoro, Giuseppe Rotolo e Mario Ruggiero); gli imprenditori Marino Provvisionato e Marino ed Ezio Gesualdi della società Gesualdi srl di Spinazzola. Stando agli accertamenti delle Fiamme gialle, coordinate dal pm Luciana Silvestris, sarebbe emerso “un diffuso sistema clientelare”. Non risulta più fra gli indagati, invece, Francesco Schittulli, alla guida della Provincia di Bari dal 2009 al 2014. La sua posizione è stata stralciata perché non è emerso un suo coinvolgimento nei presunti fatti illeciti: si va quindi verso l’archiviazione nei suoi confronti.

Le accuse sono pesanti. Una fornitura pressoché quotidiana di generi alimentari, l’esecuzione gratuita di lavori di manutenzione in casa e l’utilizzo reiterato di auto e mezzi aziendali e denaro sarebbero le utilità che Maurodinoia e Alessandro Cataldo (per lui la Procura aveva chiesto l’arresto) e Lastella, avrebbero ricevuto da alcuni imprenditori in cambio di appalti. In una intercettazione telefonica – emerge dagli atti giudiziari – un imprenditore viene contattato da un uomo ritenuto dagli inquirenti “factotum di Alessandro Cataldo”, il quale gli dice che “u mest (Cataldo) vuole un chilo e mezzo di salsiccia di vitello, un po’ di costatine di cavallo e un po’ di pesce“. In un’altra occasione chiede “arrosto misto per 24 persone“. L’imprenditore al telefono con il suo interlocutore definisce i coniugi Maurodinoia “lurdacchioni” per “la frequenza e l’esosità delle richieste“.

Nelle carte dell’inchiesta spunta anche un buffet per 60 persone, costato 770 euro, per festeggiare l’onomastico dell’allora presidente del consiglio provinciale. In particolare l’accusa di truffa, riconosciuta dal gip, riguarda l’allora dirigente del servizio Affari generali, Pietro Galidoro, il funzionario Giuseppe Rotolo e l’ex capo di gabinetto dell’ufficio di presidenza Mario Ruggiero. Formalmente il buffet fu autorizzato “al fine di consentire il regolare svolgimento dei lavori del consiglio provinciale in occasione della faticosa seduta di approvazione del bilancio di previsione 2012”. Fatti, secondo la Procura di Bari, “non conformi al vero” in quanto la seduta era durata poco più di tre ore e “il rinfresco non aveva alcuna giustificazione istituzionale”. Fra le contestazioni riconosciute sussistenti dal gip c’è poi un rimborso da circa 700 euro ottenuto nell’ottobre 2011 da Maurodinoia per un viaggio a Roma, ufficialmente fatto per impegni istituzionali ma in realtà – secondo l’accusa – per scopi privati.

“Ho fiducia nell’operato degli inquirenti per chiarire che i 692,79 euro sono stati effettivamente spesi”, replica Maurodinoia, commenta così, “per il rispetto che mi lega ai miei elettori”, il provvedimento di sequestro. Il riferimento è proprio a quel viaggio a Roma. “Si tratterebbe – spiega Maurodinoia – dell’indebito rimborso di spese sostenute per una trasferta istituzionale di due giorni a Roma presso l’Upi. Potrò facilmente dimostrare l’insussistenza di quanto mi viene contestato. Ora, e non solo per mantenere fede ad un noto rituale, intendo manifestare fiducia nella giustizia e ampia disponibilità a rendere nel più breve lasso di tempo possibile tutti i chiarimenti del caso”.

Secondo il giudice, comunque, “si tratta di regalie inopportune, certamente interessate ma non necessariamente e univocamente interpretabili nell’ottica di tangenti”. Il gip rileva “un quadro insano e malato nell’ambito della Provincia di Bari, caratterizzato dall’intreccio di relazioni amicali assolutamente inopportune” fra gli imprenditori e i politici, che “tuttavia non superano la soglia del sospetto”. “Non emerge – scrive il gip – che tutte le utilità erogate fossero il prezzo per la funzione di collettori di tangenti”.

L’inchiesta, che coinvolgerebbe una quarantina di persone, è nata da uno stralcio del procedimento nei confronti degli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro, arrestati nel marzo 2012 per truffa aggravata e falso con riferimento a una presunta truffa da oltre 20 milioni di euro ai danni della Provincia e di sei istituti di credito relativa a rimborsi per lavori inesistenti di manutenzione delle strade. Era stato uno dei due fratelli, rendendo dichiarazioni agli inquirenti baresi, a rivelare presunte richieste di favori, denaro e assunzioni.

Una ventina, in tutto, gli episodi contestati dalla Procura. I reati contestati a vario titolo a 22 indagati vanno dalla corruzione alla truffa aggravata, dalla frode in pubbliche forniture al falso in atto pubblico. Il gip che ha disposto i sequestri, Alessandra Piliego, accogliendo la richiesta a carico di otto indagati ha rigettato altre tre richieste di sequestri, sei richieste di applicazione di misure cautelari personali (arresti domiciliari) e due misure interdittive. Secondo il giudice per alcuni fatti non ci sono le esigenze cautelari perché i fatti sono datati nel tempo, visto che risalgono a circa cinque anni fa, e per altri non sussistono gli indizi di colpevolezza con riferimento alle accuse di corruzione.

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