Bari, l’sms della preside agli assenti per il corteo: “Venite con i genitori o non entrerete”

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di FRANCESCA RUSSI – bari.repubblica.it

Un sms con poche parole indirizzato a tutti i genitori degli studenti. “Gli alunni assenti solo oggi 17-11 devono presentarsi accompagnati dai genitori pena divieto di ingresso in aula”. Firmato: il dirigente scolastico. A inviare il messaggio sul telefonino, nella giornata di mobilitazione studentesca che ha portato in piazza migliaia di studenti in tutta Italia, è stata la preside del liceo scientifico Salvemini di Bari. A denunciare l’accaduto sono i ragazzi dell’Unione degli studenti Bari, he in occasione del 17 novembre avevano organizzato un corteo lungo le strade della città a cui avevano partecipato anche alcuni iscritti all’istituto Salvemini.

I ragazzi, però, una volta a casa si sono sentiti rimproverare dai genitori adirati per quel messaggio. “Così si reprime la voglia e il diritto di manifestare”, protesta Davide Lavermicocca, responsabile organizzazione dell’Uds, che preannuncia una vertenza contro la dirigente scolastica Tina Gesmundo. “Depositeremo un documento all’Ufficio scolastico in cui chiediamo di prendere provvedimenti nei confronti della dirigente a fronte di quanto accaduto, nella tutela dei diritti degli studenti e dei principi della Costituzione italiana”.

“Riteniamo illegittimo ed illegale il provvedimento attuato dalla preside Gesmundo – mettono nero su bianco i ragazzi dell’Uds in una nota – visti quelli che sono i diritti fondamentali dello statuto degli studenti e delle studentesse. Tale azione, intrapresa dalla dirigente scolastica, viola a tal punto la libera espressione degli studenti che hanno preso parte consapevolmente alla manifestazione da non permettere loro di poter proseguire le lezioni nel caso in cui non siano giustificati dai loro genitori, che peraltro non possono essere obbligati a doversi presentare a scuola con così tanta urgenza”.

E ancora: “Tale strumento ha il palese obiettivo di intimidire tutti gli studenti della scuola, punendo chi ha partecipato alla mobilitazione e dando luogo ad un vero e proprio monito rispetto alle conseguenze, che, anche in futuro, seguiranno alla partecipazione a mobilitazioni. Ci chiediamo, inoltre, quale funzione pedagogica possa avere tale strumento nei confronti di tutta la comunità studentesca, considerando che la scuola dovrebbe rappresentare un luogo di crescita e di formazione rispetto ai principi democratici”.

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