Ha deciso di collaborare con la giustizia ed è già stata trasferita in una località protetta Lucia Masella, moglie del boss Antonio Battista, ritenuto uno dei reggenti del clan malavitoso Di Cosola nel quartiere Carbonara di Bari. La donna, che era ai domiciliari nell’ambito di un’indagine della Dda di Bari su droga ed estorsioni, è stata coinvolta nel blitz dei carabinieri dell’aprile scorso che decimò il clan Di Cosola con oltre 60 arresti.
Dopo un breve periodo di detenzione in carcere le sono stati concessi gli arresti domiciliari ed è a questo punto, pare per dare un futuro diverso ai propri figli, che avrebbe deciso di collaborare con la magistratura. In quella operazione era stato arrestato anche suo marito, 44enne con numerosi precedenti per reati di mafia e nipote del boss Antonio Di Cosola, sottoposto per un lungo periodo – fino al settembre 2013 – al regime del cosiddetto carcere duro. La moglie, accusata dai magistrati antimafia di Bari di aver fatto da tramite, come le altre donne del clan, fra i parenti in carcere e gli affiliati incaricati di portare avanti le attività illecite dell’organizzazione criminale, in passato aveva anche denunciato presunti maltrattamenti subiti in carcere dal marito.
Gli inquirenti non escludono che la signora Masella possa rivelare anche nuovi particolari relativi all’omicidio di Giuseppe Mizzi, il 39enne di Carbonara ucciso per errore in un agguato mafioso nel marzo 2011. Il giorno prima del delitto, suo marito Battista era stato ferito mentre era in compagnia di uno dei killer che 24 ore dopo freddarono Mizzi.