Bari, prof arrestata in Australia con la coca: il passaporto ottenuto 24 ore prima di partire

fonte: http://bari.repubblica.it – di MARA CHIARELLI

Un passaporto, richiesto in Questura a Bari e ottenuto con urgenza il 10 febbraio scorso, per “motivi familiari”, e quel viaggio all’estero non pianificato, del quale i familiari nulla sapevano. Riparte da questi elementi l’indagine sulla doppia vita di Elisa Salatino, la professoressa di Fasano, arrestata domenica 12 febbraio a Melbourne, in Australia.

Mentre gli investigatori della squadra mobile di Bari attendono dall’Interpol l’esito degli accertamenti sul telefonino della docente di sostegno, fermata con cinque chili di cocaina nel doppiofondo della valigia, si cerca di ricostruire i giorni precedenti allo strano viaggio. A cominciare dal rapporto con i colleghi e la dirigente dell’istituto Marconi, dove Elisa Salatino prestava servizio come insegnante di sostegno. Il capo della Squadra mobile Annino Gargano è andato personalmente a parlare con loro, scoprendo che in più di un’occasione la donna aveva chiesto ai colleghi prestiti di denaro, sempre però restituiti.

Ma Elisa aveva altri problemi, con i suoi amici più cari si lamentava spesso di quanto le fosse difficile sostenere la situazione economica, nonostante lo stipendio da docente. Con qualcuno, proprio poche settimane fa, si era confidata, raccontando di quell’ex marito violento, dal quale si era separata un anno fa dopo averlo denunciato, ma che in eredità le aveva lasciato un monte debiti da saldare con creditori non ordinari, appartenenti al mondo criminale.

Lo stesso ex marito, con un passato da tossicodipendente che, raccontava ancora, aveva reazioni impreviste e l’aveva picchiata. Nonostante tutto, però, lei era andata a trovarlo diverse volte a Milano, dove lui vive. Si spiegano così alcuni dei viaggi che sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della squadra mobile e dello Sco. Che Elisa fosse un abile corriere internazionale è una ipotesi al momento non considerata, così come pare improbabile la motivazione da lei data al console italiano in Australia, Marco Cerbo: “La valigia è mia, ma non sapevo che ci fosse la droga, è una trappola”.

Singolari e grossolane anche le modalità del nascondiglio: un rozzo doppiofondo in legno per un carico così prezioso: 5 chili di cocaina purissima, del valore commerciale di un milione di dollari. Elisa, che diceva di amare la vita e di rialzarsi sempre dopo tante cadute, è in un carcere australiano da una settimana ormai, ma non ha ancora telefonato a casa. “Quando sarà ormai lunedì mattina in Australia, proverò a mettermi in contatto con lei – spiega il legale nominato dalla famiglia, il fasanese Renzo De Leonardis – Chiamerò all’istituto penitenziario per provare a parlarle. Al momento, la signora Salatino è assistita da un avvocato di ufficio con la formula del gratuito patrocinio, come garantisce la legge in Australia. Ha diritto a fare telefonate, pagandone il costo con il lavoro in carcere, ma i genitori non sono stati contattati“.

Elisa che dopo la separazione da suo marito aveva ripreso a vivere, iscrivendosi a costosi corsi di filosofia organizzati dall’Università di Bari, per i quali sosteneva esami nel Nord Italia, frequentando teatri e mercoledì letterari. Che aveva amato tanto quel Giorgio, scomparso in un incidente l’estate scorsa, che si era fatta tatuare il suo volto sul corpo, così come il nome di Marco, il nuovo compagno romano per cui aveva perso la testa e con il quale, raccontano gli amici, la storia era finita solo poche settimane fa.

Tatuaggi e sorrisi nelle centinaia di foto che affollano il suo profilo Facebook, da una settimana diventato luogo di scontri e affronti, di commenti per i curiosi che si scagliano contro di lei, già “processata e condannata”. Un campionario di offese e volgarità, su quelle stesse pagine social, sulle quali lei solo due settimane fa, pochi giorni prima di partire, scriveva: “Evviva quelli che ridono con gli altri e non degli altri. Evviva quelli che urlano per qualcuno e non contro qualcuno”. E ancora, “Il dolore cambia le persone”.

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