
L’accusa è di aver raggirato diversi pazienti terminali facendosi pagare prestazioni sanitarie e farmaci spacciati per “miracolosi” ai quali i pazienti avrebbero invece avuto diritto gratuitamente. Sancipriani era accusata di complicità nella truffa. – fonte: Isabella Maselli: www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Il gup del Tribunale di Bari Francesco Vittorio Rinaldi ha condannato l’oncologo barese Giuseppe Rizzi alla pena di 9 anni di reclusione e la compagna avvocato Maria Antonietta Sancipriani a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Il medico è stato ritenuto responsabile di concussione ai danni di un pazienze, truffa ai danni di altri dieci, abuso di ufficio e truffa aggravata ai danni dell’istituto Giovanni Paolo II di Bari dove lavorava. L’accusa è di aver raggirato diversi pazienti terminali facendosi pagare prestazioni sanitarie e farmaci spacciati per “miracolosi” ai quali i pazienti avrebbero invece avuto diritto gratuitamente. Sancipriani era accusata di complicità nella truffa.
L’inchiesta è cominciata nel 2019, dopo la morte per tumore di un paziente che aveva pagato le prestazioni sanitarie 127 mila euro. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Rizzi è agli arresti domiciliari dal maggio 2021. Per lui il pm che ha coordinato le indagini, Marcello Quercia, aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione.
Il gup ha inoltre disposto la confisca di contanti e beni immobili per un valore di circa 3 milioni di euro, oltre al risarcimento danni nei confronti di tutte le parti civili costituite con provvisionali immediatamente esecutivo per l’ospedale oncologico (30mila euro), l’Ordine provinciale dei Medici (10mila euro) e i famigliari di alcune vittime (in totale circa 300mila euro).
Il commento dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II
La sentenza di condanna a 9 anni di reclusione dell’oncologo barese Giuseppe Rizzi, è «una vicenda tristissima, di cui non avremmo voluto più parlare: è giusto tuttavia che si sappia che il Tribunale di Bari ha riconosciuto al nostro Istituto, che si è costituito parte civile, una provvisionale per i danni subiti e che stiamo valutando la possibilità di un’azione giudiziaria ad hoc per il danno d’immagine che le condotte del dottor Rizzi hanno generato, oscurando il lavoro prezioso, indefesso e soprattutto onesto del personale in servizio all’oncologico di Bari». Lo afferma Alessandro Delle Donne, Dg dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari.
«Questa sentenza – continua Delle Donne – rafforza la stima e la fiducia che questo Istituto nutre nei confronti delle forze dell’ordine, dei Carabinieri e della magistratura a cui, senza alcun indugio, avevamo segnalato i comportamenti di Rizzi che avevano già determinato il licenziamento disciplinare senza preavviso mesi prima dell’arresto. Oggi, di questa vicenda, ci resta il dolore e la vicinanza ai pazienti e ai familiari coinvolti nei fatti».