Bari, si assentavano dal porto per essere al servizio del clan: 10 dipendenti indagati

fonte: http://bari.repubblica.it – di CENZIO DI ZANNI

Assenteismo. Con una decina di nuovi indagati e un’altra ipotesi di reato – truffa ai danni dell’Autorità portuale – si allarga il fronte delle indagini coordinate dalla pm antimafia Isabella Ginefra sul clan Capriati, che il 19 aprile scorso, a Bari, ha portato agli arresti 18 persone fra cui il 47enne barese Filippo Capriati, fratello di Antonio, il boss del Borgo antico condannato all’ergastolo in regime di carcere duro (il 41 bis).

Accanto al fascicolo con 50 indagati a vario titolo per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’uso delle armi e – fra l’altro – porto e detenzione di armi (anche da guerra), ce n’è un altro per truffa, appunto, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno

A finire sotto la lente della procura sarebbero alcuni dipendenti – una decina in tutto – della cooperativa Ariete, che gestisce il servizio di viabilità nello scalo marittimo. Secondo quanto riferisce il quotidiano, talvolta, durante i turni di servizio, i dipendenti si sarebbero dedicati a tutt’altre mansioni.

Affari personali, in alcuni casi; incarichi da sbrigare per conto del clan in altri. E già nelle 875 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesco Pellecchia erano indicati vari (presunti) abusi, che – secondo l’accusa – dimostrerebbero come il clan avesse messo le mani sul porto. 

Ce n’è uno in particolare, che risale a una mattina di inizio 2017: il trasporto di una pistola calibro nove dallo scalo marittimo, in cui sarebbe stata nascosta l’arma, a piazza San Pietro, cuore di Bari vecchia e storica roccaforte dei Capriati. Il tutto con a bordo di un’auto di servizio del porto. A riferirlo agli inquirenti è stato il pentito 38enne Nicola De Santis. Lo steso che ha spiegato come a curare il carico sia stato un dipendente della società considerato affiliato al clan: il 34enne Vito Genchi, già responsabile viabilità di Ariete e indagato nel primo filone dell’inchiesta della Dda. 

La cooperativa, dal canto suo, ha sempre detto di aver ereditato il personale a seguito del fallimento di un’altra società, e sospeso tre dipendenti finiti nel primo filone dell’inchiesta. Intanto, mentre la procura si muove in altre direzioni, il fronte del porto si fa sempre più caldo. Perché dalle 10 di lunedì 21 maggio scatta lo sciopero delle guardie giurate della Porti Levante Security – società in house dell’Autorità portuale – addette alla sicurezza dello scalo.

I lavoratori incroceranno le braccia dopo la decisione della società di non concedere ferie dal 1 giugno al 31 agosto prossimi. Servizi minimi garantiti, ma disagi in vista per crocieristi, passeggeri dei traghetti e trasportatori. 

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