
L’amarezza di don Giuseppe Bozzi, neo presidente della Fondazione anti-usura – fonte: Luca Natile – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Una lotta senza tregua all’usura, usando le armi della prevenzione, dell’ascolto, della rinuncia al pregiudizio, della solidarietà, sapendo bene che dietro quei numeri, che indicano situazioni economiche di grande sofferenza, che parlano di fallimento, ci sono persone in carne ed ossa, drammi familiari, anime in profonda sofferenza che non possono essere lasciate da sole.
«Perché la nostra è anche una missione, quella di non abbandonare nessuno, di aiutare nella quotidiana lotta per la sopravvivenza anche coloro che purtroppo non possono accedere all’erogazione da parte delle banche, se non con la garanzia prestata dalla Fondazione grazie ai Fondi Statali. Noi poi interveniamo con i nostri Fondi, che rinvengono dal 5xmille»
A parlare è don Giuseppe Bozzi, 50 anni (il prossimo 5 aprile), nato a Bari, parroco della chiesa di Santa Maria del Carmine a Noicattaro, dal settembre del 2022, presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Bari-Bitonto, eletto dal Consiglio direttivo della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici (Paolo Vitti, don Gaetano Coviello, don Alessandro Tanzi e Carlo Lorusso.) nuovo presidente della Fondazione. Raccoglie l’eredità di monsignor Alberto D’Urso morto nel settembre dello scorso anno.
Una bella responsabilità, una eredità impegnativa.
«Non parli di me – dice alla Gazzetta – ma del prezioso lavoro dei trenta volontari della Fondazione che operano con grande dedizioni e competenza. Ci sono esperti di diritto, di economia che ben conoscono ad esempio le regole dei finanziamenti bancari. Volontari che operano con senso di umanità e condividono la scelta di stare vicino alla gente in difficoltà senza alcuna pretesa di giudicare chi bussa alla nostra porta e ci chiede ascolto e aiuto. Il nostro sforzo – aggiunge – è quello intercettare lo stato di bisogno, prevenire situazioni altrimenti irrecuperabili, arrivare prima degli usurai e dei pignoramenti»
Come ci si indebita al punto da essere costretti a mettersi nelle mani degli strozzini?
«È opinione comune che tutto nasca da una colpa grave, da una somma di scelte irresponsabili. Invece c’è tanta gente che viene schiacciata da eventi negativi non prevedibili come la perdita del posto di lavoro o un grave problema di salute. Eventi che minano la stabilità economica di famiglie le quali fino al giorno prima riuscivano, seppure con grande difficoltà a tenere in pari le entrate e le uscite»
Si narra di gente che sceglie di indebitarsi con gli usurai per organizzare ad esempio una festa di matrimonio
«Si tratta per lo più di luoghi comuni, di narrazioni distorte. La verità – spiega don Bozzi – è che la pandemia e l’isolamento sociale prima, la crisi energetica e il caro bollette poi, da un anno a questa parte la guerra e ora la crescita dei tassi di interesse sui prestiti, hanno messo e stanno mettendo in crisi i già magri bilanci di tanti nuclei familiari schiacciati da un costo della vita che è diventato insostenibile anche per chi ha comunque un lavoro ed entrate certe. I meccanismi del sovra indebitamento sono molto più insidiosi e subdoli di quanto non si pensi. C’è ad esempio chi ha contratto un mutuo e per affrontare una spesa necessaria ma non prevista, chiede un prestito ad una finanziaria e poi, ne chiede un secondo e alla fine viene schiacciato».
Per le aziende, per il popolo delle partite Iva esiste una rete di garanzia ma per le famiglie?
«Le famiglie si ritrovano spesso da sole e senza salvagente – spiega il nuovo presidente -. Nella ripartizione dei fondi pubblici il 70% viene destinato alle partite Iva e solo il 30 alle famiglie sempre più in sofferenza. È necessario rivedere certi meccanismi. Noi esaminiamo e domande che ci vengono presentate con grande rigore ma sappiamo benissimo che le nostre risorse sono limitate. Per aiutare chi ha problemi di sopravvivenza attingiamo alle nostre donazioni. Nel 2021 i nostri ascolti sono stati 380, le erogazioni con garanzia 5. Nel 2022 gli ascolti sono stati oltre 200 e le pratiche ammesse a finanziamento 10. Per coloro che non hanno potuto beneficiare dell’erogazione, non siamo rimasti immobili, li abbiamo aiutati a pagare le bollette, e ci siamo prodigati per scongiurare il pignoramento.
Consigli pratici?
«A tutti consiglio di agire sempre con grande prudenza, di usare la parsimonia della formica rispetto alla cicala, il denaro è comunque uno strumento che va utilizzato con intelligenza. Non bisogna lasciarsi sedurre dai modelli del consumismo spinto. Si può sopravvivere anche senza il telefonino di ultimissima generazione che costa uno sproposito. A tutti consiglio caldamente di stare lontano dal gioco d’azzardo che in molti casi apre le porte ad una drammatica dipendenza che rappresenta una delle cause degli indebitamenti più gravi».